Capitolo 45

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"L’uomo avrà scoperto il fuoco, ma la donna ha scoperto come giocarci."
-Anonimo

Credo che questa sia la stessa zona in cui io e Sean siamo andati a quella sorta di Gala.
Io e lui, siamo appostati davanti quella che dovrebbe essere la casa di Grace e Donna Jones, una villa su due piani con tanto di giardino curato e piscina.
Sbuffo pesantemente, annoiandomi da morire. È da più d'un'ora che siamo qui, al buio e in silenzio, aspettando che le due canaglie escano di casa.
Socchiudo gli occhi, poggiando il viso sulla mano e sussulto quando sento il cappuccio della felpa sollevarsi sulla testa. Spalanco gli occhi, guardando Sean interrogativo.
Il mio ragazzo.
"È meglio nascondersi, per quanto possibile." Solleva le spalle, indossando il suo cappuccio.
Assottiglia lo sguardo, osservandomi attentamente "È la mia felpa quella?"
Sento il sangue affluire velocemente al viso, "È buio, vedrai male."
Lo vedo sollevare un sopracciglio, guardandomi scettico, "Ma davvero?"
Annuisco freneticamente ma la sua espressione sospettosa non accenna a dissolversi, "Ne dubito."
Il giardino di casa Jones si illumina e due sagome femminili benvestite, con tanto di tacchi e pelliccia, escono affiancate attraversando tutto il viale.
Entrano nella loro auto lussuosa nera, e dopo aver accesso l'auto, partono via.
Io e Sean ci affrettiamo a scendere dalla sua auto, che chiude poco dopo, e facciamo il giro della villa entrando dal giardino sul retro.
Calpestiamo l'erba verde con passo felpato e insieme, raggiungiamo la porta sul retro della villa
Sean abbassa la maniglia, per assicurarsi che la porta sia chiusa o meno, ma la trova insolitamente aperta.
Corrugando le sopracciglia, apre la porta entrando silenziosamente dentro.
Sospettosa e circospetta lo seguo, entrando in una villa in stile tradizionale.
Ci guardiamo attorno fino a quando non senriamo una risata che ci fa cristallizzare sul posto.
"Oh Jennifer hai proprio ragione!"
Io e Sean ci guardiamo dubbiosi e attenti e seguiamo la proprietaria della voce civettuola.
Seduta nel salotto, con una lucina calda e fioca accesa accanto, una ragazza dai capelli biondi è seduta sulla chaise longue bianca.
"Si, Chris mi ha chiesto di uscire proprio l'altro ieri... incredibile, non è vero?" Ride la bionda.
Poi la sentiamo sbuffare, "Si quelle vecchie zitelle acide delle Jones mi hanno ordinato di pulire la casa come se non fosse già splendente. Laverò i piatti al massimo." Fa un piccola pausa, "Jennifer, pagano bene ed io non faccio niente, che importa?"
Sollevo gli occhi al cielo, mentre trascino Sean al piano di sopra, salendo le scale silenziosamente.
Le prime stanze che incontriamo sono quelle del bagno e una stanza da letto.
Poi entriamo in una camera, sulla sinistra, che sembra un mix tra un salotto e uno studio.
I colori sono abbastanza monotoni e la camera è in ordine, non un ordine maniacale come quello dell'appartamento di Adolf, ma pur sempre ordine.
Quando mi volto a guardare Sean lo trovo già seduto alla scrivania, che ticchietta i tasti di un laptop rosso.
Inserisce un chiavetta usb, pigia ancora qualche tasto con espressione attenta e scrupolosa aspettando che i dati vengano tutti trasferiti.
Io torno sulla soglia della porta, attenta che la ragazza del piano di sotto non salga qui sopra.
Strizzo gli occhi, affaticati a causa del buio, e mi guardo attorno circospetta.
Dal piano di sotto, giungono ancora le risa della ragazza dalla voca civettuola, e nonostante la sua voce sia fastidiosa, continuo a sperare che questa parli al telefono così che possa informarci della sua collocazione.
Mi appoggio allo stipite della porta, sospirando annoiata.
Dopo un'interminabile periodo di tempo, sento delle mani poggiarsi su di me, sui miei fianchi.
Sussulto sorpresa, riconoscendo le mani e il profumo di Sean.
"Hai fatto?" Sussurro impercettibilmente.
Il suo fiato caldo si scontra contro il mio orecchio, facendomi venire i brividi, "Mh-mh" annuisce.
Mi spinge dai fianchi verso di sé e trasalisco sopresa quando sento il suo desiderio premere sul mio sedere.
"Sai quanto sarebbe eccitante, se ti sbattessi qui? Adesso?" La sua voce profonda e roca, a causa dell'eccitazione mi obbliga a stringere le gambe tra loro.
Le sue dita delicate, si fanno strada sotto la mia maglia e prendono ad esplorarmi, modellandomi.
Il mio respiro si fa ansante e il mio cuore comincia a battere a mille, "Suppongo di si."
Mi inumidisco le labbra.
Devo mantenere la lucidità, per quanto questo mi elettrizzi e mi faccia andare in fibrallazione ogni cellulare del corpo, questo non è un luogo adatto.
"Andiamo." Provo a dire con serietà.
"Ne sei sicura?" Mi chiede provocandomi.
"No." Sussurro, in balia delle sue carazze che riesco a raggiungere il mio cuore.
Lo sento ridere a bassa voce, profondamente, "Hai ragione, andiamo."
Quasi speravo che prendesse in mano la situazione.
Usciamo dalla stanza e ci avviciniamo alla lunga rampa di scale, ma sentiamo la ragazza di prima, che ancora chiacchera, avvicinarsi alle scale.
Sean, con più sangue freddo del mio, mi afferra il polso trascinandomi dentro una camera da letto, richiudendo la porta alla sue spalle.
Apre la finestra, "Oggi, proverai il brivido di saltare dal primo piano." Mormora serio.
"Vado prima io, poi ti prendo." Esce una gamba dalla finestra, e prima che io possa dire qualcosa si lancia giù. 
Mi avviccino trasalendo alla finestra, sporgendomi per guardare giù e Sean mi guarda, aspettando che io mi lanci.
Sento i passi della ragazza avvicinarsi a questa stanza, non c'è più tempo per pensare.
Col cuore in gola, esco una gamba e poi l'altra e proprio mentre la porta viene aperta, io mi lancio giù verso Sean, che mi accoglie letteralmente a braccia aperte.
Riprendo a respirare solo quando tocco terra, "Oh, ecco spiegato il freschetto che si sentiva quassù." La finestra viene abbassata, ed io e Sean ci affrettiamo a tornare in auto.
"Clover! Io torno a casa e ti trovo ad oziare!? Sei licenziata!" Sean mi appiattisce contro il muro al suono della voce di Grace Jones.
"Si-signora Jones..." balbetta Clover spoglia da tutta la spavalederia di poco di prima, "No-Non stavo oziando."
"Ti sembro per caso stupida? Va' via da casa mia, ciarlatana." Sputa Grace glaciale.
La porta viene sbattuta e dopo poco tempo la porta d'ingresso viene spalancata da Clover che scappa via.
Poco dopo Grace esce con calma ed eleganza, percorrendo a ritroso tutto il viale, con il volto alto che si erge fiero e le spalle più dritte del solito.
I tacchi lenti riaccheggiano nel silenzio del quartiere lussuoso.
Quando giunge nella sua auto, apre lo sportello voltandosi l'ultima volta verso la sua casa.
Il suo sguardo finesce nell'angolo buio in cui io e Sean siamo nascosti, assottiglia lo sguardo, scrutando scrupolosamente il buio che ci avvolge.
Il suo viso rimane neutro, indifferente, ma una nuova scintilla anima i suoi occhi e le sue labbra si arricciano all'insù, facendomi gelare il sangue.
Entra nell'auto, chiudendo lo sportello e il suo viso si apre in un sorriso simile a quello di uno squalo affamato che ha fiutato l'odore del sangue della sua prossima vittima.
L'auto va via, mentre noi andiamo nella nostra frettolosamente.
"Ci ha visti." Sospiro in auto.
"Si. Si, ci ha visti." Annuisce Sean con aria grave.

Quando torniamo a casa, ad espettarci ci sono le mie amiche e Metthew seduti sul divano a mangiare patatine e a bere birra, tra una risata e l'altra.
Quando ci vedono April ci sorride, Kate sospira sollevata felice di vederci sani mentre Metthw rasserena il viso.
"Tutto bene?" Chiede il ragazzo.
Sean apre bocca per rispondere, ma io lo precedo sbrigativa, "Si, si tutto bene. È andato tutto senza intoppi."
Sul mio cuore cala il velo del senso di colpa per aver mentito, l'ho fatto per non farli preoccupare. 
Io e Sean ci scambiamo un'occhiata d'intesa. 
In realtà in quest'occhiata abbiamo lottato, fulminadoci con lo sguardo, ma sono riuscita a vincere.
"Vediamo cosa ci aspetta." Distoglie lo sguardo Sean, dapprima pensieroso e preoccupato e poi trasformato in una lastra d'indifferenza. 
Come l'ultima volta, Sean si siede accanto a Metthew, Kate si siede sul suo fidanzato, mentre April dietro il divano ed io nel bracciolo accanto a Sean.
Mordo nervosamente un labbro, poggiando il viso sulla spalla di Sean.
Le stesse spalle che avevo massaggiato con cura, che avevo toccato e venerato con amore.
Sean inserisce la pendrive nel laptop di Kate, fa una copia della copia originale e la salva sul computer.
I primi file e documenti sono tutti ringuardanti la Maple Syrup Jones Enterprises.
In queste fatture, c'è ogni tipo di acquirente; infatti, molte attività all'ingrosso hanno comprato lo sciroppo d'acero, e così anche grandi gelaterie, famose pasticcerie, catene di supermercarti, persino piccoli ma fruttuosi bar.
Gli acquirenti vengono da zone diverse del mondo, ci sono Americani, Messicani, Canadesi, Inglesi e persino Francesi.
A quanto pare in questi giorni stanno concludendo un affare con un certo Alessandro Conte, per estendere il mercato fino a lì. Se non sbaglio dovrebbe essere un nome Italiano, o forse svizzero.
Chi lo sa, da quanto ho capito in svizzera parlano diverse lingue.
Mi chiedo proprio come facciano, gli Stati Uniti sono una federazione di cinquanta stati e di linqua ufficiale ne abbiamo una, certo i dialatetti sono tanti ma abbiamo pur sempre una lingua.
Le scartoffie che seguono sono abbastanza inutili, tutte fatture di grandi e medie attività. 
Gli acquirenti pian piano cominciano a cambiare, l'ordine non è più intestato a un'azienda, o ad un'attività piccola o grande che sia, ma a singole persone.
Nelle lettere scambiate tra le sorelle Jones e questi acquirenti, c'è scritto che posso spedire e vederne il loro prodotto secondo una particolare tipologia di opzione dell'azienda, in cui spediscono lo sciroppo d'acero direttamente ai loro indirizzi.
"Quest'opzione non esiste." Borbotta Metthew concentrato, strizzando gli occhi stanchi a causa del display del laptop.
"Come?" Chiede April corrugando la fronte.
"Non esiste. Non c'è mai stata, nessuno ne ha mai sentito parlare." Spiega Sean calmo.
"Allora perché questi tizi possono usufruirne?" Chiede Kate ingenuamente.
"È una copertura." Confermo io.
I visi di tutti si voltano verso di me, fissandomi in cerca di una spiegazione. 
"È cosi che vendono la droga, è questa la loro copertura." Spiego brevemente, "In un modo o in un altro, questi compratori si mettono in contatto con le sorelle Jones per acquistare droga, Grace e Donna cammuffano non so come la droga con lo sciroppo d'acero. Probabilmente, alla dogana, fanno vedere la fattura dello sciroppo e probabilmente, per i controlli, portano alcuni contenitori di sciroppo. In questo modo, se la polizia dovesse fare un controllo, prenderebbero lo sciroppo e così, passano il controllo."
"Astuto." Mormora Sean.
"Ma allora un cervello ce l'hai!" Ride Kate, smorzando la tensione palpabile che alleggia nell'aria.
La fulmino con un'occhiataccia, "Divertente."
Il silenzio piomba ancora nella stanza, interrotto solo dai respiri di tutti noi e dal leggero ticchiettare di Sean sulla tastiera del computer.
Entrando nella posta elettronica, c'è  un certo Anonimo_21, che ha mando diverse email.
Cliccando su una a caso, Anonimo_21 si rivela essere un informatore, una spia.
Anonimo_21, in tutte le sue email, ha mandato foto di un ragazzo alto, dai capelli ricci nocciola e dagli occhi color ambra.
Il ragazzo è ritratto in diversi momenti, al Lure Nightclub, alle gare clandestina, uscendo dal bar.
Anonimo_21 ha mandato le foto Nick alle sorelle Jones.
Lo stanno pedinando.

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