All'Inizio Era Solo Un Sogno - Sequel Di "A Dream?"

Capitolo 55

Era rimasto in infermieria solo un paio di minuti dopo essersi svegliato, Nicole l'aveva preso per mano e poi l'aveva riaccompagnato in classe per evitare di fargli perdere le altre ore di lezione. Una delle prima cose che aveva notato rientrando nell'aula, era che Florian mancava, così come il suo zaino e tutte le sue cose.

«Dov'è finito Florian?» chiese sottovoce ad Alain, mentre l'insegnante era girata verso la lavagna multimediale.

«Il preside l'ha sospeso...» gli rispose a bassa voce.

Louis non fece in tempo ad aprire la bocca che Nicole gliela tappò con la mano, impedendogli così di tirare un urlo che catturasse l'attenzione dell'insegnante.

«Sospeso? Veramente?»
«Cosa ti aspettavi? Ha alzato le mani contro un compagno di classe... Che è il segretario della rappresentante»
«Non dimenticare che è il fidanzato, il nipote di due dei più famosi stilisti della Francia e del modello di punta dei marchio...» aggiunse Alain alla risposta di Claude, facendogli scappare un sorriso.

«Vuoi aggiungere altro?»
«E mio futuro cognato.» concluse Alain sorridendo innocente, guardando Louis arrossire e cercare di tirare una testata al banco, venendo fermato in tempo da Nicole.

«Non aggiungere altro altrimenti tu non arrivi al Tuo matrimonio...» sussurrò Nicole al fratello, guardandolo arretrare con la testa con gli occhi spalancati.

«Io ho paura di essere invitato sinceramente...» ammise Oliver a bassa voce, ricevendo una leggera gomitata da Alice.

«Chi è che parla?» domandò l'insegnante voltandosi verso gli alunni.

I sei si immobilizzarono sui loro banchi con lo sguardo rivolto verso l'insegnante, la quale li guardava con gli occhi stretti. Louis abbassò lentamente lo sguardo e recuperò il pennino dal tablet, riprendendo a scrivere gli appunti.

«Che combini?»
«Scrivo?» rispose lui passando il pennino sullo schermo, disegnando la “N” di Nicole.

Scrivere a mano gli piaceva molto, una tastiera non esprimeva davvero quello che spesso voleva dire, nascondeva quelli che erano i sentimenti che lasciavano trasparire i caratteri che disegnavi tu a mano. Lui scriveva in digitale solamente per la scuola, altrimenti tutte le altre volte scriveva a mano, con carta e penna.

«Come mai hai scritto il mio nome?»
«Eh?» domandò lui sbattendo gli occhi, accorgendosi solo il quel momento di aver scritto "Nicole" in corsivo: «...La mia mano si muove da sola adesso?»
«Fidati è preoccupante» gli disse sporgendosi per baciargli la guancia: «Però hai una calligrafia che adoro...» gli confessò buttando un occhio sullo schermo, prima di tornare a guardare la lezione.

Louis sorrise a quel complimento, batté la punta sullo schermo del tablet e lo avvicinò all'angolo per salvare quello che aveva scritto. All'apparenza quello sembrava solo un nome, ma ai suoi occhi era solamente il sinonimo di perfezione, infinito, sogno e unico pensiero fisso in mente. A guardare la sua scrittura gli tornavano in mente le due poesie che i suoi genitori avevano scritto per San Valentino, per confessare i loro sentimenti. Lui e Nicole sapevano ogni cosa dell'altro, non c'era alcun segreto tra di loro, lei forse era l'unica che davvero lo conosceva sotto ogni fronte.
Appoggiò la guancia al pugno chiuso e aprì un altro foglio, fissando quello schermo per dar vita ai suoi pensieri.

“Capelli marroni come la terra dove vivo,
Punte blu che sfiorano il mare estivo.
Oro che nei tuoi occhi sembra esser stato depositato,
Oro talmente brillante da sembrare illimitato.
Il sorriso sempre presente sul tuo viso,
Una risata che sempre dalla tua bocca è originata,
Un paio di occhiali che mi insegnano a vedere i miei sogni divenir reali.
Vivrò con un angelo davanti per tutta la vita,
Ma non so quando e se vedrò le ali per guardare la mia meta indefinita.
Se qui con me adesso e lo sguardo non riesco a distogliere,
Ma sono i tuoi ricordi che sempre riuscirò a cogliere.
Non è perfezione quella che ho davanti a me?
Sì, perché in questo mondo nulla è perfetto quanto Te...”