Capitolo 25

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*In foto: Vancouver (Canada)*

"Chi viaggia ha scelto come mestiere quello del vento."
-Fabrizio Caramagna

Addento il panino che avevo preparato poco prima di partire da casa, mentre Sean ha già finito il suo e adesso sta accendendo il fuoco.
Ha insistito per rimanere qui sta notte, sostenendo che data la situazione è meglio partire domani mattina.
Ho passato il resto del pomeriggio a sparare, mi sono allenata e sono sensibilmente migliorata, una volta che capisci come funziona diventa un gioco da poco, anche se ancora devo imparare a subire il rinculo della pistola
"Non possiamo continuare così, dobbiamo ideare un piano." Dice sean rompendo il silenzio del cottage riempito solamente dallo scoppiettare del fuoco.
"Facciamo le cose a casaccio, probabilmente Erick ha già due piani di riserva mentre noi nemmeno uno." Dice gesticolando in aria, illuminato solo dalla luce calda e rossiccia del fuoco.
Annuisco, "Hai ragione... ma non basta fare quello che stiamo facendo, l'obiettivo è incastrare lui e il resto del gruppo ma non è abbastanza, la polizia non c'ha nemmeno dato corda."
Passa una mano tra i capelli, scompigliandoli, "Probabilmente dovremmo chiamarli ad ogni vendita e così, probabilmente, ci ascolteranno."
"Non basta ancora." Affermo, avvicinandomi a lui, "Dobbiamo mandare qualcuno all'interno, qualcuno che Erick non conosce e di cui noi ci fidiamo..."
Sean continua per me, "Dovrebbe entrare nel giro, conoscerne i membri e arrivare al punto di comprare una ragazza, lei sarà testimone così come il nostro uomo fidato e potremmo scegliere noi stessi quando e dove avverrà la vendita."
Annuisco, "A quel punto si spera che la polizia sia già dalla nostra parte."
Sospira prima di parlare, socchiudendo gli occhi e piantandoli sui miei così profondamente, che il suo sguardo mi fa sentire nuda, "Già, si spera. Ma non dovranno mai sapere le nostre vere identità."
"Dovremmo restare anonimi? E perché?" Chiedo.
Si allonta, sedendosi sul divano dietro di noi, "Perché? Si chiederanno come facciamo a sapere tutte queste cose, come conosciamo Erick e indagheranno su di noi e cosa troveranno? Gare clandistine, banche corrotte, soldi illegali, possesso d'armi senza un porto d'armi, abbiamo nascosto April, una ragazza scomparsa e cercata in tutti gli Stati Uniti, le abbiamo fornito una nuova identità, documenti falsi, ci siamo introdotti qui senza che la casa fosse nostra, quindi anche violazione di domicilio... devo continuare? La nostra lista di illegalità è lunga, ci metterebbero dentro per chissà quanti anni e non ci finiremmo solo noi, ma anche Kate, April e Metthew... E come la prenderebbero le nostre famiglie?"
Per un attimo rimango senza fiato dalle innumerevoli azione criminali che ha elencato, apro la bocca richiudendola un attimo dopo, boccheggiando in cerca di qualcosa da dire.
"Quando tutto questo sarà finito, la cosa migliore da fare è cambiare città, Jane, cambiare stato, cambiare i nostri nomi e mantenere un profilo basso per un po' di anni. Dovrebbero farlo anche Mett e le ragazze."
Mi siedo accanto a lui, "Ho paura che dovremmo farlo per forza." Sussurro.
Non voglio lasciare la mia nuova casa, la mia nuova città, mia madre.
E chissà dopo quanto tempo potrò rivedere i miei amici, e Sean? Dove andrà lui?
"Ma Sean, io non saprei dove andare, cosa fare..." accarezza il mio viso delicatamente, il suo sguardo teso, quanto il suo corpo, si ammorbidisce di poco, "Non devi andare da sola, se non vuoi."
"Mi stai dicendo che vuoi venire con me?" Chiedo sopresa, con la sensazione di angoscia alleggerita.
"Non ho detto questo. Ma è meglio dividersi in gruppi, credo... io e Metthew abbiamo più esperienza di voi ragazze, sono certo che Kate andrà con lui, ma April? Non può tornare a casa e verrà con noi o andrà con loro?"
Scuoto la testa, poggiandola sulla sua spalla con lo sguardo rivolto verso il fuoco, "Glielo chiederemo quando sarà il momento... per adesso è meglio non dire niente, andrebbero nel panico o cercherebbo altre soluzioni."
Lo sento annuire, mentre passa le mani fra i miei capelli, " Sono d'accordo, ma dovrò dirlo a Metthew così potrà organizzarsi."
Prendo una profonda boccata d'aria prima di rispondere, "Quindi alla nostra fuga ci penserai tu? Voglio aiutarti."
Lo sento ridacchiare profondamente, "Staremo a vedere."
Alzo la testa improvvisamente, porgendomi verso di lui e puntando il dito nel suo petto, "Non se ne parla! Che ne di Boston?"
Sorride, "Boston? In Massachusetts? Io pensavo più ad un città del Texas."
Mi sfugge una risata, fuori dal mio controllo, "Non ti ci vedo a rotolarti tra le balle di fieno."
Mi prende dai fianchi, mettendomi su di lui a cavalcioni, "Ma certo a cosa potevi pensare tu, se non a rotolarti nel fieno con me?"
Sento il sangue affluire sulle gote e poggio la fronte sulla sua spalla, "Ma che dici..." bonfonchio.
"Arizona?" Decide di cambiare discorso sollevo il capo fissando i miei occhi azzurri nei suoi neri e profondi, "Un deserto continuo, immagina un soffante e asfissiante caldo..."
"Non ti accontenti mai. Canada?"
Lo guardo interessata, "Che città?"
"Scegli tu."
"Vancouver." Affermo.
Pare rifletterci un pochino, rimurgina ancora un po' su, "Carina." Conferma.
"Andremo in Canada? A Vancouver?" Chiedo quasi elettrizzata, quasi non vedo l'ora di andarci.
"Calmati bambina, non saltarmi sulla patta dei pantaloni così." Mi avverte con voce roca, resa tale dall'eccitazione.
"Ci ho ripensato, puoi continuare." Ringhia nel mio orecchio, stringendomi i fianchi, un secondo prima di poggiare le labbra sulle mie, per poi muoverle con frenesia, smania ed impazienza.
Il mio respiro si trasforma in fiato corto, i battiti del cuore prima un po' agitati ora sono veloci e furiosi, un piacevole calore si impossessa del mio basso ventre.
Il respiro affannosso si mischia ai miei gemiti quando prende ad esplorare il mio corpo e ai suoi sospiri.
Ho come la sensazione che questa notte dormiremo poco e niente.

Philofobia - Non smettere mai di guardarmi 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora