Capitolo 46

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"Colui che ha visto il leone ruggire non corre allo stesso modo di chi lo ha soltanto sentito."
-Proverbio africano

"Vi sembra normale chiamarmi a quest'ora della notte? Mi stavo facendo una biondina niente male! Ero riuscito anche a convincerla a prenderlo-" la voce metallica di Nick viene interrotta da quella scioccata di Kate, "Ci sono delle signore, qui!"
"Vuol dire che quando ci racconti delle esaltanti prestasioni di Metthew diventi un signore?" Domanda April inarcando un sopracciglio, scettica.
Kate si ammutolisce, come era prevedibile, e Nick sospira nel microfono del telefono, "Cosa dovevate dirmi?"
"Ti seguono." Dice senza alcun tipo di tatto Sean.
"Mi seguono?" Ripete Nick perplesso.
"È cosi difficile da capire? Si, ti seguono. Ti spiano. Ti controllano." Sbuffa irritato.
"Sta calmo." Intima Nick, "Comunque chi ve lo ha detto?"
Mett aggrotta le sopracciglia, "Nick hai sniffato qualcosa? Ci hai dato l'indirizzo delle Jones, a casa loro abbiamo trovato foto tue."
"Beh qualcosa effettivamente ho preso, ma non è questo il punto. Hanno scoperto qualcosa, sospettano di me?" Chiede improvvisamente serio.
"No, no. Non ti hanno mai beccato con noi, hanno foto tue al nightclub, alle gare, al bar, sotto casa. Abbastanza innocenti." Risponde Metthew.
"Sospettano ancora di Jane?" Chiede Sean.
"Non saprei a dire il vero, ultimamente le acque sembrano essersi calmate, ma Garcia e le Jones non si danno pace. A dire il vero, nessuno ormai gli da più molta corda, ma loro sembrano non voler mollare." Ci spiega velocemente Nick, "Voi che informazione avete avuto dal computer di Adolf?" 
"Niente che ci riguardi personalmente, eccetto un inquietante book fotografico su April e uno sulla sua sostituta. Vari documenti incriminatori, ci torneranno utili." Liquida la situazione Sean.
"Bene. Mi sto già mettendo a lavoro per l'indirizzo di Garcia, avvicinarsi e fuori questione, mette i brividi. A quanto pare Mark non ha idea di dove abiti, probabilmente gli unici a saperlo sono Erick, le Jones e Adolf." Sbuffa stancamente, "Per far parlare Erick dovrei farlo sballare fino al limite e dovrei farlo anch'io, e non è una buona idea. Con le Jones non attacca, sono delle serpi e quelle due stanno nel loro circolo privato guardando tutti dall'alto in basso." Un grugnito animalesco esce fuori dalla sua voce, interrompendolo per un attimo, facendomi aggrottare la fronte sospettosa.
"Dovrei avvicinarmi ad Adolf, docile al punto giusto, regge poco l'alcool, e sembra che io gli vada a genio." Il respiro di Nick si fa ansante.
"Nick, ti stai facendo lavorare l'uccello mentre sei chiamata con noi?" Chiede Metthew schifato.
"Certo che si, la bella fanciulla è tanto vogliosa. Inoltre, siete voi che mi avete interrotto." Alle parole di Nick reprimo uno spossante conato di vomito, "E non ditemi che siete scandalizzati, voi due ne sapete quanto me." Sospira flebimente, "Sono sicuro che le vostre ragazze non siano degli angioletti. Poi, non c'è niente di male."
"Potresti non parlare davanti a qualcuno della tua condizione di infiltrato?" Sbotta Sean. 
"Questa ragazza è più fatta di me e ha bevuto fiumi e fiumi di alcool. Domattina non si ricorderà nemmeno di essere stata con me, poveretta."
Poi ride divertono, "Sentite qua. Hey bellezza, mi dici il tuo incantevole nome?"
La ragazza ride divertita dall'altro capo del telefono, "Non lo so, ma puoi chiamarmi come preferisci."
Dal telefono provengono dei rumori osceni ed io mi allungo per chiudere la chiamata, sotto lo sguardo di tutti.
"Non so voi, ma non avevo voglia di assistere ai rapporti di Nick." Commento rabbrividendo.

La campanella finalmente suona, l'ora interminabile di storia è finalmente finita. Io, Kate ed April usciamo finalmente da questa maledettissima aula.
Raggiunti i nostri armadietti, facciamo il cambio dei libri e approfittiamo della piccola pausa per riposare la mente.
Chiudo il mio armadietto, appoggiandomici.
"Guardate chi c'è lì!" Indica la rossa tinta, sorridendo furba, Jessica e Megan che confabulano tra loro vicino i loro armadietti.
"Gira voce che ormai non sono più loro le reginette della scuola, sopratutto dopo che Sean l'altro giorno, alla mensa, ha cacciato via Megan come una cagna." Spettagola Kate, "Andiamo Jane, unisciti al gossip! Ormai è da un po' che i nostri ritmi di vita sono totalmente l'opposto del normale." Mi incita la bionda, muovendo il mio corpo col gomito che scuote.
Un sorriso spontaneo e genuino nasce sulle mie labbra, "Oh, e va bene." Decido di accontentarle.
April fa un verso d'aprezzamento mentre Kate batte la mani felice.
"Bene, bene. Non mi lascerò sfuggire l'occasione." Strofina le mani tra loro, "Hai notato che il bel ragazzo l'ha cacciata via quando stavo per insultarti?"
Sorrido ancora, annuendo "Si, Kate."
"Non capisco allora, come quelle due non abbiano ancora capito che Sean è stracotto di te!" Sospira April, ridacchiando.
"Non esageriamo." Borbotto in imbarazzo, probabilmente il mio viso si è gia tinto di rosso.
"Non stiamo esagerando!" Replicano entrambe insieme, in perfetta sintonia.
"Stiamo solo facendo una mera considerazione dei fatti." Kate annuisce freneticamente alle sue stesse parole, come per convinvere sia lei che noi, mentre i suoi capelli biondi si muovono a ritmo.
"E a tal proposito, dovrebbe darsi una svegliata! Una mossa! Qualsiasi cosa, purché ti prenda!" Enfatizza la rossa.
"Beh, in realtà..." sussurro, quasi intimorita dalla reazione che potrebbero avere le mie amiche.
"In realtà, cosa?" Chiede curiosa Kate, mentre April annuisce dandole man forte.
"Effettivamente, potrebbe esserci una piccola possibilità che stiamo insieme." Alludo.
"Che cosa!?" Spalanca la bocca la rossa, mentre Kate mi guarda con espressione tetra, "Jane, non ti picchio solo perché sei in convalescenza."
Arretro di un passo, mettendo un minimo di distanza di sicurezza dalle mie amiche squilibrate, "Grazie." Bonfonchio arrossendo.
"Va bene, Kate, un bel respiro." Mormora tra sé e sé la bionda, inspirando ed espirando profondamente, con gli occhi chiusi.
Gli occhi blu si spalancano in un solo colpo, si lecca la labbra preparandosi ad un notizia di gossip, "Ripeti scandendo chiaramente le parole."
Autoritaria, mi intimorisce con gli occhi, socchiudendoli di poco e assumendo un'espressione pressoché minacciosa.
Schiarisco la gola, accenando ad un sorriso, "Io e Sean stiamo insieme."
Le mie amiche mi stritolano in un abbraccio affettuoso e soffocante. Letteralmente. 
Boccheggio in cerca di aria e le ragazze capiscono che anch'io ho bisogno di ossigeno e staccandosi mi pongono la prima domanda. Ho paura la prima di molte.
"Uh-uh e da quando?" Chiede eletrizzata la rossa, con gli occhi illuminati da una energia brillante.
"La sera dopo... dopo..." arrossisco fino alla punta del naso, non riuscendo a terminare la frase.
"Dopo?" Mi spronano entrambe.
"Dopo la piscina." Mormoro, in completo imbarazzo.
La bionda e la rossa si scambiano un'occhiata di chi la sa lunga. Forse in tutti i sensi, in questo caso.
"Finalmente il bello addormentato si è svegliato." Esclama tutta contenta Kate.
"Dicci, come te l'ha chiesto? È stato romantico? Dolce? Zuccheroso? Tenero?" Elenca in fibrillazione April.
Direi niente di tutto questo, non è nello stile di Sean.
"È stato semplicemente Sean e non me l'ha esattamente chiesto." Ammetto sorridendo come un ebete.
"Che intendi?" Chiede Ap, mentre l'immagine del principe azzurro le si sgretola davanti gli occhi.
"Non me lo dire." Geme con una smorfia Kate.
"Intendo che non mi ha chiesto se volessi essere la sua ragazza, o roba simile. Ha solo affermato che stiamo insieme." Mi bagno le labbra, con la lingua, ricordando il suo sapore.
Probabilmente questa è la proposta meno romantica dell'anno.
"Questo ragazzo, ha bisogno di una buona dose di zucchero! La può assumere come vuole: mangiandola, bevendola, endovena, sniffandola, fumandola. Ci sono così tanti modi!" Sclera la bionda, facendomi ridere genuinamente.
"Guarda il lato positivo Kat, almeno adesso è ufficialmente proprietà Williams!" Festeggia la rossa.
Reprimo l'ennessima risata, cammuffandola con un sospiro, quando qualcuno viene a sbattere contro di me.
Chiudo gli occhi, per favore tutti ma non Jessica.
Tutti, ma non Jessica.
Non Jessica.
"Sfigata stai pregando?" Il fato ce l'ha con me.
Dannato fato, ti sparo.
"No." Sospiro.
"Allora mi spieghi perché diavolo mi sei venuta addosso?" Sbotta irritata la bionda.
"Ero ferma." Alzo gli occhi al cielo, annoiata.
"Come no, Sfigata. Come no." Morde le labbra Jessica.
"Sorellina!" Squilla Kate, con un falso sorriso.
"Mi hai fatto venire i brividi." Commenta disgustata la sorellestra.
"Guarda un po', tu me li fai venire ogni volta che ti avvisto da lontano." L'espressione di Kate si trasforma in una maschera di finta benevolenza, "Comunque, lo sapevi che la bella sfigata qui è ufficilamente la fidanzata di Sean?"
La mia morte.
Kate vuole la mia morte.
No, ho capito si sta vendicando per non averglielo detto prima.
Vuole la mia morte.
Jessica spalanca gli occhi e la bocca come una fessa, boccheggia prima di urlare "Che cosa!?"
I suoi occhi irati si posano su di me, "Tu brutta puttanella da quattro soldi che non sei altro! Una cagna randagia in cerca d'attenzioni che si crede superiore a me! Sei una sciattona che veste con i giornali che butto alla mattina! Sei un animale rozzo e zotico! Inetta ed incapace! Una squilibrata come te non può meritarsi di stare con Sean." Eppure eccoci qua.
Man mano che gli insulti le scivolania dalla bocca, il mio viso si apre in un sorriso.
"Hai finito?" Sghignazzo, con gli insulti che mi scivolano addosso come l'acqua.
Il suo viso isterico e rosso per la rabbia, si ricompone "Si."
"Ti senti soddisfatta?" Chiedo cordiale.
Il suo sorriso soddisfatto risponde alla mia domanda, "Si." 
"Bene. Sai, sapevo già che i tuoi canoni fossero bassi, ma non mi aspettavo fino a questo punto. Voglio dire, se ti basta così poco per sentirti soddisfatta allora hai degli obbiettivi pressoché nulli, dato il basso valore."
Le do una pacca sulla spalla, "Forse sei caduta così in basso che non puoi proprio mirare più in alto."
Giro i tacchi, andando alla mia prossima lezione.

Un'ora dopo, la mensa si riempe e in poco tempo diventa stracolma di studenti. Dopo aver fatto la fila e aver preso le mie lasagne, mi guardo attorno individuando i miei amici e Sean al solito tavolo.
Mi affretto a raggiungerli e posando il vassoio accanto a Sean, mi siedo.
Mangio in fretta le mie lasagne a causa della gran fame, a tal punto che April mi guarda stranulata.
Continuo a lanciare delle occhiate in tralice, di tanto in tanto a Sean, che mangia l'ultimo pezzo di pizza.
Annoiato accende una sigaretta, portandola elegamente alla bocca.
Lo osservo nei suoi movimenti semplici e decisi e non posso fare a meno di perdermici.
Le ragazze davanti a me cominciano a confabulare tra loro e ridere divertite.
"Di che cosa state parlando?" Chiede Metthew sorridendogli.
"A come ha risposto Jane a Jessica questa mattina." Ridacchia allegramente April.
"Come? Che è successo?" Chiede curioso il biondo.
La sua fidanzata comincia il breve ed intenso racconto, dilettandosi nei più piccoli dettagli che probabilmente reputa fondamentali, con aria soddisfatta ed eletrizzata.
"Insomma, ha detto esattamente questo ed è stata mitica." Sorride la bionda e continua a mangiare la sua insalata allegramente.
Accanto a me Sean ascolta silenzioso il riassunto di Kate corrugando la fronte, e continuando a fumare la sigaretta ignorando il divieto di fumo dentro le mura scolastiche.
Le porte della mensa vengono spalancati con forza, attirando l'attenzione degli studenti.
Una chioma bionda svolazza infervorita, urlando "Sean! Sean Grey!"
Sean accanto a me grugnisce, aspirando la sigaretta come antistress.
Jessica raggiunge il nostro tavolo sbattendogli su la mano.
Sean sospira pesantemente, inarcando un sopracciglio, "Si, sono io."
Jessica gonfia il petto, con aria pretenziosa, "Mi è giunta voce che tu e la sfigatella qui accanto vi siete messi insieme."
Il fischio di Metthew attraversa tutta la mensa, piombata in un silenzio religioso a causa degli studenti che non sanno farsi gli affaracci propri.
Sean la guardia annoiato, aspirando ancora sensualmente dalla sua sigaretta.
"Quindi?" Domanda inviperita Jessica, probabilmente non si rende conto di essere ridicola.
"Quindi?" Chiede Sean, non sapendo dove vuole arrivare la bionda.
"Ho subito pensato che non fosse vero." Dice provando a sembrare sicura di sé. 
"Puoi pensare quel che ti pare, ciò non vuol dire che la realtà sia così." La guarda indifferente ed annoiato, mentre poggia un braccio sulle mie spalle, come a segnare il territorio.
"Mi vuoi far credere che tu stai con questa?" Sbotta.
Sean accanto a me sbuffa, "Io non voglio farti credere niente."
"Ma-" parte alla carica, ma viene interrotta da Sean che irritato comincia ad infastidirsi.
"Ma niente, Jessica. Fattene una ragione, stiamo insieme e adesso vattene, hai già rotto i coglioni." La caccia senza una briciola di tatto.
Non che mi dispiaccia, anzi.
"Non dicevi certo così quando facevamo sesso!" Cristo, mi sta salendo il crimine.
"Adesso si, trovati qualcun'altro non ti sei mai creata alcun problema d'altronde." Sentire Sean che da della puttana a Jessica per difendermi, ha un non so che di soddisfacente.
La bionda alza mano e la carica in direzione del viso di Sean, la mensa carica di un silenzio ricco di aspettativa, con il fiato sospeso aspettano tutti con ansia il rumore dello schiaffo di Jessica, che non arriva perché Sean fulmineo blocca il polso, alzandosi e sovrastando il corpo minuto della bionda con il suo.
Il suoi occhi sembrano essere molto arrabbiati, lampeggiano irati e fuoribondi  ed io non posso fare a meno di desidera di saltargli addosso.
Contieniti, Jane.
"Jessica, la mia decisione di non pestarti non dipende unicamente dal tuo sesso. Non farmi cambiare idea e sparici dalla mia vista all'istante." Gli intima con voce tetra e glaciale.
Incazzato è ancora più sexy.
"Se tu e la tua cagnolina che ti porti dietro, Megan, non smettete di importunare me, Jane o qualsiasi altra persona che mi riguardi, non risponderò delle mie azioni." Ringhia con voce rude, facendomi attorciare piacevolmente le budella.
Sembra un leone, il re del suo regno che protegge la sua famiglia.
Cosa potrebbe esserci di meglio?
"Hai capito?" Ruggisce gelido, puntando le sue iride oscure negli occhi verdi della ragazza che lo guarda, ingogliando un gruppo di saliva.
Questa volta ha capito, ne sono certa.
Jessica annuisce con vigore e Sean le lascia il polso come scottato da quel contatto, "Vattene."
E Jessica in silenzio, gira i tacchi e con la poco dignità rimasta, alzo il viso camminando sulla passerella della vergogna in mezzo agli studenti, uscendo di scena.

Questa volta per sempre.

Philofobia - Non smettere mai di guardarmi 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora