Capitolo 10

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"Ci si abbraccia per ritrovarsi interi."
-Alda Merini

Il buio della mia camera mi abbraccia e il silenzio mi inghiottisce, le lacrime scorrono lente e amare, così come l'accenno del mio sorriso.
Ho sognato un ricordo, ho sognato quel che probabilmente era il mio sesto Natale, quando eravamo una famiglia unita, quando mia mamma era sorridente e felice, quando mio padre era ancora vivo ed amorevole, quando io ero giovane e spensierata.
Trattengo un singhiozzo, cosa penserebbe lui se sapesse che in giro sono? Se sapesse di come piango adesso? Se sapesse del rapporto che condivido con la mamma?
"Sarebbe deluso..." mormoro tra le lacrime, con la voce incrinata.
"Non è vero, sarebbe orgoglioso della donna che stai diventando." Sussulto, sentendendo la sua voce, non aspettandomi fosse qui, calda e profonda come sempre.
"Ne dubito..."
Il letto accanto a me si abbassa sotto il suo peso, una lacrime del viso viene catturato dal suo polpastrello, "Perché dici così?"
Rido senza alcun divertimento, sentendo il mio torace muoversi, "Partecipo a gare clandiste il cui capo organizza il traffico di donne, mia madre fino a poco tempo fa mi disprezzava, mi picchiava, mi dava la colpa di quel che gli successe, io stesso mi davo, e mi do tutt'ora, la colpa di quel che gli successe e... faccio la vittima, piagnucolando, come se non fossi la carnefice, Sean."
Lo sento espirare bruscamente, il fiato trema e non so il perché, poi due braccia forti mi circondando, mi stringono forte a lui e la sua mano mi accarezza la schiena, come una danza lenta.
"Sei una ragazza che non avava la più pallida idea di cosa fosse Erick, di cosa fosse il suo giro... Ma ti ci sei buttato a capo fitto, per non lasciarmi da solo, dopo quello che ti avevo fatto... Sei diventata una pedina di Erick, nonostante sapessi quanto fosse crudele, hai scoperto del traffico e hai ficcato il naso, hai aiutato April e... eri una bambina piccola Jane, chiunque ti incolpi e ti farisca per quel che è successo, non hai idea di quel che dice... Io in te, vedo una ragazza a tratti incosciente, si, ma coraggiosa... una ragazza che non lascia indietro i suoi amici."
Sorrido stretta ancora a lui, grata per ciò che ha detto, "Incosciente?"
Stronca una risata roca, che perquote il suo corpo, "Si incosciente, hai persino dato l'indirizzo di casa tua ad April, senza dirmi niente." Borbotta e noto irritazione nella sua voce, "Dopo il mio discorsetto, è l'unica cosa che hai da dire?" Sono certa che ha sollevato il sopracciglio, come al solito.
Arrossisco, sentendomi vicina a lui e non solo fisicamente, "Grazie." Mormoro, "Neppure tu dovresti darti la colpa, non lo sapevi e..."
Mi interrope, sciogliendo l'abbraccio mentre lo sento irrigidirsi, "E niente, avrei dovuto saperlo, Jane.''
Mi avvicino impercettibilmente a lui, godendo della sua presenza e del suo profumo, "Tu stesso hai detto che era un uomo carismatico e rispettato, anche io non avrei sospetto niente del genere. "
Espira forte ancora una volta, poggio una mano sul suo torace avvertendo i muscoli tesi e solidi, "Ma io ci vivevo in quel contesto... Ho vissuto con lui per così tanto tempo, come ho potuto non accorgemene? Come ho potuto lasciare mia madre e Cassidy da sole?"
E ora è il mio turno di avvolgerlo tra le mie braccia, stringendolo in un abbraccio confortante. Ho letto da qualche parte che abbracciare per più di 20 secondi qualcuno, libera degli ormoni che hanno degli effetti positivi. Prima lo sento irrigidirsi ancora di più, poi lo sento ammorbidirsi e sento che che solleva la mano per accarezzarmi i capelli.
Poi mi distende sul letto, seguendomi, "Buon Natale, Jane."
"Buon Natale."

Il sole che entra dalla finestra, mi infastidisce gli occhi obbligandomi a sveglirmi.
Allungo la mano dall'altra parte del letto, trovandolo vuoto, e una nota di dispiacere si insinua in me.
Guardo l'orologio, girandomi dall'altra mano, e mi sciocco nel vedere che è già l'ora di pranzo; mi alzo dal letto andando in cucina, sentendo ancora la pancia brontolare, "Buongiorno Janny."
April mi saluta sorridente, "Buon Natale."
Ricambio il sorriso, mentre mi porge un porzione degli avanzi di ieri sera, "Buon Natale a te, siamo sole?"
Chiedo titubante, annuisce "Esatto, i ragazzi sono andati via questa notte mentre Kate è uscita questa mattina presto." Mi rattristo al pensiero che Sean non sia rimasto a dormire tutta la notte, ma al contempo una parte di me è felice che abbia aspettato che mi addormentassi.
La rossa schiarisce la gola, "Di un po', hai programmi?"
Sollevo le spalle, "Dopo pranzo, verso il tardo pomeriggio dovrei fare un salto da mia madre, sai le avevo detto che sarei passata a salutare."
Annuisce, facendo un sorriso triste "Anche io vorrei fare gli auguri di Natale ai miei genitori."
Un'idea malsana e avventata, prende vita nella mia mente, "Sai il loro numero a memoria?"
Lei annuisce con un leggera patina umida negli occhi, io prendo il telefono componendo i primi numeri per l'anonimato, poi lo passo ad April, "Componi il numero, April."
Lei mi sorride, improvvisamente al settimo ciele, e ticchietta le dita sullo schermo poi mi guarda, per un'altra conferma e annuisco dandole il via libera.
Preme invio per la chiamata e porta il telefono all'orecchio, non appena sento una delicata voce risponderle dall'altro lato del telefono, le lacrime sgorgano libere e senza vergogna sul suo volto, rigandole le guancie.
Sorride, "Buon Natale, Mamma. Ti voglio bene e ne voglio bene anche a papà... Tornerò presto, te lo prometto."
E riattacca il telefono, abbracciando in cerca di conforto, poi mi accordo essere un gesto di gratudine "Grazie."
Ricambio l'abbraccio "Nessun problema. E adesso su, niente lacrime a Natale, è un giorno felice... Vai a vestirti, ti farò conoscere la simpatia di mia madre."

La durata media di un abbraccio tra due persone è di 3 secondi

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La durata media di un abbraccio tra due persone è di 3 secondi. Ma i ricercatori hanno scoperto qualcosa di fantastico. Quando un abbraccio dura 20 secondi, si produce un effetto terapeutico sul corpo e la mente, come un tranquillante.

La ragione è che un abbraccio sincero produce un ormone chiamato "ossitocina", noto anche come l'ormone dell'amore.

Philofobia - Non smettere mai di guardarmi 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora