Capitolo 28

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"Non è mai finita.
Non vi è cenere che non sogni ancora le carezze del fuoco."
-Fabrizio Caramagna

"Buonasera signori." Dice Erick, rivolgendosi a noi e agli altri partecipanti della gara, che comincerà tra poco, con un sorriso.
Con un cenno della mano, fa un cenno con la mano verso una sagoma in penombra, che con un passo avanti, si rivela essere Nick.
Io e Sean scambiamo un'occhiata guardigni.
"Lui è Nick e questa sera gareggerà con voi." Erick chiude gli occhi in due fessure, osservandoci tutti scrupolosamente, "Siete in troppi, però..." il suo sguardo si fissa su un ragazzo in particolare, "Jago, sei fuori." Indica il ragazzo magrolino dai capelli scuri e subito dopo gli indica la porta dietro di lui.
"Ma..." prova a contestare il ragazzo, Jago, ma Erick lo interrompe sbuffando, "Non mi fai fare un soldo, ti tenevo per pietà, adesso va via."
Segue con lo sguardo la figura di Jago fino a che non chiude la porta dietro sé.
"Bene Nick, spero per te che tu abbia un minimo di bravura."
Nick gli sorride candidamente annuendo e Erick ci liquida tutti via. Mentre usciamo Nick inquadra me e Sean con sguardo apparentemente indifferente, che in realtà è un'occhiata d'intesa.
Io e Sean andiamo fuori, avvicinandoci alle nostre auto "Pensi se la caverà?" Chiedo a bassa voce.
"Ti preoccupi per lui, adesso?" Chiede alzando un sopracciglio, con voce irritata.
Lo fulmino con lo guardo e lui sospira, "Se la caverà, non è certo la prima volta che entra in questi giri."
Non lo sapevo.
"Buona fortuna." Sghignazza Sean, come se già pregustasse la sua vittora e la mia sconfitta.
"A te, ne avrai bisogno." Rispondo, entrando velocemente in auto.
Presto ci ritroviamo tutti i concorrenti in fila, la folla che guarda i concorrenti eccitati, tira fuori banconote e assegni per le scommesse, una ragazza bassina con i tacchi, tutte curve e rossa tinta, si presenta con il solito outfit, camminando e ancheggiando fino al centro davanti a noi, manda un bacio volante a Sean provocandomi una fitta di gelosia e strizza l'occhio a Nick accanto a me.
Solleva la pistola giocattolo, con le dita fa il conto alla rovescia, mentre l'adrenalina in poco tempo sale, sento il colpo del finto proiettile venire sparato e premo sull'acceleratore, stringendo le mani sul volante per mantenere l'auto che sculetta a causa della velocità.
Giro a destra con velocità, cambio marcia e premo di nuovo sull'acceleratore.
Accanto a me Sean contende il primo posto, lo guardo mentre è concentrato sulla strada, probabilmente sentendosi osservato alterna lo sguardo tra me e la strada.
Vedo sorpassarci l'auto di Nick e infastidita premo ancora di più sull'acceleratore, i primi tre posti sono occupati alternativamente tra noi tre.
Quando vedo il traguardo, piggio su tutto l'acceleratore lasciandomi dietro Sean che proprio in quel momento stava vincendo su Nick.
Taglio il traguardo per prima, seguita da Sean e subito dopo da Nick.
Le sirene della polizia precedono il loro arrivo, allertandoci tutti, e la folla comincia ad ammassarsi, dirandosi in tutte le parti.
Due volanti della polizia si lanciano al mio inseguimento, mentre io attraverso Los Angeles, sgommando sulle sue strade, seguita dal blu e dal rosso delle auto della legge.
Passo non so quanti isolati, svolto non so quante volte, attraverso alcuni quartieri, ma loro seguono ancora le mie tracce.
Decisa a seminarli, premo tutto l'acceleratore svoltando dapprima a casaccio e poi con una meta ben precisa: il cottage.
Inizia a piovere quando vedo in lontananza il laghetto che vidi dopo la mia prima gara, e giro a destra riconoscendo la strada tortuosa buia. Poco dopo arrivo alla mia destinazione, buia come sempre e scendo dall'auto, preparandomi alla pioggia adesso fitta. Un vero e proprio temporale.
Mi guardo un attimo intorno e cammino verso il cottage e apro la porta chiudendola dietro di me.
Guardo i vestiti zuppi di pioggia e sospiro tremante, a causa del freddo. La temperatura qui su è molto più rigida rispetto a quella della città e non aiuta affatto avere i vestiti bagnati.
Prima ho bisogno di un bagno caldo e poi accenderò il fuoco per asciugare i vestiti. Rabbrividisco andando nel bagno, spogliandomi dei vestiti che lascio nella camera matrimoniale.
In bagno, riempo d'acqua calda la vasca e aspetto ansiosa ti poter sentire finalmente calore.
Dopo quello che mi pare un'infinità di tempo dopo, mi immergo completamente nell'acqua bollente, provando un estrema sensazione di benessere. La mia pelle d'oca si scioglie e i miei muscoli si stendono, ammorbidendosi.
Chissà se Sean è stato così fortunato da essere andato dritto a casa, sembrava che quei poliziotti ce l'avessero con me sta sera.
Sbuffo, mentre sbadiglio e il sonno comincia ad investirmi prepotentemente, mi immergo completamente fino a sciacquare i capelli, mi passo velocemente il bagnoschiuma sul corpo e mi sciacquo. Prima faccio quel che devo fare e prima andrò a dormire, sbadiglio di nuovo, sono davvero stanca.
Mi sollevo e l'acqua comincia a scorrere su tutto il corpo verso il basso, grazie alla gravità. Afferro un asciugamano che, per mia fortuna, basta a comprirmi, anche se un po' striminzito.
Lo avvolgo al corpo ed esco dal bagno, portando con me i vestiti bagnati, prendo una sedia avvicinandola al camino ancora spento, rabbrividendo per la temperatura, e gli poggio su i vestiti.
Mi inginocchio e accendo il fuoco in poco tempo, ci sto prendendo la mano. Mi siedo davanti il camino, il fuoco via via divampa con sempre più violenza ed io mi beo di quell'immagine, obbligata a quella posizione così che i capelli si asciughino prima. 
La porta d'ingresso si spalanca velocemente, facendomi sussultare sul posto, proprio in quel momento un fulmine squarcia il cielo, accompagnato dalla pioggia, illuminando la figura totalmente bagnata di Sean.
Arrossisco spontaneamente, "Pensavo fossi a casa." Provo a giustificarmi.
Scuote la testa e le goccioline di pioggia sui capelli cadono sul pavimento, "Mi sono stati alle calcagne per tutto il tempo, li ho seminati da poco." Poi il sguardo passa ad osservare il mio corpo nudo avvolto semplicemente da un misero telo, lo vedo ingogliare la saliva e il pomo d'Adamo sale e scende.
"Ti conviene farti una bagno caldo, starai gelando." Gli consiglio, lui rimane in silenzio e annuisce andando svelto nella stanza di quelli che dovevano essere due coniugi.
Aspetto un po' di tempo e poi mi alzo, andando proprio in quella stanza a trovando i suoi vestiti bagnati sparsi a terra, li raccolgo e scorgo la sua figura nuda che si immerge nella vasca, dalla porta semichiusa del bagno.
Distolgo velocemente lo sguardo, scappando praticamente fino al camino, dove provo a stendere i vestiti di Sean in un altra sedia.
Mi siedo di nuovo a terra, davanti il fuoco, passando le dita fra i capelli, lisciandoli e trovandoli ancora un po' umidi. Porto le ginocchia al petto, appoggiando il mento sulle ginocchia, fissando gli occhi sulle lingua di fuoco che si muovono vive.
Il sonno torna alla carica, gli occhi diventano sempre più stanchi e senza volerlo chiudo gli occhi.

Mi stringo di più al petto il cuscino, stiracchiandomi, avvolta da un meraviglioso calore e da un odore che io conosco fin troppo bene e che amo.
"Lo dico per il tuo bene, Jane, non muoverti così, sei praticamente nuda." Lo sento dire con voce roca.
Nuda? Spalanco gli occhi accorgendomi di essere su di lui e sollevo il busto, accorgendomi di essere ancora avvolta dal grande asciugamano. Lo guardo negli occhi ma il suo sguardo è puntato su di me, poco sotto il mio mento. Seguo il sguardo e vedo l'asciugamano scivolato durante la notte che lascia metà dei miei seni scoperti. Col sangue che affluisce velocemente sul viso, provo ad aggiustarmi come meglio posso.
"Ti assicuro che non era necessario, anzi era più che gradito un buongiorno così." Mormora, facendomi imbarazzare ancora di più.
"Pervertito..." borbotto, fissando il mio sguardo sulle sue labbra semichiuse, che lecca e morde poco dopo.
Un paio di giorni fa mi aveva chiesto il perché non lo baciassi quando ne avevo voglia, lo avevo fatto poco tempo dopo, un po' per infastidire Jessica e Megan, un po' per piacere. E nell'arco di questi giorni, non ci siamo parlati molto. Succede sempre così. 
"Non vedo il problema, ti piace quello che ti faccio e non vedo anche il perché tu ti debba comprire, ho già visto tutto." Fa una pausa e schirisce la gola, mentre sotto di me sento qualcosa di duro crescere, "Comunque, non so se l'hai notato, ma non indossi nemmeno l'intimo e sei a cavalcioni sul mio..." gli tappo la bocca con la mano, interrompendo quello che stava per dire e realizzando che per sporgermi cosi tanto su di lui, per tappargli la bocca mi sono mossa un bel po'. Infatti lui sospira di piacere, facendomi arrossire ancora di più se possibile.
Gli lancio un'occhiataccia, "Colpa tua." Si giustifica sollevando le spalle.
Si solleva un po', togliendosi la maglietta e lasciandola a terra.
"Ma... ma che fai?"
Sul suo viso nasce un sorriso bellissimo quanto perverso, "Ancora niente, ma tra poco ti farò urlare." Ringhia, premendo le sue labbra sulle mie e baciandomi con trasporto.
Le sue mani si poggiano dapprima sui mie fianchi e poi sul mio fondoschiena, coperto a stento, che prima stringe tra le dita e poi lo spinge verso il basso, facendomi gemere.
Le sue labbra soffici e morbide segnano una scia di baci fino al mio collo, poi più giù e poi ancora un po' più giù, fra i due seni, facendo scivolare l'asciugamano giù.

Philofobia - Non smettere mai di guardarmi 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora