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La sera non tardò ad arrivare. Ma quella era una sera speciale: i nostri 6 ragazzi avrebbero dovuto parlare ai giovani dei 5-6-7 anni per parlare loro della guerra e insegnare qualche incantesimo se ce ne fosse stato il tempo.
La cena non fu come al solito: tutti gli studenti più grandi fremevano dall'eccitazione perché volevano sapere qualcosa di più sulla guerra e la vita di Harry Potter.
Quando finalmente i più piccoli uscirono diretti alle sale comuni scese un silenzio tombale, tutti guardavano la McGrannit.
<Vorrei dire due cose prima di cominciare. I ragazzi non sono obbligati a rispondervi se non se la sentono o non possono quindi non insistete. Seconda cosa non chiedete cos'è troppo personali sta a loro decidere se parlarne o no. Bene, ora ragazzi venite pure> Harry nella mano con Ginny si alzò seguito da Ron, Hermione e Neville che vennero poi raggiunti da Draco e Luna.
Tutti li stavano guardando aspettando che parlassero. Prese la parola Hermione per prima.
<Per ora penso che le domande siano inutili. Io partirei con lo spiegarvi bene anno per anno cosa è successo poi alla fine se volete sapere qualcosa chiedete> guardò Harry che fece un cenno di assenso. Lei si sedette e lui si alzò catturando l'attenzione su di sé. Nessuno fiatava.
<Bene la storia inizia il 31 ottobre 1981 quando Voldemort si presentò alla porta di casa mia uccidendo i miei genitori e provandoci anche con me> sospirò forte e chiuse gli occhi. Gli si era formato un groppo alla gola. Parlare dei suoi genitori, soprattutto la loro morte, era sempre stato difficile. Ma non doveva piangere. Doveva passare oltre, tanto loro non sarebbero mai tornati da lui.
<La cosa strana era, come faceva Voldemort a sapere dove stavamo nascosti? Perché la casa era sotto incanto Fidelius e l'unico che poteva vederla era Peter Minus, vecchio amico di mio padre dal suo primo anno che diventò mangiamorte e ci consegnò al Signore Oscuro. La sola cosa che non funzionò del piano fui io. Perché il vero obbiettivo ero io ma mia madre, sacrificandosi per me, fece si che si "attivasse" una protezione per me che mi impedì di morire. La sua protezione era l'amore che aveva per me, tanto forte che fece rimbalzare l'anatema che uccide colpendo Voldemort in persona e riducendolo a poco più che uno spirito. L'unica cosa che lasciò fu questa> si tirò su i capelli ribelli che cadevano sulla fronte per mettere in mostra la sua cicatrice a forma di saetta.
<Quella sera Hagrid mi portò via, sotto ordine di Silente, a casa dei miei zii babbani che per 10 anni mi hanno tenuto nascosto il fatto di essere un mago, della vera morte dei miei genitori e per di più mi trattarono come un elfo domestico> non poté più trattenersi e una lacrima calda cadde giù sulla guancia ma venne subito asciugata. Il gesto non passò inosservato a nessuno. Gli amici sapevano che per lui riparlare di quegli anni era impossibile ma dovevano lasciarlo sfogare o il peso prima o poi lo avrebbe schiacciato.
<Fino a quando un giorno Hagrid si ripresentò davanti alla porta di casa dei Dursley dicendomi che il mondo babbano non mi apparteneva e che ero famoso ma non volle dirmi perché. Io ero al settimo cielo, avrei abbandonato la casa dei miei zii e sarei andato a una scuola per maghi. Non potevo desiderare di meglio. Quando comprai la bacchetta scoprii che era gemella a quella di Voldemort e questo mi spaventò un po' allora, ma adesso ci sono davvero affezionato. Poi la prima complicazione fu quella di arrivare al binario: Hagrid si era scordato di dirmi che per arrivarci dovevo andare contro un muro pensando che fosse ovvio. Ed è qui che conobbi Ron> fece un mega sorriso al suo amico che lo ricambiò volentieri. Quei due si volevano davvero bene.
<Mentre stavo per andare in panico ho sentito la signora Weasley lamentarsi dei babbani così mi avvicinai e chiesi come poter arrivare al treno. Mi stupì non poco il dover correre verso il muro ma alla fine andò tutto bene. Finimmo nella stessa casata e io ero la persona più felice di tutto il mondo perché avevo finalmente trovato un amico, anzi, fratello ed ero finalmente a casa. Hermione entrò a far parte della nostra vita dopo Halloween. Era insopportabile, scusa Herm ti voglio bene, e una perfettina so-tutto-io. Quella mattina aveva sentito Ron prenderla in giro e si era chiusa in bagno a piangere. Quella sera entrò un troll e noi per avvisare Hermione la andammo a cercare in bagno trovandoci di fronte quel bestione. Riuscimmo a sfuggirgli e da lì diventò nostra amica> sorrise a sua sorella e continuò <Fortunatamente aggiungerei senza di lei non avremmo combinato niente> tutti risero.
<Noi poi, da bravi studenti quali siamo, abbiamo scoperto che al terzo piano c'era un cane a tre teste a guardia della pietra filosofale. Più avanti abbiamo scoperto anche che Fuffi non era l'unico ostacolo e noi eravamo convinti che il professor Piton voleva rubarla ma ci sbagliavamo. Quando andammo da Silente per avvisarlo era partito a causa di una finta chiamata dal ministero così decidemmo di scendere nella botola che proteggeva il cane e superammo il tranello del diavolo, una prova sulla scopa, scacchi giganti, un'altro troll (che era già stato battuto) e una prova di logica di pozioni. Io proseguì da solo perché Ron si era sacrificato negli scacchi per vincere e Hermione dopo avermi aiutato nella logica tornò indietro per assicurarsi che stesse bene e avvisare la McGrannit. Arrivato nell'ultima stanza non potevo credere a ciò che vedevo: il professore di difesa era colui che voleva rubare la pietra per Voldemort. Era nascosta nello specchio delle Emarb. Solo chi voleva la pietra ma non usarla poteva prenderla e io me la ritrovai in tasca magicamente. Raptor mi fece vedere come Voldemort viveva dentro di lui e provò ad uccidermi ma non riusciva a toccarmi senza provare un grande dolore. Questo per la protezione di mia madre ancora presente dopo 11 anni. Raptor quella notte morì e Silente distrusse la pietra. E questa fu la prima volta che affrontai Voldemort e la prima volta a impedirgli di tornare> finì il racconto Harry e si lasciò cadere sulla sedia dietro di lui. Era stanco. Parlare del suo passato non gli piaceva e doveva fare un enorme sforzo per rimanere calmo.
<Ci sono domande?> chiese alla fine Ginny seduta accanto a lui che le teneva la mano.

Ti avrei scelto in ogni caso - HINNY. CompletataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora