Capitolo 4

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"Ero passato per un saluto, mi trovavo da queste parti e ho pensato come te la passavi col tuo nuovo appartamento." Sorride lascivo e io sposto lo sguardo sul divano, dove poco prima c'era April, sul quale c'è il plaid, la tazza di thè e un biscotto.
Per non destare troppi sospetti, sposto il plaid dal divano, prendo la tazza e bevo un di thè, mangiando poi il biscotto.
Spero solo che April non abbia alcun tipo di malattia.
"Bene l'hai visto adesso puoi anche andartene." Dico senza troppi giri di parole.
"Tesoro, quella lingua lunga ancora non è andata via! Ti ho già detto che potresti usarla per qualcosa di più utile, non credi?" Quasi mi affogo con la mia stessa saliva.
E mentre Erick si siede sul divano accanto a me, come se fosse a casa sua, è Sean a rispondere per me "No, non crede." E riduce i suoi occhi in due fessure, mentre aggrotta le sopracciglia, in un espressione infastidita e attenta.
Erick sorride, grattandosi il mento "Dici Sean? Forse hai ragione, sembra troppo innocente per fare qualsiasi cosa la verginella qui." Mi indica e si avvicina, ma io mi alzo prontamente e mi allontano da lui.
"Comunque... non sono passato solo per un semplice saluto, effettivamente." Dice e noto come il nervosismo comincia a nascere in lui, la gamba comincia a fare su e giù, come se fosse uno sfogo.
"Ovviamente." Non posso fare a meno di dire.
"Conoscete una certa April?" Sputa diretto, il cuore comincia a battere forte, Alfred lo ha avvertito, Erick sospetta qualcosa.
Mantengo un espressione neutrale e anzi sorrido, "In tutta sincerità, Erick, l'unica April che conoscevo era una bambina con cui giocavo quando avevo cinque anni e poi si è trasferita in Italia. Non credo tu la possa conoscere. "
Lui diventa serio e mi fissa negli occhi "Quindi non c'è nessun problema se vedo un po' la casa, no?"
Non batto ciglio, scrollo le spalle, "Assolutamente Erick, sarò felice di farti da cicerone.", Erick si alza in piedi, lisciando i jeans "Addirittura." Commenta con ironia.
Mi segue nell'improvvisata visita guidata del mio appartamento, si guarda intorno nei corridoi, apre le porte, tutte le porte, osserva la stanza e le richiude.
Ed il mio cuore perde un battito ogni volta che apre un porta, poi però giunti all'ultima tappa, alla cucina, faccio un sospiro di sollievo.
Torniamo nel salone e si rivolge a Kate, "Complimenti per la casa, biondina.", lei ringrazia freddamente e prova a mettersi più comoda nella sua postura rigida.
"Tolgo il disturbo tesoro, magari un giorno di questi potrei tornare e potremmo prenderci un caffè." Che razza di depravato.
"Mai Erick. Ciao e addio." Lo conduco alla porta, non gli do il tempo di dire qualcosa che gli sbatto la porta in faccia non appena esce, lo guardo dallo spioncino chiamare l'ascensore e mentre lo aspetta, scrive qualcosa nel suo telefono, poi gli arriva una chiamata ma proprio mentre risponde, le porte dell'ascensore si aprono e lui entra.
I muscoli del mio corpo in tensione si rilassano un po' e un po' d'ansia scivola via.
Quando torno nel salone, entra nella stanza Kate seguita da April, chissà dove l'aveva nascosta. 
Proprio quando sto per aprire bocca, Sean ci zittisce, mettendo il dito medio davanti le sue labbra.
Si avvicina al divano e si abbassa, piegando le ginocchia, con la mano cerca qualcosa sotto il bracciolo poi si ferma, si rialza e ci fa vedere un microscopico aggeggino, tenuto tra il pollice e l'indice della sua mano, poi stringe le dite, l'uno verso l'altro e l'aggeggino si sbriciola.
"Cimici." Dice.
"Ce ne sono altre?" Gli chiedo nervosamente, tirandomi la punte dei capelli.
"Non in questa stanza, non ha toccato altro... quando ha visto la casa ha toccato qualcosa?" Chiede stringendo le labbra, riducendole a due fessure. 
Scuoto la testa "Eccetto le maniglie niente."
"Vado a controllarle." Dice Metthew e sparisce dietro l'angolo, quando si avvia per la ricerca delle cimici.
"A proprosito Kate, hai un armadio gigante." Dice April, facendo capire che si era nascosta lì.
La mia amica le sorride, ringraziandola.
Io però sospiro, "Sean, non sono più sicura di poterla portare lì, Alfred avrà detto tutti i particolari ad Erick e lui quasi sicuramente ci farà seguire. Ormai lo sa."
Nel frattempo Metthew torna nella stanza e scuote la testa, comunicandoci che non ha trovato alcuna cimice.
"No infatti, dobbiamo cambiarle identità." Mi risponde il ragazzo dagli occhi scuri, fissandoli nei miei e ci leggo una tempesta dentro, che mi confonde.
Io forzo un sorriso, "Beh April, oggi cambierai look, di che colore li vuoi i capelli e gli occhi?"
Kate sorride euforica, "Oh si, un pomeriggio per sole ragazze!"
Scuoto la testa a causa del comportamemto della mia amica, trattengo un sorriso sincero.
"Noi provvedereremo a farti avere una nuova carta d'identità, passaporto e tessera sanitaria." Ci comunica Metthew, riferendosi a se stesso e a Sean.
Mentre i ragazzi vanno fuori nel balcone a fumare, Kate prende degli indumenti dalla sua stanza e quando torna si avventa su April.
Le mette un cappello bianco di lana ingombrante sulla testa, le fa indossare degli enormi occhiali da sole rettangolari e un cappotto beige, poi prende un cuscino, ponendolo sul ventre di April, prende lo scotch e lo avvolge intorno al busto della ragazza, cosicché il cuscino non possa cadere. Le chiude il giubbotto, poi prende una... parrucca? Ma che diavolo...
Dalla parrucca fuxia estrae delle ciocche che attacca al resto dei capelli di April.
April comincia a ridere guardandosi nel riflesso della tv, "Kate ma sei matta?"
La bionda la segue a ruota, "Beh devi essere irriconoscibile! Ah dimenticavo, vado a prenderti una borsa." Corre verso la sua stanza e quando torna, ha tra le mani hna borsa enorme viola, orrenda direi.
Kate se la mette in spalla e prende a breccetto April, "Signorina non si sforzi, non vorrei che il bambino facesse fatica! Le porti io la borsa."
I ragazzi entrano guardando preoccupati la scena, probabilmente Sean si starà chiedendo che razza di disturbi mentali affliggono Kate.
La cosa sorprendente però non è la risata genuina della ragazza, ma che lei regge il gioco a Kate "Oh la ringrazio miss, sento come una palla da bowling nella mia pancia!"
E scoppio a ridere come una cretinaz insieme alle mie due amiche.

Philofobia - Non smettere mai di guardarmi 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora