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Erano rimasti sconvolti. Possibile che tre ragazzini di 11 anni avessero affrontato tutto quello? Per non pensare poi agli anni dopo. Perché da quello che si era capito erano sempre peggio. Un ragazzo del sesto di Tassorosso si fece coraggio e alzò la mano.
<Perché Tu-Sai-Chi doveva essere sconfitto proprio da te Harry e non da Silente?> era arrivato subito al punto della profezia. Ottimo.
<Ecco vedete esiste una profezia che parla di me e Voldemort che dice: "Ecco giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore... nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull'estinguersi del settimo mese... l'Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma egli avrà un potere a lui sconosciuto... e l'uno dovrà morire per mano dell'altro, perché nessuno dei due può vivere se l'altro sopravvive... il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore nascerà all'estinguersi del settimo mese..." e questa poteva riferirsi a due persone io o Neville che siamo nati lo stesso giorno ed entrambi i nostri genitori lo avevano sfidato 3 volte. Voldemort scelse me perché come dice la profezia il Signore Oscuro ne avrebbe scelto uno come suo pari e per farlo si basò sul sangue. Neville era un purosangue mentre io ero un mezzosangue proprio come lui. Ed è per questo che voleva uccidere me. Morto io, nessuno lo avrebbe più fermato> adesso erano ancora più sconvolti. Poi un'altra mano si alzò. Era una ragazza di Grifondoro del quinto anno.
<Che cos'è lo specchio delle Emarb?> stavolta però rispose Hermione.
<È uno specchio che ti fa vedere i desideri più tormentati del tuo cuore. Quindi quello che più al mondo vorresti>
<E voi cosa vedete?> parlò inaspettatamente un Serpeverde.
<Harry vede la sua famiglia, Ron si vede Caposcuola e con la coppa del Quidditch, Ginny si vede con Harry, io mi vedo al ministero della magia come capo ufficio e gli altri non lo hanno mai sperimentato>
<Davvero vedi me nello specchio?> chiese il bambino sopravvissuto alla sua ragazza. Lei divenne rossa e borbottò un "Si" imbarazzato. In risposta lui la baciò davanti a tutti. Non pensava che lei lo amasse così tanto e questo lo rendeva felice.
<Niente effusioni in pubblico!> esclamò il rosso facendo ridere tutta la sala e beccandosi uno scappellotto da Hermione.
<Ragazzi mi spiace ma è tardi continueremo la prossima settimana. Ora andate, buonanotte> disse la preside. Sconsolati tutti si alzarono e andarono a dormire.
Mentre di dirigevano in dormitorio Harry aveva lo sguardo vuoto. Guardava un punto fisso davanti a sé e sembrava molto stanco e triste. Era comprensibile aveva appena ripercorso la morte dei suoi genitori che ancora gli dava gli incubi a volte. Lui pensava che Ginny non lo sapesse ma lo sentiva svegliarsi di notte e piangere sussurrando frasi sconnesse come "mi mancate" o "perché proprio io" o ancora "vorrei che poteste vedermi" e lei ci stava davvero male perché sapeva che se si fosse fatta scoprire lui si sarebbe chiuso in sé stesso e sarebbe morto dentro. Probabilmente non si sarebbe più ripreso. Piangere così in parte lo liberava. Avrebbe voluto tanto dirgli qualcosa perché proprio non lo poteva vedere così senza poter fare qualcosa. E così si ritrovava a vederlo con lo sguardo fisso, la mente altrove e il cuore pesante. Anche Ron e Hermione si erano accorti dei momenti "persi" del loro amico ma non volevano disturbarlo sapendo che se avessero qualcosa avrebbe risposto con un "sto bene" e un sorriso finto. In quei momenti Harry era ancora più silenzioso del solito e stava molto più tempo fuori sulla sua scopa a fare acrobazie ad alta quota. Durante gli anni di scuola non gli succedeva spesso era troppo occupato a preoccuparsi di non morire o svelare misteri che gli tartassavano la mente. Gli unici momenti in cui era più suscettibile era nel periodo di fine ottobre. E in quel momento era tornato quello sguardo vuoto che li metteva in crisi.
Camminarono in silenzio fino alla torre e quando entrarono senza dire niente il moro si trascinò su per le scale senza spiccicare parola. Gli altri tre rimasero a parlare un po' vicino al camino della Sala Comune.
<Quanto gli ci vorrà a farla passare?> chiese Ginny preoccupata.
<Un po'. Dipende da cosa succederà nei prossimi giorni> disse Hermione.
<E se facessimo venire Teddy? Quando alla fine aveva deciso di lasciarlo ad Andromeda per l'anno scolastico non era stato al massimo della felicità se lo vedrà per un paio di giorni sarà più felice!> suggerì Ron.
<Ron hai ragione! Da quando sei così intelligente?> scherzò la rossa.
<Stare con Hermione da i suoi frutti> e la baciò.
<Bene, allora scriviamo una lettera ad Andromeda e spieghiamo la situazione. Lei capirà almeno Harry si distrae un po'> disse Hermione cercando una pergamena.
<Io ho paura per come la prenderà al racconto del 5 anno> disse cupo Ron.
<Già. Secondo me lascerà parlare qualcun'altro>
<E invece no Ginny. Lui farà di tutto pur di raccontarlo, perché vuole far vedere di essere forte>
<Ma così si autodistruggerà>
<Lo sappiamo. Ma lui ha la testa troppo dura. Non cambierà idea>
<Mi dispiace per lui. Non sopporto vederlo così> disse infine la rossa.
<Non pensiamoci ora. Vedrete che con l'arrivo del piccolino gli passerà per un po'> disse Hermione. Aprirono la finestra e lasciarono partire il gufo. Poi tutti andarono a dormire sperando nella risposta il prima possibile.

Ti avrei scelto in ogni caso - HINNY. CompletataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora