Prologo - Erick

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"Jacob, amico mio, mi sa che hai perso anche questa volta..." sorrido portando alle labbra il bicchiere riempito da bourbon, scopro le mie carte "...Scala Reale."
Vedo il volto di Jacob sbiancare tra i fumi del tabacco delle sigarette, dei sigari e molto probabilmente di altro.
"Sei proprio un gran bastardo Erick, vuoi farmi indebitare fino al collo? Ho una moglie io!" Borbotta l'uomo dai baffi bianchi ingialliti a causa del fumo di sigaretta.
Sorrido consapevole di aver vinto un bel gruzzolo questa volta, picchetto la nocchia sul tavolo verde "Avanti, firma questo assegno Jacob, non fare storie."
Dal taschino della giacca elegante estrae un piccolo pacchetto dal quale a sua volta estrae un singaro, che sembra minuscolo tra le sue mani grandi e incallite, poi prende l'accendino e l'accende portandolo alla bocca, come se già non fumasse abbastanza.
Finalmente firma l'assegna da mille dollari che io piego e che metto con cura nel portafogli appena uscito tasca del jeans.
"Dovevo incontrare proprio te sta sera... Dimmi un po', che ci sei venuto a fare nel casinò più popolare di Hollywood? Non è zona tua, questa."
La penombra che copre il nostro tavolo comincia a darmi fastidio agli occhi, che chiudo con prepotenza per inumidirli, si sono seccati anche per l'aria stanzia che gira qua, o meglio che non gira.
Rido raucamente, mentre adocchio una bella bionda tinta tutta curve, probabilmemte rifatte "Un cliente mi ha chiamato con urgenza ma non si è ancora fatto vivo, meglio per me che grazie a te ho accumulato un po' di soldi... magari riesco a rimediare anche un bel lavoretto da quella bionda, fissa qui già da un po'..." indicò la bionda seminuda col mento, leccandomi le labbra, "...forse ha capito che grande creatura c'è nelle mie mutande..."
L'uomo fa una smorfia disgustata "Mi piacciono le femmine Erick, non mi interessano i particolari alquanto schifosi del tuo corpo."
Ignoro bellamente le parole di Jacob e chiamo la bionda da me muovendo l'indice, lei sorride e si avvicina sculettando col culo rifatto e avvolto dalla culotte.
Si siede su di me e da qui posso vedere la sua quarta abbondante fasciata solo da una striminzita maglietta che non arriva a coprirle nemmeno l'ombellico.
Le accarezza le gambe vestite dalla giarrettiera, "Come ti chiami bella?"
Lei sorride mansueta e mi accarezza i capelli avvicinando così le sue tette al mio viso, "Mi chiamo Candy" la sua voce è sensuale e anche un po' fastidiosa, ma non deve mica parlare.
"Dolce Candy quali sono i tuoi talenti più spiccati?" Le dico alludendo palesemente a quello.
Jacob alza le mani "Ti lascio in compagnia di Candy, a mai più scroccone."
Lo ignoro e Candy comincia a baciarmi il collo, accarezzandomi sensualmente il petto con la mano smaltata di rosso, ed io comincia ad accarezzarle i glutei con un mano mentre con l'altra salgo dai fianchi fino al seno prosperoso.
La sedia dove prima era seduto Jacob scricchiola, "Erick, ho avuto un imprevisto, sono venuto il prima possibile... Bella Biondina stai ferma un po', che fai con quella mano? Nono, devo parlare col tuo cliente e anche urgentemente poi potrai farti sbattere quanto vorrai."
Candy mette il broncio ed esce la mano dai miei pantaloni, mentre io guardo irritato Alfred.
"Che cosa è successo di così urgente?" Sbotto contro Alfred e lui si fa serio, "April." Congiunge le mani davanti il mento, io sorrido a Candy "Dolce Candy, che ne dici di far un giro? Divertiti un po', ma non molto che dopo ti aspetta di salire sulla mia giostra." Candy sorride, si alza sui tacchi e va via, da qualche parte.
"Bene, possiamo parlare... di che si tratta?"
Lui prende un bicchiere di vetro con del liquido scuro e liscio all'interno, dal vassoglio di una ragazza che passeggia per il casinò, portando bevande a chi ne ha voglia.
Trangugia il liquido, posandolo sul tavolo verde producendo un rumore sordo "Non la trovo più... Vedi finalmente ho trovato un po' di tempo per stare a casa, volevo andarci a letto d'altronde è costretta ad esaudire ogni mio volere, ha detto di dover andare al bagno prima ma non è più uscita e..."
Scoppio a ridere sonoramente, "Cazzo Alfred, l'hai fatta scapare? Deve essere davvero spaventoso per averla fatta traumatizzare così. "
Lui mi guarda piccato "Il mio coso è più che buono e funzionante..."
Sbadiglio annoiato dalla discussione, "E che cosa vuoi Alfred? Io mi sono esonerato da qualsiasi responsabilità dal momento in cui te l'ho venduta, adesso non mi riguarda più, se devi proprio assumi qualcuno per trovarla, se vuoi te ne vendo un'altra, ho una francesina carina carina che..."
Si gratta il mento pensieroso, sorride "Vada per la francesina, anche se preferirei effettivamente una russa... Ti ho avverito perché una volta sono uscito con April, in un bar ed ha incontrato un'amica, col suo fidanzato... Te lo sto dicendo perché altri miei amici hanno preso una ragazza da te e questa cosa non era mai successa, d'altronde le vendi dall'altra parte del paese e mi sembra strano che abbia incontrato un'amica qui a Los Angeles. Voglio dire l'Oklahoma non è esattamente dietro l'angolo. "
Agrotto le sopracciglia, "Lo trovo improbabile anche io... Dimmi di più."
Manda giù il resto del liquido del bicchiere, "Beh questa ragazza ha invitato April ad uscire l'indomani e per non destare sospetti l'ho fatta andare, ora che ci penso la ragazza ha accennato ad una sorta di tradizione, col suo compleanno credo... o cazzate simili..."
Male, molto male, se è qualcuno che si sta immischiando nei miei affari potrebbe portare un bel po' di scompiglio... E se fosse uno sbirro sotto copertura?
"Quanti anni aveva?" Chiedo dubbioso.
"Non so, tra i 16 e i 18." Risponde e anche lui si accende un sigaro, estrandolo dalla tasca dei pantaloni neri.
Potrebbe essere qualcuno che conosco, di vista o no ma meglio indagare oltre "Capisco, si...  E com'era?"
"A non ricordare male era veramente carina, viso carino, naso all'insù, capelli scuri, occhi chiari... azzurri se non sbaglio, o forse grigi non ho notato... Ah, quasi dimentivavo, l'ho fatta pedinare da Jackson ma a quanto dice era brava alla guida e in auto c'erano altri due ragazzi, più il suo fidanzato ovvio... poi Jackson ha perso le loro tracce per via dei piedipiatti."
Serro le labbra innervosito, "E com'era questa ragazzo?"
"Alto, occhi e capelli scuri... o forse era biondo? Bah, chi se lo ricorda?"
"Sai i loro nomi?" Chiedo sempre più agitato.
Accarezza il mento sollevando gli occhi al soffitto, poi il volto si illumina "Solo quello della ragazza, ma non ne sono sicuro... Credo... si Credo si chiamasse proprio Jannet, o qualcosa di simile."
Sbatto il pugno sul tavolo, che cazzo stanno facendo quei due bambocci?
Alfred solleva le sopracciglia, "Jane?" Chiedo infuriato e lui annuisce sopreso, "La conosci?"
Ringhio un cenno d'assenso "Sin troppo bene... quella serpe dalla lingua lingua, che impicciona dannazione!"
Alfred agrotta la fronte, "Se è una dei tuoi e se è stata lei a farla sparire, ti conviene farla parlare ho speso pareccho soldi per April."
Annuisco concorde "Ti farò sapere per la russa, ma non prometto qualcosa."
Lui si alza e se ne va, ci mancavano solo quegli adolescenti, ma dico non hanno altro da fare nella loro insulsa vita?
È il caso che vada a sfogarmi con la dolce Candy, ho come la sensazione che mi farà dimenticare pure il mio nome.

Philofobia - Non smettere mai di guardarmi 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora