Capitolo 27

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"Mi chinai per darle il bacio della buonanotte, ma d'un tratto il bacio si fece selvaggio, un incendio, un uragano. Non potevo fermarmi."
- Yves Montand

Porto le mani a coppa, piene d'acqua,
Sul viso caldo sentendomi un po' meglio grazie alla freschezza dell'acqua, anche se non so quanto possa essere fresca e pulita l'acqua di questa scuola.
Chiudo il rubinetto dell'acqua e poggio le mani sul lavandino, scaricando il peso.
Sospiro, i miei ormoni sono decisamente impazziti.
Asciugo il viso e le mani con un foglio di carta del rotolo, buttandolo poco dopo semitrasparente e umidiccio nel cestino.
Mi giro e sobbalzo spaventata quando vedo la figura di Sean poggiata pigramente sul muro, che mi guarda con un sopracciglio alzato.
Gli angoli delle sue labbra si sollevano di poco, quasi come se fosse divertito dal fatto di essere riuscito a spaventarmi, facendomi fissare di nuovo lo sguardo su di loro, come un'orso che guarda un mucchio di miele appena fatto.
Involontariamente passo la lingua sulle labbra, sollevo lo sguardo trovando il suo puntato sulle mie labbra, decido di cambiare abilmente il discorso, nonostante siamo stati in silenzio, "È il bagno delle ragazze."
Wow, come mi è venuta in mente una cosa così intelligente e acuta da dire?"
M

i avvicino a lui, "Perspicace." Sghignazza.

"Come mai sei qui? Potresti cacciarti nei guai." Ma oggi è la giornata delle cazzate? Che cosa sto blaterando?
"Si, sarebbe proprio il reato peggiore che io abbia mai commesso." Ironizza, vedendo che io rimango in silenzio, procede "Mi sembravi interessata a qualcosa in particolare poco fa."
Il sangue affluisce velocemente sul mio viso, "Ti sarai sbagliato."
In un lampo, mi ritrovo incastrata tra lui e il muro, "No, non direi."
Seguo le labbra assumere pieghe diverse forme a seconda della parola che dice, "Vedo che alla fine hai staccato gli occhi di dosso a quello lì, per fissarli su qualcosa di interessante."
Stacco gli occhi con difficoltà dalle labbra e li punto nei suoi occhi, "Ma di che stai parlando?" Chiedo seriamente curiosa.
Mi scocca un'occhiata infastidita, come se pensasse che io lo sappia già, "Ieri, ti stavi mangiando Nick con gli occhi." Le sue mani si poggiano sui miei fianchi, stringendoli.
"Cosa?" Chiedo incredula, certo non si può dire che Nick sia un brutto ragazzo, ma non l'ho guardato più del necessario, non mi importa di lui, non lo conosco e già mi irrita.
"Non fare la finta tonta." Sbotta lui, gli lancio un'occhiataccia lottando contro me stessa per non stringerlo a me, mentre senso il calore del suo corpo fondersi al mio, mandandomi su di giri.
"Non lo stavo mangiando con gli occhi, l'ho guardato solo quando era necessario e... Hey, sei per caso geloso?" Chiedo con un sorrisetto sfacciato stampato sul volto.
Rimane fermo e in silenzio a fissarmi, mentre il suo respiro si mischia al mio, nei suoi occhi vedo lottare il fastidio e qualcos'altro, come se l'avessi messo alle strette.
Avvicina il suo volto al mio, il mio sguardo casca sull'oggetto dei miei desideri, inevitabilmente, su cui vedo passare i denti bianchissimi che mordono con delicatezza, quasi gemo ad avere visto con quanta sensualità si morde il labbro, quasi mi dimentico della domanda. Quasi.
"Quindi?" Chiedo, cercando di regolare il mio respiro accelerato.
La sua bocca si posa delicata sulla mia mascella, la lascia sfiorare la pelle del mio collo, facendomi ansimare, poi le guancia, il contorno delle labbra, su cui persino passa la lingua calda e morbida.
Il mio cuore batte all'impazzita, ma ho un argomento su cui fare leva a mio favore, "Non vuoi rispondere?"
"No, non voglio proprio." Mormora lui vicino al mio orecchio.
Dopo avermi incantata ed ammaliata per bene, si allontana lasciandomi ancora inebetita e vogliosa di lui.
"E perché?" Chiedo.
"Fai troppe domande."
"Non è una risposta." Ribatto risoluta.
"Non doveva esserlo." Dice con gli occhi pregni di desiderio.
"Ammettilo. Ammetti che sei geloso, geloso di me." Con gli occhi assessati di risposte lo sprono a svelarmi qualcosa di cui non sono nemmeno sicura.
"Penso solo che la gente non dovrebbe né guardare, toccare o fare certi pensieri su ciò che mi appartiene." Non sa proprio rispondere direttamente quando non gli conviene.
Il mio cuore prende ad accelerare ancora di più, battendo veloce e furioso contro il mio petto, gli appartengo? Questo era sicuro, ma da quanto lui lo sapeva? E lui appartiene a me? Assolutamente lo voglio.
"Non stavamo parlando di me?" Chiedo quindi, acquistando fiducia in me.
"E adesso stiamo parlando di Nick che ti spoglia con gli occhi." Quasi sento il fastidio nella sua voce palpabile.
"Qualche problema?" Chiedo innocentemente.
"Si. Posso spogliarti solo, sia in senso letterale che non." Afferma duramente, facendo arrossire con i ricordi di me e lui avvinghiati che mi invadono la mente.
"Non è questo il punto. Tu vuoi baciarmi." Dice con morbida franchezza.
"Io?" Sussurro sulle sue labbra, ora di nuovo vicine alle mie.
Lui annuisce provocando uno sfregamento tra le nostre labbra, che mi elettrizza, "Si, tu."
"E tu?" Chiedo.
"Io non lo farò, lo farai tu." Dice sicuro di sé, sviando ancora una volta la domanda.
"Ne sei così sicuro?" Domando.
"Si."
Detto questo scivolo via dalle sue dita, ghignando sotto i baffi, non è quello che voglio, ma ben gli sta.
Afferro la maniglia della porta, ma mi sento riafferare dal polso possessivamente e poi schiacchia forte al muro, premendo il mio corpo contro il suo grazie alle sue stesse mani, "Baciami."
Sussurra sulle mie labbra.
Poi si allonta un po', "Baciami." Ordina.
Si allontana ancora un poco, "Baciami." Ribatte.
Lo guardo con gli occhi spalancati dal desiderio, dalla voglia di assimilare tutta la sua immagine, dal lasciarmi ammaliare da questa, dal suo corpo, dal suo essere.
"Baciami." Mormora di nuovo, stringendomi di più a sè.
E lo bacio, non resistendo più.
Lo afferro con entrambe le mani dalla nuca per spingerlo di più verso di me, stringendo i capelli tra le dita.
Le nostre labbra si baciano in una danza passionale, intrecciandosi, come se fossero state lontane troppo a lungo. I nostri sapori diventano uno solo, come il nostro respiro, come la pelle delle sue mani che vagano sul corpo stringendomi ancora di più, non riuscirei a capire dove inizii il suo corpo e dove finisce il mio.
Un cocktail di frenesia e furia mi inebetisce mentre morde il mio labbro, succhiandolo prima e leccandolo dopo.
Mormora qualcosa fra i baci, affannato, ma non riesco a capire cosa e in questo momento non so quanto ho voglia di sapere.
Le sue labbra scendono sul mio collo, esercitando lo stesso lavoro di poco prima sulle mie labbra, facendomi gemere vergognosamente, e quel mio suono sembra animarlo ancora di più.
"Se non mi fermi, ti prendo qui, adesso." Ansima sulla mia pelle mentre io scendo a baciargli il collo e la mandibola.
"Ma io non voglio fermarmi." Mormoro.
Si ferma, mettendo qualche centimetro di distanza tra noi, prende fiato e poi annulla di nuovo le distanza, dandomi un bacio dolce e lento, che mi fa andare ancora più su di giri, come se volesse goderselo.
Il bacio lento però acquista velocità, la dolezza cambia in passione inarrestabile e i freni inibitori si trasformano in furia impetuosa.
Si allontana di nuovo, lasciandomi senza fiato.
"Meglio uscire, prima che ci becchino a fare qualcosa di molto poco meno innocente e innocuo, di un bacio." Mi guardare in tralice, premendo le sue labbra ora rosse a causa dei baci fra loro.
Mi lascio trascinare fuori, nonostante non ci sia alcun contatto fisico tra di noi mentre ficca le mani in tasca con urgenza, come se dovesse farlo per forza, e camminiamo insieme affiancati nei corridoi, mentre io cerco di assumere un po' di contegno.
Improvvisamente si ferma, voltandosi completamente verso di me, guardandomi con uno strano cipiglio sul viglio, "Perché non mi baci quando ne hai voglia?"
Sussulto alla domanda, voltandomi a mia volta verso di lui, "Cosa?"
"L'ho notato, sai? Tu vorresti baciarmi molte volte, ma non lo fai." Mi chiarisce.
"E da cosa l'avresti capito?" Chiedo sfidandolo, alzando il mento e puntando i miei occhi azzurri nei suoi neri come petrolio.
"Mi fissi le labbra, come prima nelle scale antincendio e ovviamente, grazie alla mia magnanimità ti ho accontentata."
Arrossisco istantaneamente, evito il discorso "Tu saresti magnanimo?"
Alza un sopracciglio, "E tu cambi discorso?"
Sollevo le spalle con nonchalance, "Esattamente come te, prima."
Fa un sorriso sghembo che mi contagia, "Touché." Fa un piccola pausa, "Adesso rispondi."
Il mio viso possibilmente diventa ancora più rosso e lui risponde per me, "Ti imbarazza? Abbiamo fatto di peggio, di molto peggio, a confronto un bacio è innocente quanto un bambino."
"Uhm, non direi così innocente." Rispondo, pensando a poco prima.
Sul suo viso nasce un sorriso perverso, mentre la campanella che segna la fine delle lezioni e l'inizio della pausa pranzo suona, "Hai un animo perverso." E non è una domanda, ma scuoto comunque la testa mentre mi appoggio al muro.
Gli studenti si riversano in massa nei corridoio, procurando un gran baccano, e tra le file disordinate di studenti, scorgo proprio Jessica e Megan che cammino insieme, a braccetto come al solito, con dei vestiti che non lasciano proprio nulla all'immaginazione.
Vedo i loro occhi puntarsi su Sean accanto a me, non si sono ancora accorte della mia presenza, l'ormai familiare fastidiosa sensazione si annida allo stomaco, "Ebbene, dato che mi hai dato il... mmm.. permesso," se così si può chiamare, "riscuoto il mio diritto." Dico schiarendo la voce.
Mi fissa aggrottando le sopracciglia, come se non capisse veramente la mie parole.
Con il cuore che batte in preda all'ansia e il viso che comincia a scaldarsi, mi metto in punta di piedi allungandomi verso di lui e posandogli un leggero bacio sulle labbra.
"Stai marchiando il territorio?" Colta in flagrante, le gote del mio viso si imporporiscono ed evidententemente per lui questa è una risposta sufficiente, "Beh, dovresti farlo meglio."
Mi afferra dal polso facedomi schiantare contro il suo petto, mi afferra il volto e poggia prepotentemente le labbra sulla mie, baciandomi con voracità, mentre con una mano scivola sulla mia schiena spingendomi verso di lui e l'altra mi afferra dalla nuca, tirando leggermente i capelli, contatto che mi fa gemere.
Pian piano ci allontaniamo, probabilmente per non dare scena e quando mi volto trovo le teste fumanti delle cheerleader che si voltano con stizza, e marciano via rigidamente.
"

Credo che il tuo piano sia andato a buon fine." Mi comunica Sean.
"Non avevo assolutamente alcun piano." Dichiaro innocentemente.
"Mh-mh." Dice come se non credesse.
"Bene voi due, adesso che avete finito di slinguazzarvi, noi ti rubiamo Jane per un po'." Afferma Kate, accostata da April, spuntate dal nulla. Entrambe mi prendono a braccetto e mi trascino fuori, nel cortile, prima ancora che io possa capire chi sono.
Mi obbligano a sedermi con loro sotto un albero, sull'erba e mi fanno il terzo grado semplicemente fissandomi.
"La vostra giornata è stata proprio noiosa, eh?" Dico.
"Non sai nemmeno quanto." Sbadiglia April, mentre Kate ridacchia
"Bene bene allora, questi amoreggiamenti in pubblico vuol dire che il principe dal cuore di ghiaccio ha finalmente preso posizione?"
Sollevo lo sguardo al cielo, "No."
Mi guarda sospettose, "Solitamente non amoreggiate così, ma con gli occhi."
Sospetto che hanno fatto uso di sostanze chimiche, "Con gli occhi." Ripeto perplessa.
Le due ragazze annuisco serie, "Certo, vi scambiate un sacco di sguardi."
Scuoto la testa, come a voler togliere dalla testa tutte queste dichiarazioni di dubbia veridicità, "Comunque no, non ha preso... posizione." Ripeto le stesse parole della bionda, con una smorfia che dimostra il mio disappunto.
"E che aspetti a fargliela prendere?" Sghignazza la rossa.
"Spetta a lui, mica a me." Mi tiro leggermente i capelli dalle punte, in un gesto nervoso.
"Devi provocarlo, devi farlo ingelosire così capirà che sei un bocconcino ambito e desiderato e che deve affrettarsi a prenderti, prima che lo faccia qualcun'altro." Spiega diligente la bionda.
"E questi perle di saggezza dove le avresti prese?" Chiedo ironicamente.
"Dal manuale Come conquistare un ragazzo in pochi semplici passi." Risponde risoluta Kate.
Strabuzzo hli occhi, ma che diavolo di manuali legge?
Aspettami.
Mi viene in mente la sua voce roca che mi sussurra con un accenno di timore.
Scuoto la testa con vigore, "Non se ne parla, aspetterò. Ognuno ha diritto di avere i propri... tempi." Concludo titubante.
"Eh va bene." Sbuffa.
"Dicci un po' però." Torna all'attacco April, "Non sapevo che fumassi."
Sotto la sua maschera innocente, vedo un non so che di diabolico, come se già sapesse l'argomento sigaretta. A dimostrare la mia teoria, lei solleva ritmicamente le sopracciglia.
"Beh, nemmeno io." Da man forte Kate.
"Sean mi ha fatto provare qualche giorno fa, ma non prenderò il vizio." Confesso ormai alle strette.
Mi sento già abbastanza in colpa a noscondere il fatto che probabilmente dovremmo scappare alla fine di tutto.
Come farò senza di loro? Prendo delle profonde boccate d'aria, cacciando indietro le lacrime.
"Prenderai il vizio di lui, hai visto come te la mette in bocca?" Chiede April con un sorrisetto pervertito.
Mi affogo con la mia stessa saliva, tossendo in cerca d'aria.
Kate mi batte la mano sulla schiena sghignazzando, "Avanti, sappiamo che non sei innocente, confessa i tuoi peccati." 
Prendo profonde boccate, in cerca d'aria.
"Non capisco proprio perché non provi a dargli una piccola spinta." Mi sorride incoraggiante la rossa.
"Perché... perché mi ha chiesto di aspettarlo ed io... io voglio farlo, voglio aspettarlo."

Philofobia - Non smettere mai di guardarmi 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora