3-Grimmauld Place

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Hermione si teneva stretta Ginny e la trascinava velocemente verso un posto del castello dove lei andava spesso a pensare. Dove al suo sesto anno aveva scagliato quei bellissimi uccellini contro Ron.
Ginny che ancora piangeva, sentiva che se Hermione avesse lasciato la presa sarebbe caduta a terra incapace di continuare a stare in piedi.
Ma poi si fermarono di botto. Scesero una piccola scalinata e arrivarono ad una piccola piazza coperta.
Hermione con decisione fece girare Ginny e

<Cosa cavolo ti è passato per la testa> disse a metà tra l'arrabbiato e l'incredulo
<Hermione io.... oh cavolo sono una stupida> gridò lei nascondendo il viso tra le mani singhiozzando
<Ginny...> continuò poi Hermione
<No, devo andare da Harry> e la rossa fece per alzarsi ma l'amica la fermò
<Non ti ricordi? Harry era sconvolto e se n'è andato di corsa>
<Dov'è andato?>
<Non lo sappiamo. Non ha rivolto parola a nessuno nemmeno a Ron.>
<Ho rovinato tutto! Adesso non vorrà nemmeno più vedermi. Ma io ho bisogno di lui> disse la rossa più a se stessa che a Hermione.
<Ginny ascolta, tra pochi giorni inizierà la ricostruzione della scuola e so che Harry verrà. Ne sono certa. Troverai il tempo per parlagli e risolvere. Adesso andiamo> disse la ragazza più grande <si staranno chiedendo dove siamo finite>
E così si avviarono in silenzio.

Ron rimasto in Sala Grande era rosso di rabbia. Come aveva potuto sua sorella trattare così il suo migliore amico che aveva fatto tanto per loro e che l'aveva amata tanto. Lui era andato da loro e lei aveva iniziato a urlagli addosso tutte quelle cattiverie.

Ben gli sta se Harry non le parlerà più. Così magari si rende conto che non esistono solo i suoi sentimenti.

Pensava il rosso mentre la vedeva tornare con gli occhi gonfi insieme a Hermione.
Si avvicinò a quest'ultima e le diede un timido bacio sulla guancia subito dopo le disse qualcosa all'orecchio e la sentì sorridere. Si girò soddisfatto e andò a parlare con Seamus e Dean poco lontani da lì.
La piccola dei Weasley li aveva guardati per tutto il tempo con occhi nostalgici e pieni di sensi di colpa per ciò che aveva fatto. Si mosse e si abbandonò a occhi chiusi su una panchina restando immobile per parecchio tempo.

Harry dopo essere corso via fuori dalla Sala Grande si era smaterializzato a Grimmauld Place. La casa di Sirius. Quando entrò senti una stretta al cuore. Salì le scale e si lasciò cadere su un divano impolverato facendo prendere il sopravvento alle sue emozioni.
Gli tornò in mente quella sera. La più bella della sua vita.
Flashback
Era in sala comune a festeggiare la vittoria sui Serpeverde e in un secondo si era ritrovato una furia rossa addosso tutta sorridente che lo baciò davanti a tutti. Il moro aveva sentito il cuore battere all'impazzata e non gli sembrava vero. Lui non aveva mai avuto il coraggio di farlo nonostante le occasioni perché aveva paura di fallire o essere rifiutato. Dopo tutto quello che aveva passato aveva paura a mostrare i suoi sentimenti per la sua Ginny. Eppure eccolo lì a baciarla davanti a tutti, felice come non mai.
Mentre la stava baciando sentiva le urla di tutti i compagni di casata contenti per loro accompagnate da qualche battutina spiritosa. Si staccarono e si guardarono dritti negli occhi. Lui perso negli occhi di lei. Tutti e due con il fiato corto. Si sorrisero e poi si unirono ai festeggiamenti. Finalmente insieme.
Harry sorrise debolmente a quel ricordo. Poi la rabbia gli fece stringere il pugno. Cercando di trattenersi si alzò e iniziò a camminare avanti e indietro. Si passava la mano tra i capelli nervosamente. E poi, tutto in un botto esplose. Urlò. Pianse. E scagliò anche qualche incantesimo contro l'oggetto più vicino che trovava. Tirò un pugno al muro e la mano iniziò a sanguinare.
La sera non toccò cibo. Era stanco. Si addormentò e dormì tranquillo fino a mattina.
Il giorno seguente non fece nulla. Ricevette una lettera dalla professoressa McGrannitt che lo informava della ricostruzione della scuola che sarebbe avvenuta di li a un paio di giorni. Ci penso su e alla fine il ragazzo decise che non sarebbe mai potuto mancare. Rispose, mandò via il gufo dalla finestra e si ridistese sul vecchio divano. La rabbia del giorno prima sembrava passata. Non riusciva a smettere di pensare a lei. Harry credeva di amarla, ma a quanto pare lei no. E per il momento a lui stava bene così. L'unica cosa che voleva era rivedere Hogwarts splendente come al suo primo anno. E forse anche di più.
Nei due giorni seguenti radunò quante più cose possibili che sarebbero potute servire e poi si smaterializzò a Hogwarts. Ad aspettarlo c'erano Ron, Hermione e con sua grande sorpresa Ginny. Avrebbe voluto correrle incontro, abbracciarla e baciarla. Ma non poteva, Ginny glielo aveva detto chiaramente "avrei preferito tanto di più che non fossi venuto".
Quanto si sbagliava. (I maschi: sempre a pensare a cose affrettate e che non vedono ciò che è palese. Perché si vedeva lontano anni luce che lei desiderava la stessa cosa di lui. Perfino Ron se ne era accorto. Seppur con un certo disgusto nel pensare a sua sorella che bacia il suo migliore amico.)
Si vedeva nello sguardo di entrambi che stavano male. Consumati dal dolore che la guerra aveva lasciato dentro di loro e dall'orgoglio che impediva loro di tornare tra le braccia dell'altro. Questo stupido orgoglio da Grifondoro. Fu Hermione a parlare per prima.
<Ciao Harry. Come stai?> disse esitante
<Potrebbe andare meglio.> azzardò il moro <Voi come le siete passata qua?>
<Tutto bene, non è cambiato molto in questi due giorni. Abbiamo solo sistemato le sale comuni così da avere posti per dormire per tutti quelli che hanno deciso di aiutare per ristrutturare> spiegò il rosso. Harry annuì e si avviò per il castello lanciando prima una fugace occhiata a Ginny. Distolse lo sguardo con un po' di tristezza senza sapere cosa le era successo.

Ti avrei scelto in ogni caso - HINNY. CompletataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora