Capitolo 30

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Sfiorò con le dita l'acqua de La Senna facendo poi un passo avanti e rimanendo sopra ad essa con le piante dei piedi, muovendo la mano sulla superficie per creare movimento nella corrente.

«Vuoi tempo per abituarti?» le chiese Akumu, alle sue spalle.

«No... Non mi serve tempo»
«Andiamo allora, Larmes D'Amour.»
«Sì» rispose lei facendo un passo fuori dal fiume, venendo seguita da alcune bolle d'acqua.

«Sai che cosa devi fare?»
«Bloccare Ladybug e Chat Noir per permetterti di distruggere i loro Miraculous...»
«Sì, e cosa devi fare del ragazzo?»
«...Devo ucciderlo...» rispose lei con tono freddo e sguardo spento.

«Esatto, andiamo...» le comandò Akumu saltando in aria per raggiungere il ponte.

Nicole la seguì senza fare storie, con il cuore in pezzi e le lacrime che non accennavano ad uscire dai suoi occhi. L'acqua le rispondeva e poteva muoverla in tutti i modi che voleva, ma dentro di sé provava un dolore che in quella situazione era solo peggiorato.

«Ehi voi che ci fate qu-»

L'uomo non riuscì nemmeno a completare la frase che lei mosse la mano, imprigionandolo in un turbine d'acqua.

«Sei veramente capace di ucciderlo?» le domandò Akumu, osservando indifferente quella scena.

Nicole abbassò lentamente la mano e lasciò andare l'uomo, vedendolo cadere a terra e cercare di riprendere fiato.

«Chiamerò... Le autorità...»
«Come se davvero ne fosse capace» disse Akumu prendendo in mano il bastone candido e aprendolo come un ventaglio.

Prese con un due dita un ago a forma di piume di pavone e lo scagliò contro l'uomo, prendendolo al petto.

«...Non morirà tranquilla, avrà solo problemi a muoversi. Noi abbiamo altro da fare» le ricordò Akumu, correndo via da lì.

Nicole rimase lì ferma pochi secondi e poi corse dietro ad Akumu, saltando sopra alla piccola scia d'acqua che le si era formata accanto, diventando quasi come se fosse uno snowboard.

«Vedo che senza sforzo riesci a fare qualcosa...» le disse Akumu con lo sguardo puntato di fronte a sé: «Perché non fai qualcosa che faccia capire ai supereroi dove siamo? Così tanto per vedere...» le disse fermandosi sul posto e girandosi con il corpo verso di lei.

Nicole guardò Akumu per qualche secondo e poi posò lo sguardo sulle sue mani, lasciate nude dalla tuta che sembrava quella di una surfista, tranne per il disegno delle onde sui fianchi e quello di una lacrima sul petto.

«Hai paura?»
«No...» rispose chiudendo le mani a pugni e stringendo anche gli occhi: «Io non ho paura...» sussurrò subito dopo, guardando i palmi illuminarsi di una leggera luce bianca.

Rilassò gli occhi e si rimise a terra, unendo le mani, pensando a quello che voleva creare con l'acqua che la seguiva.

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«Allora Buggy, hai qualche idea di dove possa trovarsi quel pazzo di Akumu?»
«Non chiamarmi Buggy!»
«Finché non trovi un nome non puoi certo impedirmi di chiamarti così...»
«Sono un gatto viola e nero... Come diamine dovrei chiamarmi?!»
«Chiamarti Chat Bug no?»
«Ancora! Chat Bug è terribile!» esclamò il ragazzo, fermandosi dopo essersi però ricordato la conversazione sua e di Nicole: «Chat Bug... Ok, va bene»
«Però ti tieni Buggy come soprannome, l'unico Chat è quello qui presente!» gli raccomandò suo padre indicando sé stesso.

«Mamma... Ti prego digli qualcosa...»
«Non abbiamo altra scelta purtroppo, andiamo Chat Bug» gli disse sua madre lanciando lo yoyo verso un altro comignolo.

All'Inizio Era Solo Un Sogno - Sequel Di "A Dream?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora