"Tu sei come quell’istante impercettibile prima dell’alba che convince il fiore a schiudersi."
-Fabrizio CaramagnaStrizzo gli occhi chiusi, infastidita dai raggi del sole che entrano dalla finestra e mi giro dall'altra parte, sollevando la coperta fino a sopra gli occhi, per ripararli dalla luce.
La notte precedente devo aver dimenticato le tende aperte.
Sbuffo, il sonno sembra essersi volatilizzato.
Pian piano torna la percezione del mio corpo nella spazio, insieme al tatto, facendomi accorgere di non essere distesa sul mio materasso.
Poi tornano l'udito e l'olfatto, che mi fanno sentire l'odore della salsedine e il distendersi delle onde sulla spiaggia.
I ricordi mi tornano alla mente, sfocati e confusi. Sussulto quando non c'è traccia del mio rientro a casa tra i miei ricordi.
Spalanco gli occhi trovando davanti un solido petto che si alza e si abbassa al ritmo lento del respiro, e una distesa di sabbia illuminata dai raggi rossicci del sole.
Mi sollevo delicatamente, mentre quello che pensavo essere la mia coperta, ma che in realtà è una giacca, scivola sulle mie spalle.
Mi intenerisco quando guardo il viso sereno di Sean, che ancora dorme sotto di me. Mi guardo attorno vedendo un po' più in là i corpi distesi di Kate e Metthew che dormo avvinghiati.
Vicino alla riva invece i capelli rossi di April, che in piedi guarda il sorgere del sole, sono scossi dal vento proveniente dal mare aperto.
Mi sollevo piano da Sean, non prima di aver lasciato una carezza sul suo volto, e sistemo la giacca, che prima mi copriva, su di lui.
Gli lancio un'ultimo sguardo intenerito prima di raggiungere April sulla riva.
"Buongiorno." Mi sorride.
Punto gli occhi sul sole che si alza dall'orrizonte, colorando il cielo di tonalità rosee che si mischiano con l'azzurro.
Ricambio il sorriso, "Buongiorno."
"Dormito bene?" Chiede.
Annuisco, "Si, abbastanza. Anche se adesso avrei bisogno di un'aspirina." Reprimo una smorfia di dolore a causa del mal di testa e della ferita che pizzica.
"Immagino bene, ne avrei bisogno anche io." Ridacchia, probabilmente al ricordo di ieri sera.
"Già, ci siamo proprio divertite." Sospiro serenamente, inalando un gran quantità d'aria frizzantina che viene incanalata nei polmoni, per poi essere buttata via.
"Divertite? Ci siamo scatenate!" Ride la rossa, "E probabilmente abbiamo totalmente sfinito Sean."
Una risata divertita sfugge al mio controllo mentre scuoto la testa, "Sfinito è dire poco, dorme ancora e non si è accorto di me che mi alzavo."
Mi sorride ammicante, "Beh, sembra che le cose tra voi due vadano alla grande."
Scrollo le spalle, "Non lo so a dire il vero. Ho paura che si senta responsabile per il proiettile e che ora cerchi di rimediare in tutti modi."
Ripenso alla ciambella che mi aveva comprato il giorno dopo l'incidente e sorrido.
Amo essere viziata da lui, amo che si prenda così tanta cura di me. Amo tutto questo, probabilmente, tanto quanto amo lui.
"Che si senta in colpa è possibile, ma si prende cura di te in un modo che fa invidia." Sorride mestamente, "Anche io vorrei qualcuno che si prendesse cura di me, o che semplicemente mi guardasse come Sean fa con te."
Passo un braccio sulle sue spalle, stringendola in mezzoabbraccio, "Sei una persona splendida, Ap. Troverai qualcuno degno di te." Mi fermo per prendere una profonda boccata d'aria, "E se qualcuno dovesse ferirti, conoscerà il mio destro." Le sorrido incoraggiante.
I suoi occhi si illumino di puro divertimento e speranza, "Beh allora non vedo l'ora. Non ti ho ancora vista in azione, e dai racconti dei ragazzi sembri essere un'avversaria temibile."
Ricambia la mia stretta, passando il suo braccio sul mio fianco.
Scuoto il capo, sorridendo ancora, "Solo quando mi arrabbio."
Una risata genuina lascia le labbra di April e due graziose fossette nascono sul suo viso, rendendolo più aggraziato, "Devo forse temerti?"
Scuoto la testa, "No. Nessuno di voi deve farlo."
Il sole si riflette sulla distesa oceanica, il cielo, macchiato da nuvole bianche soffici simile allo zucchero filato, si tinge di un celeste intenso.
"Sai, prima stavo pensando a quella che era la mia vita, prima di essere rapita." Confessa, abbandonandosi ad un sorrise triste.
"E com'era?" Domando, osservando i suoi occhi malinconici.
La sento ridere, ma questa volta ho qualche dubbio che sia una risata vera, "Una noia mortale. Amavo, e amo ancora adesso, i miei genitori e credevo di avere dei buoni amici."
Aggrotto le sopracciglia perplessa, "Credevi?"
Abbassa brevemente la testa, annuendo, "Si, credevo. Certo, mi mancano non posso negarlo, ma paragonando l'amicizia che mi univa a loro con quella che adesso ho con te, Kate, Metthew e persino Sean, mi sembra... niente." Sospira, guardandomi negli esprimendo sincerità, "I miei vecchi amici erano alquanto approfittatori." Fa una piccola smorfia contrariata, "Invece voi siete leali e onesti, non avete doppi fini, non siete finti e vi supportate come meglio potete."
Le scompiglio i capelli giocosamente, provando a rallegrarla un po', "Non parlare di noi come se fossimo un gruppo a sé stante. Adesso fai parte della famiglia Ap, anche tu sei leale e trasparente." Le rivolgo un sorriso di gratitudine, "E anche tu ci supporti come meglio puoi. Ho saputo del sangue che mi hai donato la sera in cui mi hanno sparato, grazie."
Sul suo viso leggo stupore, mi guarda con occhi sorpresi, "L'hai saputo?"
Annuisco, "Certo, Kate mi ha detto quello che sapeva di quella notte. Non ho avuto l'occasione di ringraziarti prima."
Scuote la testa energicamente, "Non devi ringraziarmi Janny, l'ho fatto con piacere. Siamo stati tutti preoccupati per te."
Sorrido, scrollando le spalle, "Come vedi adesso sto bene."
Eccetto tutte quelle volte che la ferita mi fa male e tutte quelle volte che i miei movimenti sono limitati.
Aggrotta le sopracciglia, "Sai, non mi aspettavo reagissi così bene sapendo che Sean ha pagato Dubé."
Le mie labbra si schiudono, in un gesto scioccato ed insieme stupefatto, "Cosa?"
Vedo i suoi occhi allagarsi impercettibilmente, come a rendersi conto di aver fatto un passo falso, "Oh no. Niente."
Le scocco un'occhiataccia, "Sean ha pagato Dubé? Aveva detto che Vincent era stato generoso e che non ha voluto che pagassimo."
Sul suo viso nasce un'espressione sconfitta e rassegnata, la vedo pronta a vuotare il sacco, sospira, "Vincent ha chiesto una somma piuttosto elevata e abbiamo tutti visto Sean che strappava un assegno intestato a Dubé. Non so perché non ti abbia detto niente, ma avrà avuto le sue buone ragioni."
Già, immagino.
Sfoggio un'espressione contrariata, "Probabilmente. È nel suo stile."
Mordo il labbro inferiore, affondandoci i denti, "Però avrebbe dovuto dirmelo. Credo sapesse che avrei voluto restituirgli l'intera cifra."
Scrollo la testa, "Mi ha persino pagato le garze e i medicinali, in farmacia."
Mi da qualche pacca sulla spalla, provando ad incoraggiarmi forse, "È palese che l'abbia fatto con piacere. Non ti preoccupare Jane, concentrati più sul suo gesto che su quello che ha speso. Sono sicura che anche lui dia poca importanza al denaro."
Alle nostre spalle sento un'improvviso risolio, mischiato ad una risata maschile.
Io ed April ci voltiamo trovando Metthew su Kate, che muove le dita sul suo fianco, facendole il solletico.
Sono proprio una bella coppia.
Con la coda dell'occhio poi vedo una sagoma, che prima giaceva a terra, sollevare il busto, sistemandosi in una posizione semisdragliata.
Mi volto, ed incontro gli occhi color delle tenebre di Sean.
Jane, concentrati più sul suo gesto che su quello che ha speso. Sono sicura che anche lui dia poca importanza al denaro.
Sorrido, April ha dannatamente ragione.
Lo vedo alzare un angolo della bocca, in un mezzo sorriso.
Gli darò comunque una strigliata, non deve nascondermi le cose, lo detesto."Dovete andare per forza?" Chiede April con un'espressione che ricorda tanto un cucciolo che non vuole essere abbandonato.
Sean mi aiuta ad indossare la giacca, sollevando i capelli rimasti dentro questo, con attenzione e delicatezza.
Gli scocco un'occhiata di ringraziamento e lui cala brevemente la testa.
"Si, dobbiamo." Le risponde Sean.
La sentiamo sbuffare, "Ma state qui a casa sta diventando noioso, voglio partecipare anche io."
Kate rientra dalla cucina insieme a Metthew che ancora mangia il suo panino, "Ci sarà Kate a farti compagnia." Provo ad incoraggiarla.
Kate annuisce sorridendo, so quanto in realtà le piaccia gareggiare insieme a noi, ma non sembra pesarle molto stare qui a casa con April.
Io e i ragazzi salutiamo le ragazze e usciamo da casa, chiamando l'ascensore che non tarda ad arrivare.
Entriamo, "Sei sicura di voler partecipare?" Sean mi osserva preoccupato mentre clicca il tasto del piano terra.
Le porte dell'ascensore si chiudono, "Devo. Sono certa che Mark abbia raccontato tutto ad Erick, sarebbe sospetto se non venissi."
Metthew si scompiglia la chioma bionda, con gli occhi pensierosi, "Si ma..."
Liquido le loro preoccupazioni in un gesto della mano, interrompendo Mett, "Ho preso sia le pillole che gli antidolorifi poco fa. Andrà bene, non preoccupatevi."
Vedo Sean lanciarmi una strana occhiata di sottecchi, non sembra essere pienamente convinto dalle mie rassicurazioni.
Le porte dell'ascensore si aprono e noi usciamo. Apriamo il portone del palazzo e velocemente ognuno va verso la propria auto.
Accesi i veicoli, guidiamo verso il luogo di incontro dove questa sera si terrà la gara.
Mi chiedo che fine abbia fatto Nick, non abbiamo più avuto sue notizie ed io ancora non mi fido di lui.
Sbuffo e accelero superando i ragazzi, che orgogliosamente mi stanno dietro seguendo il mio passo.
Entriamo nella periferia di Los Angeles, andando verso una zona piuttosto malfamata e isolata, fino a raggiungere uno spiazzale già gremito di gente, che ubriaca e fatta si impegna a fare chiasso, accalcandosi nell'angolo scommesse.
Sembra che oggi siano di più.
Posteggiamo le nostre auto dentro un vecchio capannone, sporco ed impolverato, insieme alle auto degli altri concorrenti.
Scendiamo e all'angolo del capannone, una luce fioca illuminano i ragazzi che raggruppati davanti al capo, aspettano che Erick finisca di parlare al telefono.
Li raggiungiamo ed Erick chiude la chiamata quasi nello stesso istante.
Ci sorride velenoso, "Alla buon ora ragazzi."
Roteo gli occhi al cielo, ignorandolo bellamente.
Si avvicina a noi, con passi da pantera e ci guarda tutti come il felino farebbe per la propria preda.
Ci guarda leccandosi le labbra, mentre con la coda dell'occhio intravedo Nick appoggiato pigramente al muro sudicio del capannone.
"Non devo dirvi niente di importante inerente alla gara. Tuttavia, come alcuni di voi ben sapranno, domani è il mio compleanno." Annuncia fieramente.
"Compio ventisei anni nel caso ve lo stesse chiedendo." Ghigna, "Quest'anno farò una festa in grande, che ho organizzato grazie a Nick, il nuovo arrivato, e siete tutti invitati."
I miei occhi fulminei si posano sulla figura di Nick in penombra, che intercetta lo sguardo e mi sorride languido facendomi un'occhiolino.
Lo ignoro e vedo Liam alzare la mano, chiedendo il permesso di parlare.
Erick annuisce e Liam prende parola, "Dove sarà?"
Sul viso di Erick nasce un sorrisetto soddisfatto, "Al Lure Nightclub."
Si avvicina a me improvvisamente, con un lampo di serietà che gli attraversa gli occhi.
Mi prende dalle spalle, premendo i pollici sotto la clavicola.
Mi irrigidisco a causa del dolore causato dalle sue dita che premono sulla mia ferita.
Nascondo il dolore in una maschera di cemento, mentre dentro di me urlo fino a lasciarmi senza fiato.
Respiro lentamente, mentre sento colare fuori il sangue e la fronte mi si imperla dal dolore per lo sforzo immane.
"Ovviamente devi venire anche tu. Sono sicuro che trovarai il modo di intrattenerti." Sfoggia un sorriso malizioso, "O intratterci." Col pollice preme ancora di più, sento il dito attraverso il tessuto entrare un po' dentro, e urlo muore in gola mentre il dolore mi sale fino in testa.
Le sue mani vengono tolte vie nervosamente, dandomi un istantaneo sollievo, da Sean, che fulmina il suo capo con lo sguardo, "Giù le mani." Il suo tono di voce è terrificante, talmente basso da mettere i brividi.
Deve aver capito che stava controllando se fossi io ad essere stata sparata. Mark deve avergli raccontato tutto.
Erick, che probabilmente non sospetta più di me, scambia il gesto di Sean per gelosia, "Uh-uh." Si lascia sfuggire solamente.
"Ad ogni modo, diamo il via alle danze." Ci congeda, mentre Sean e Metthew mi riaccompagnano in auto, posteggiata accanto alla loro, scambiandosi delle occhiate preoccupate.
Con lo sguardo mi chiedono se sia tutto ok ed io sono costretta ad annuire flebilmente.
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Philofobia - Non smettere mai di guardarmi 2
RomanceSecondo volume di "Non smettere mai di guardarmi." I rapporti di Jane con Sean non vanno di certo a gonfie vele, la loro non è una coppia normale, né dichiarata e ai loro problemi di cuore si aggiungono anche quelli con i loro più cari amici, Kate...