A Burrow Summer

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Scorpius si considerava un uomo di mondo. 

O meglio, si sarebbe considerato un uomo di mondo se non avesse avuto tredici anni. Tuttavia, senza tener conto di questa distinzione, la posizione di Draco al Ministero procurava molti viaggi all'estero e la sua posizione come Malfoy gli procurava il permesso di portare con se la sua famiglia. Prima dei suoi giorni ad Hogwarts, Scorpius viaggiava con i suoi genitori attraverso il continente. Era andato in Australia ed una volta perfino in America. Ora, però, poteva soltanto fare il loro annuale viaggio estivo a Venezia.

Scorpius amava Venezia. Amava i canali, sempre maleodoranti, amava le strade ventose dove si perdeva frequentemente, amava le gondole e le cattedrali. Scorpius amava l'Italiano, e come risultato, lo aveva imparato voracemente. Ricordava con orgoglio il momento in cui la loro paffuta governante Veneziana aveva osservato con il suo Inglese sgrammaticato- Tu bene parli Italiano.

Lui aveva sette anni quando era successo.

Ma non era mai stato così spaventato di entrare in un luogo come lo era in quel momento. Aveva fronteggiato borseggiatori, persone che avevano imprecato contro di lui in lingue straniere e persino, una volta, una passaporta rotta che sembrava volesse condannarlo a rimanere a Monaco per sempre. 

Ma ora, in piedi davanti alla porta principale della Tana, non riusciva davvero a fare un altro passo. 

Non avrebbe dovuto trovarsi lì dal principio, ma gli impegni di lavoro di suo padre gli impedivano di tornare in Inghilterra fino a metà Settembre, ben lontano dal loro ritorno ad Hogwarts. Era sembrata una benedizione che Rose lo avesse invitato ancora una volta a stare alla Tana l'ultima settimana di Agosto. I Weasley lo avrebbero portato a Diagon Alley e in seguito all'Hogwarts Express e Astoria, che non voleva viaggiare da sola per andare a salutarlo, poteva restare a Venezia con suo marito. 

Quindi Scorpius aveva preso la passaporta che Draco aveva connesso ad un prato poco lontano dalla Tana, sentendosi molto coraggioso nel viaggiare da solo. 

Ed ora era a venti centimetri dalla porta, troppo pietrificato per fare un altro passo. Non si sentiva particolarmente un Grifondoro in quel momento.

Sarebbe rimasto lì, a fissare la Tana (che sembrava pericolosamente traballante), per sempre, se la porta non si fosse spalancata e Rose non fosse corsa verso di lui con uno scatto mortale. 

Non era completamente certo se Rose volesse appiattirlo o abbracciarlo, ma lui lasciò il bagaglio e aprì le braccia, in caso la seconda opzione fosse quella giusta. Infatti, la ragazzina corse tra le sue braccia senza rallentare. Lui era piuttosto sicuro che se non avesse seguito il suo istinto di stringerla e farle fare alcuni giri vertiginosi in aria, lei li avrebbe fatti cadere entrambi a terra. Entrambi si allontanarono, sorridendo apertamente e poi Albus, che aveva attraversato il cortile con un passo molto più dignitoso, diede una pacca sulle spalle a Scorpius, ancora più raggiante degli altri due.

- Devi venire dentro ed incontrare tutti quanti, ti stavamo aspettando.- si entusiasmò Rose mentre lo spingeva verso la casa, lasciando Albus che gridava- Certo, lasciate a me la valigia!- dietro di loro. 

Rose aprì la porta principale e dopo che Scorpius ebbe sbattuto le palpebre per la luce fioca in contrasto con quella all'esterno, vide una stanza abbastanza piccola traboccante di Weasley. Sembrava che ci fossero centinaia teste rosse girate nella sua direzione, con centinaia di identici occhi blu fissati sul suo viso. Lui deglutì forte. 

- Tutti, questo è il mio buon amico Scorpius Malfoy. Scorp, questi sono tutti. 

Ci fu qualche "ciao" mormorato. James lo salutò con la mano ed Hermione Weasley gli sorrideva rassicurante.

Scorpius Malfoy and the Forbidden FlowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora