Capitolo 16 - Sean pt. 2

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"Una sorella è un pizzico d’infanzia che non potrà mai perdersi."
-Marion C. Garretty

Il campanello suona e mi sveglio sobbalzando sul posto, con sollievo percepisco la testa senza alcun dolore, quindi mi stiracchio e cerco di aprire gli occhi. Quando li riapro, vedo una Kate assonata dai capelli biondi scompigliati, in pigiama che va ad aprire la porta.
Jane, accanto a me, o meglio appiccicata a me, dorme ancora beata sotto il plaid caldo che copre entrambi.
Porto la mano vicino al suo viso, togliendole delicamente la ciocca caduta sul volto e la porta dietro l'orecchio incastrandola, provando una sensazione piacevole, che si forma all'altezza del cuore, ma a cui non so dare un nome. Forse, effettivamente, non voglio darglielo.
La sento sospirare e circondarmi con un braccio, per quel che riesce, esattamente come faccio io.
Mi chiedo come faccia un esserino tanto innocente e ingenuo a farmi impazzire così.
Sento Kate alzare la voce dalla soglia della porta, "Jessica, tornatene a casa!"
Mi irrigisco, sbuffando, quando Kate nomina la sorellastra, che diavolo è venuta a fare qui?
Almeno Kate, non sembra intenzionata a farla entrare in casa.
Poco dopo, il tacco risuona nel pavimento facendomi chiudere gli occhi rassegnato. Kate deve imparare a prendere posizione, decisamente.
"Andiamo sorellina, voglio solo vedere la casa!" Sento la voce stridula e giuliva della ragazza farsi più vicina.
Poi le due sorelle piombano nel salone, stanza occasionalmente trasformata nella camera da letto di Jane. E mia, ormai.
"Oh, ciao Sean!" Strilla la ragazza, cercando di apparire seducente, ma la sua voce è così fastidiosa che mi perfora i timpani e quasi risento il mal di testa di ieri notte.
"Cristo Kate!" Mi lamento con lei, che regge un sacchetto, innervosito, quindi prendo il piccolo cuscino sotto la mia testa e lo appoggio sul viso, a mo' di scudo.
"A quanto pare c'è anche la sfigata che dorme, non mi dirai che hai dormito con lei, vero Sean?" Commenta acida, come se avesse chissà quale autorità.
"Jessica vai fuori, non vedi che c'è gente che dorme?" Ordina Kate, senza alcun successo dato che la sorellastra la ignora.
Jane si muove, sbuffando, "Buongiorno." Le dico ironico.
Lei apre gli occhi roteandoli al cielo, il suo viso è il ritratto dell'irritazione e del fastidio, "Pensi davvero che lo sia?"
Jessica sbuffa qualcosa, ma la ignoro palesemente, "Fino a pochi minuti fa lo era." Le risponde dunque.
Poi nel salotto, precipita anche Metthew con la chioma bionda scompigliata, vestito solo dai pentaloni, nella quale passa le mani.
"E chi sarebbe questo bel ragazzo qui?" Chiede Jessica ammiccando verso il mio amico, ma Kate si sovrappone tra di loro, con uno sguardo infuocato dalla gelosia "Nessuno di cui dovrebbe importanti."
Jessica schiocca la lingua contro il palato, in un gesto seccato, probabilmente intuendo il legame che Kate e Metthew condividono, e torna a seccare me.
"Non posso credere che hai davvero dormito con lei."
Sollevo un sopracciglio e aggrotto la fronte, "Non sarebbe la prima volta e la cosa non ti dovrebbe nemmeno interessare."
Il suo viso diventa rosso dalla rabbia, sbuffa dal naso ora completamente guarito dal pugno di Jane, "Certo che mi riguarda, io sono decisamente meglio di questa sfigata, non c'è paragone, sono molto più bella." Si ravviva la chioma bionda in perfetto ordine.
"Discutibile." Commento semplicemente, scocciato dalla sua presenza e dal continuo insultare Jane, la quale è rimasta in silenzio.
Il viso di Jess diventa ancora più rosso se possibile, "È pure un animale! Ha picchiato me e Meg in un modo scabroso."
Sbuffo pesantemente, espirando, la giornata non è nemmeno iniziata, "Mi piacciono quelle aggressive." Tento, per liberarmi di lei, Jane non è esattamente aggressiva, lo diventa solo se chi gli sta sul cazzo la fa dare di matto, e in altre occasioni, ma sarei incoerente se dicessi che sbaglia, dato che lo faccio anche io.
"Io sono aggressiva!" Ghigna soddisfatta la bionda, come se avesse appena vinto la partita.
"Tu non mi piaci." Le dico senza mezzi termini.
"Non sembrava la pensassi così quando mi scopavi!" prova ancora, però io la interrompo fulminando Kate con lo sguardo e imprecando "Cristo.", la bionda solleva le spalle stancamente, come qualcuno ormai abituato, "Mia madre tenta in ogni modo di farci riappacificare, le ha detto di portarmi il pasticcio di famiglia che, tra parentesi, è buonissimo e mangeremo a pranzo... ma il cucciolo bisognoso di attenzioni qui, è voluta entrare."
Jessica la fulmina con lo sguardo, rispondendo alla sorella che non è bisognosa di attenzioni e cazzate simili, ma Kate la ignora e quindi, le rispondo "Potevi sempre ordinarle di non entrare."
"Ci ho provato." Sbuffa questa.
"Hey! Io esisto!" Strilla la diretta interessante, con voce acuta, probabilmente potrebbe rompere i bicchieri di vetro se si impegnasse, ma al momento sta solo rompendo il cazzo.
"Purtroppo." Commenta Jane, facendomi sghignazzare mentre prendo una sigaretta e l'accendo portandola alle labbra, come un antistress.
"Non capisco cosa ci trovi in lei! Non ti sei mai interessato a nessuno, nemmeno a me, ed ora segui questo cane randagio, di Detroit."
"Cane randagio? Sei sicura di non star confondendo i ruoli, Jess? Perché mi sembra proprio che la cagna sia tu."
Sputa Jane innervosendosi, pronta all'attacco, ma la blocco dal polso.
Quando butto fuori il fumo, sembra che Jessica voglia saltare su Jane e sgozzarla, mossa sconveniente data la mia vicinanza. Metthew sembra intuire le intezioni dalla ragazza e le blocca da dietro le braccia, "Bene, Jessica. Io sono Metthew, tuo cognato, adesso per il volere del mal di testa che ci hai graziosamente donato, sei pregata di abbandonare la casa, ti farò l'onore di essere scortata. " dice freddamente il biondo, ma la sua fidanzata non è tranquilla come lui e marcia dietro loro infervorita quando Jessica dice "Puoi farmi l'onore di tantissime cose."
"Jessica! Ti strapperò tutti i capelli e tutte le unghie!" Dice stridulamente Kate.
Volgo lo sguardo su Jane, "Ritento: Buongiorno."
Mi sorride timidamente, facendomi sorridere a mia volta, "Buongiorno a te."
I due ragazzi tornano nella nostra stessa stanza, l'albero di natale è in netto incontrasto con l'umore dei due, "Beh, questo pasticcio? Ho una certa fame io." Prova a dire Jane, per sollevare l'amica, muovendosi dalla posizione sdragliata a quella seduta, invitandomi a posare la mano sulla schiena, accarezzandola.
"Fidati, vi piacerà un sacco, probabilmente è valsa la pena avere Jessica qui. Vado a svegliare April."
Porge il sacchetto contente il pasticcio al suo ragazzo e corre in camera di Jane, dalla quale torna, con espressione divertita, accompagnata dalla rossa perfettamente sveglia "Beh, vi avevo sentito parlare, e un po' urlare, con qualcuno che non ho mai sentito, quindi nel dubbio mi sono infilata nel tuo armadio, Jane."
E Jane scoppia a ridere, seguendo le amiche, contangiando sia Metthew che me.

Philofobia - Non smettere mai di guardarmi 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora