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La mattina presto i quattro amici si alzarono e si prepararono per la loro visita a Godric's Hollow.
Draco e Astoria avevano rifiutato perché era una cosa troppo personale e non volevano sembrare di troppo nonostante Harry avesse assicurato loro che non lo sarebbero stati.
Quella mattina Harry era spento e si nascondeva dietro un espressione neutra che non ingannò Hermione, l'unica a sapere cosa provasse.
Dopo colazione con un POP apparirono nella piazza della cittadina. Ginny lo prese per mano e con calma iniziarono a camminare, in silenzio. Sarebbe stato il ragazzo a romperlo quando avesse voluto. Camminarono fino ad arrivare davanti all'obelisco così che si tramutasse nella statua raffigurante James, Lily e il piccolo Harry sorridente tra le braccia di suo padre. I due Rossi avevano la bocca spalancata. Quella statua era bellissima e vedere il baby Harry sorridente in braccio a James fece stringere il cuore a tutti e tre. Harry si sentiva vuoto. Avrebbe tanto voluto crescere li a Godric's Hollow sentendo la bella voce melodiosa di sua madre e le risate di suo padre mescolate a quelle di Sirius e Remus. Una lacrima scese sulla sua guancia ma trattenne un singhiozzo, facendolo morire in gola. Aveva la pelle d'oca.
Si voltò per ricominciare a camminare, l'unico sostegno era la stretta di Ginny sulla sua mano.
Arrivarono davanti alla casa mezza distrutta e agli occhi del giovane sembrava diversa dall'ultima volta. Forse perché in quel momento era giorno e non nevicava. Hermione stava pensando le stesse cose. Si avvicinarono al cancello e, come per la statua, comparvero scritte di incoraggiamento verso un piccolo Harry inconsapevole di ciò che fosse successo. Si fermò. Non era sicuro di voler entrare.
Ginny non sapeva cosa fare così decise di lasciargli la mano e portare la sua migliore amica vicino a lui. Lei ci era già stata e sapeva cosa Harry stava pensando. Solo lei poteva evitare il suo crollo mentale. Così la trascino vicino al moro e poi tornò da suo fratello che la prese a braccetto senza parole. Hermione passò un braccio dietro la schiena di suo "fratello" che aveva il viso rigato dalle lacrime e lo spinse leggermente per fargli oltrepassare il cancellino. Vederlo così gli faceva male e non poter aiutarlo in nessun modo la faceva stare anche peggio. Quella brutta sensazione l'aveva sentita solo quando nelle settimane dopo la guerra lui le aveva rivelato che non voleva più vivere e aveva chiesto a lei e Ron di ucciderlo. In quel momento avevano realizzato quanto soffrisse lui per la guerra. Era tanto da arrivare a chiedere ai suoi migliori amici di ucciderlo così che sarebbe stato in pace.
Arrivarono davanti alla soglia di casa. La porta era per terra tutta rotta e tutto intorno c'erano calcinacci e frammenti di muro.  Entrarono e Harry per poco non si sentì male. Il muro di quello che una volta era stato il salotto era pieno di foto sia di Lily e James che dei Malandrini e alcune erano anche di Harry da bambino. Il giovane provo a immaginarsi la stanza bella pulita e illuminata, piena di risate e profumo di cibo proveniente dalla cucina. Sarebbe stato bello.
<V-voglio sa-lire di sop-ra> singhiozzò il bambino sopravvissuto. Gli altri non risposero, dopotutto era un suo diritto vedere la casa. Era stata anche sua. Le scale a ogni passo scricchiolavano rendendo la situazione più tetra di quanto già non fosse.
Il moro e occhi verdi saltò la porta della sua cameretta e si diresse prima in quella dei suoi genitori. Era intatta. Perfettamente in ordine come se Lily l'avesse riordinata poco tempo prima. I tre rimasero sulla porta a guardare il loro amico esplorare quel posto nuovo con gli occhi. Occhi che poi si posarono sul comodino di suo padre dove c'era un orologio da polso. Cautamente Harry lo prese e se lo mise, non lo avrebbe mai più tolto. Nel cassetto c'erano degli occhiali rotondi identici ai suoi solo un po' impolverati e prese anche quelli riponendoli nella tasca con delicatezza. Si diresse poi dal lato di sua madre e prese dal cassetto la sua collana e un libro con ancora il segno a metà. Non lo aveva mai finito di leggere. Si girò lentamente a guardare i suoi amici e fece un sorriso debole tra le lacrime e sorpassandoli uscì dirigendosi verso la sua stanza. Le due ragazze erano sul punto di piangere anche loro e Ron si sentiva svuotato, nemmeno avesse un Dissennatore legato a un polso. Entrarono nella piccola stanzetta colorata di rosso e oro, questo sarà sicuramente lo zampino di James.
Al centro c'era un grande tappeto colorato con dei giocattoli sparsi qua e là, sulla sinistra c'era una libreria e un armadio pieno di vestitini minuscoli, quelli del piccolo Harry. Poi sulla destra c'era un box marroncino al cui interno c'erano una copertina azzurra e quattro peluche: un cervo, un cane, un lupo e un topo. Tutti e quattro erano un po' sporchi di sangue. Harry cadde in ginocchio davanti al suo lettino singhiozzando e poggiando una mano per terra disse.
<Era qui. Lei stava q-qui quando..> ma si fermò continuando a singhiozzare rumorosamente. Hermione si mise in ginocchio davanti a lui e lo abbracciò accarezzandogli i capelli come aveva fatto lui dopo la guerra.
<Harry, non serve che ci dici niente. Non ti vogliamo vedere così> anche lei ormai piangeva e i due Rossi rimasti sulla porta avevano gli occhi lucidi. Harry non riusciva a smettere di piangere, era troppo per lui questo e si sentiva mancare l'aria. La testa gli faceva ancora male. 
Dopo attimi lunghissimi riuscì a calmarsi abbastanza da riprendere il controllo di sé ma le lacrime continuavano a scendere inarrestabili.
<Grazie Herm> disse in sussurro lui.
<Sono fortunata ad avere un fratello come te Harry> disse lei con un sorriso.
Dopo un altra occhiata veloce uscirono diretti al cimitero. Al contrario dell'ultima volta trovarono subito le lapidi.
Il ragazzo si staccò dal gruppo e si sedette a gambe incrociate sull'erba.
<C-ciao mamma, ciao p-papà. Come state?> aspettò un attimo come per aspettare una risposta che non arrivò.
<Io sto bene ma mi mancate da morire ogni giorno di più. Oggi volevo farvi conoscere i miei amici> un singhiozzo uscì prima di poterlo fermare. <Hermione l'avete conosciuta due Natali fa. Lei è la mia sorellina e gli voglio un sacco di bene. Se non ci fosse stata lei probabilmente io e Ron saremmo morti al primo anno. Lei è sempre stata la strega più brillante della sua età ed è nata babbana come te mamma. Ron invece è come S-Sirius era per te papà, un fratello. Ci siamo incontrati sul treno e siamo sempre rimasti amici. È un Weasley e Molly mi ha accolto come se fossi figlio loro e mi hanno voluto bene. È stato Ron a insegnarmi le prime cose sul mondo della magia e sul Quidditch. E poi l'ultima persona che volevo farvi conoscere è Ginny. Lei è la sorellina di Ron e l'amore della mia vita> uscì un altro singhiozzo. <La conosco da quando lei ha 10 anni e io 11, è stata l'unica ad avermi augurato buona fortuna la prima volta alla stazione prima di correre contro il muro. Io mi sono svegliato al sesto anno quando l'ho baciata davanti a tutta la Sala Comune ed è stato meraviglioso. Sapete la scorsa settimana abbiamo vinto la coppa di Quidditch a scuola e io le ho chiesto di sposarmi. Ha detto si e io non potrei essere più felice. Solo avrei voluto che ci foste anche voi. Ah papà lei è una furia rossa come mamma quindi tranquillo la tradizione Potter è salva. Mi mancate troppo. Però adesso i Malandrini sono riuniti. Salutatemi Sirius e Remus e dite loro che gli voglio bene e che mi mancano ogni giorno e mamma devi dire a Dora che Teddy lo cresco io e che può stare tranquilla. Vi voglio bene. Ci vediamo presto> poi si mise in ginocchio e baciò la fredda lapide su cui c'erano i nomi di Lily e James e rimase con la fronte poggiata alla pietra levigata a singhiozzare come un bambino.

Ti avrei scelto in ogni caso - HINNY. CompletataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora