Capitolo 20 - Sean pt. 6

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"Temere l'amore è temere la vita, e chi ha paura della vita è già morto per tre quarti."
-Bertrand Russel

La sollevo dalle gambe e la invito ad allacciarle al mio bacino, gesto a cui acconsente e la porto dentro, nella camera che poco prima abbiamo chiuso a chiave, nessuno sospetterà qualcosa, è normale che gli ospiti si appartino nelle stanze.
Mi siedo sulla chaise longue con lei sopra di me, a cavalcioni, e porto le mani sul suo corpo che accarezzo con cura e riverenza.
"Sean..." mi richiama, soffiando il mio nome.
Espriro, "Jane, io sono solo spaventato..." sussurro, con la voce che trema impercettibilmente.
"Da che cosa?" Mi chiede lei preoccupata, portando le mani sul mio petto, che accarezza come se fosse un segno di conforto.
Anche se per me, è un gesto provocatorio, che riesce nel suo intento e mi accende ancora di più, invitandomi a poggiare le mani sul suo culo, che stringo tra le mani.
Sussulta impercettibilmente, facendomi sorridere nella semioscurità.
Ripenso alla domanda che mi ha fatto e perdo il sorriso, "Io ho paura di quello che provo per te, mi spaventa essere innamorato di te, perché io non ho mai sentito niente del genere... Ti chiedo solo un po' di pazienza, non ti prometto che andrà sempre tutto bene, ma ho bisogno di tempo per capire come funziona, io..." faccio una pausa, "Sarò sincero, non voglio perdere quello che abbiamo, qualsiasi cosa sia, ma è un mondo nuovo, quindi... Aspettami."
La paura di amare e di essermi espresso così sinceramente mi attanaglia il cuore e il fatto che Jane rimanga in silenzio, non aiuta per niente.
"Jane, di' qualcosa." Borbotto.
Sento il suo respiro farsi sempre più vicino, fino a mescolarsi con il mio, e finalmente, dopo troppo tempo, sento le sue labbra premere sulle mie, muovendole con una passione mai avuta prima, con un energia sorprendente e destabilizzante.
Si muove su di me, facendomi impazzire, e le mordo il labbro, succhiandolo subito dopo, stando dietro al suo ritmo fulminante.
I denti si scontrano, le mie mani scorrono in tutto il suo corpo mentre sento le sue dita che veloci ed inesperte, cercano di sbottare i bottini della mia camicia incespicando sui suoi stessi passi.
Passo a baciarle, morderle e succhiarle la mandibola e il collo, fino alla clavicola.
I polpastrelli delle dita, accarezzano delicatamente le spalle, poi vanno dietro sino alla sua schiena, afferrando la cerniera che tiro giù lentamente producendo il tipico rumore ronzante, passo le mani nella sua schiena, nella porzione a forma di V creata dall'apertura della cerniera, torno sulle spalle e prendo ad abbassare le maniche con delicatezza e lentezza.
Mi toglie la camicia, mentre io provo a toglierle il vestito con tutto l'autocontrollo che possiedo per non strapparlo.
Non appena lo tolgo, sempre con le mani sulla sua schiena, tocco il gancetto del reggiseno senza spalline, chiedendole un muto permesso, con il quale mi risponde accarezzandomi il torace, toccandomi con i palmi aperti.
Capisco che mi da il consenso, sopratutto quando passa a baciarmi il collo, anestetizzandomi per un attimo, e passa la lingua dalla base del collo fino alla mascella, facendomi immaginare cose ancora più sporche.
Sgancio il reggiseno, facendolo scivolare e tirandolo nell'altra parte del divano.
Vedo la sua pelle riempirsi di pelle d'oca, a causa della brezza fresca invernale che entra dal balcone, quindi la distendo sul divano e mi poggio su di lei, equilibrando il peso con le braccia che piegate, stanno ai lati del suo viso.
Quello che sto facendo con lei, è totalmente diverso da quello che ho mai fatto in vita mia ed io, di esperienza in campo ne ho, e anche tanta.
Mi chiedo come sia possibile, che la mia mente sia totalmente monopolizzata da lei in questo momento, il suo profumo che mi invade le narici, le labbra soffici, il sapore dell'alcolico bevuto sulla lingua, il respiro affanoso che si scontra sulla mia pelle e che si mescola col mio, la pelle calda che rabbrividisce, liscia, morbida e bianca, i capelli setosi neri corvini, adesso sciolti dall'intricata pettinatura tra le mie dita, il suo corpo che reagisce al mio, i gemiti eccitati che provengono dalla sua gola, le curve morbide, le sue dita che sfilano i miei pantaloni, i suoi occhi freddi che trasmettono un calore indescrivibile, la sensazione di averla attorno a me, il piacere crescente, i suoi denti che mordono le sue stesse labbra, aumentando la mia voglia di baciarle e mi ci avvento, divorandole. Il mio interesse nel soddisfare prima lei che me, qualcosa di totalmente nuovo per me, che ho sempre pensato egoisticamente a me stesso. E poi, il picco di tutto, quando la guardo e sono certo di potermi fidare di lei, più di qualsiasi altro. Quando sento il calore al cuore aumentare e non accennare a dissolversi.

Philofobia - Non smettere mai di guardarmi 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora