The Drawing Room

12.5K 768 177
                                    

Scorpius si fermò senza fiato davanti alla porta chiusa tra se stesso e il Salone. Nei giorni seguenti la disastrosa lezione di Storia della Magia, non potè fare altro che pensare a quella stanza e ora che si trovava a casa per le vacanze di Natale, non pensava di poter resistere ad entrare dentro. Non era mai entrato, non che si ricordasse che qualcun altro l'avesse mai fatto. Era sempre stata chiusa,al contrario delle altre stanze del Manor, da prima che lui nascesse e Scorpius non aveva mai capito il motivo. Ricordava soltanto che una volta che aveva provato a girare la maniglia, quando aveva cinque anni e si era annoiato del resto della casa, suo padre l'aveva rimproverato. Non ci si era avvicinato da quella volta. Non riusciva neanche ad immaginare cosa ci fosse in quella stanza misteriosa. Certamente, non qualcosa che poteva riparare la sua amicizia con Rose ed Albus. Anche se i due non erano stati sgarbati con lui, la loro gelida gentilezza era anche peggio di un odio diretto. Erano ancora conoscenti; si sedevano vicini in classe e facevano i compiti insieme, Scorpius aiutando i cugini in Pozioni e Rose aiutando Scorpius e Albus in praticamente tutto il resto, ma la loro semplice amicizia era stata rimpiazzata da brevi frasi e scaltre occhiate. C'erano ancora dei momenti in cui tutto sembrava naturale come lo era stato in treno, ma non c'era mai volta che quando tutto sembrava essere tornato alla normalitá, Rose o Scorpius non tornassero alle loro facciate. Quindi ora, Scorpius stava in piedi fuori dalla stanza che non possedeva nessuna risposta per lui. Lo sapeva e nonostante tutto, in qualche modo, si sentiva connesso a loro in quel luogo. I Weasley e i Potter non frequentavano gli stessi giri dei Malfoy e comunque lì, un Weasley, un Potter e un Malfoy erano stati nella stessa stanza, nello stesso momento.

Scorpius alzò la bacchetta, sentendosi leggermente colpevole dato che era proibito usare la magia a casa. Sapeva però che la sua magia poteva essere confusa con quella dei genitori, perciò la puntò contro la serratura e sussurrò "Alohomora".

Allungò una mano tremante e girò il pomello.

Bloccata.

Non era sorpreso. Ovviamente, suo padre voleva essere sicuro che la porta restasse chiusa e le sue abilitá magiche superavano di gran lunga quelle di un piccolo mago che non aveva neanche completato un anno di scuola.

Scorpius però, era interdetto.

Tirò fuori dalla tasca la forcina che aveva preso dalla camera di sua madre, la inserì nella serratura e la mosse.

Aveva imparato questo trucco particolare da Rose a Settembre, quando lei è Albus avevano rubato il diario della cugina Victoire. Il diario aveva anch'esso un blocco, simile all'incantesimo anti-sblocco della porta. Rose aveva imparato il trucco della forcina da Albus, che l'aveva imparato da James, che l'aveva imparato da suo cugino Fred che a sua volta l'aveva imparato da suo padre, George. Era stato in quel momento che Scorpius capì i vantaggi di avere una grande famiglia.

Ora, però, non era sicuro di star facendo tutto nel modo corretto, perchè non stava succedendo niente. Appena sospirò la sua sconfitta e tirò fuori dalla serratura la forcina, sentì un piccolo 'click'.

Con il cuore a mille, Scorpius girò di nuovo il pomello.

La porta si aprì con un cigolio e Scorpius si immobilizzò, sicuro che l'avessero sentito. Ma non sentì passi o voci, quindi sospirò lentamente e scivolò nella stanza. Era stata chiaramente chiusa dal giorno che il Trio d'Oro era scappato. Uno strato pesante di polvere copriva i mobili, altra volava nell'aria e Scorpius tossì al suo primo respiro in quell'aria umida e stantia. Nonostante le finestre dal di fuori erano state pulite come il resto della casa, la parte interna era ancora incrostata di decenni di sudiciume, rendendo la poca luce di quel giorno nevoso e nuvoloso quasi inutile. Un grande lampadario, con la maggior parte dei cristalli rotti, ancora si trovava al centro della stanza, vicino ad una macchia scura di ciò che sembrava orribilmente sangue. Scorpius capì che aveva calpestato i vetri rotti del lampadario da quando aveva messo piede lì dentro e quando si mosse, si accorse dello scricchiolio attutito. Provò ad immaginare la mamma di Rose, che aveva visto solo per pochi secondi sulla piattaforma del treno, vent'anni più giovane, contorcersi e gridare sul pavimento sotto la maledizione della sua prozia. Il suo futuro marito si trovava lì, a guardarla? Il suo migliore amico? Erano lì con lei? Lui non aveva mai conosciuto Bellatrix e aveva solo qualche ricordo sbiadito delle foto che suo nonno gli aveva mostrato prima che suo padre lo scoprisse. Comunque, inserì una donna alta e con i capelli neri nella sua immagine, in piedi sulla madre di Rose, con la bacchetta sguainata. Scorpius era sicuro che sua nonna aveva provato del rimorso, ma sua zia? E suo nonno? E infine- Scorpius deglutì- suo padre? Era stato male per quella scena? Aveva resistito, aveva sperato di poter aiutare? O era stato lì, magari ridendo, al pensiero dei suoi vecchi nemici lacerati dal dolore, fisico e mentale? Gli era importato?

Scorpius si sedette improvvisamente su una sedia imbottita, facendo levare altra polvere, cercando disperatamente di cancellare quell'immagine dalla sua mente. Non si meravigliava che tutti lo odiassero. Non si meravigliava che Rose e Albus si fossero allontanati da lui. Li odiava, odiava la sua famiglia, odiava se stesso.

- Scorpius?

Alzò lo sguardo verso l'alta figura alla soglia, con il cuore in gola.

- Pa-papá- balbettò lui.

Draco gli si avvicinò, lentamente, osservando attentamente ciò che aveva intorno. Aprì la bocca e Scorpius si sedette, confuso, in attesa della sua punizione. Ma Draco disse soltanto- È passato molto tempo dall'ultima volta che ho visto questa stanza.

Sembrò improvvisamente molto pallido e molto debole.

- Perchè l'hai chiusa?- chiese Scorpius all'improvviso, sorpreso delle sue stesse parole, intese all'inizio come una scusa per la sua intrusione.

- Perchè ero debole- disse Draco lievemente, sedendosi sulla sedia affianco a Scorpius, e facendo levare anch'egli la polvere- Perchè non riuscivo a guardare la prova del mio stesso tradimento ogni giorno. Perchè non volevo essere ricordato per come ho lasciato le persone soffrire, essendo addirittura una dei colpevoli della loro sofferenza. Perchè hai aperto la porta?

- Perchè dovevo vedere. L'abbiamo imparato a....Storia della Magia. E dovevo vedere con i miei occhi.

Draco annuì, in silenzio.

- Deve essere stata una lezione difficile per te.

Scorpius sfuggì i suoi occhi- Rose e Albus, loro...beh, non lo sapevano. E sono stati un pò...distanti. È come se non avessero creduto che quelle storie fossero vere e ora che è troppo tardi per non essere miei amici e sarebbe scortese non esserlo più, semplicemente sono...educati.

Draco annuì di nuovo.- Mi dispiace tanto, Scorpius. Non è giusto che voi veniate trascinati in tutto questo, è successo molto tempo fa...

- Parlami della prozia Bellatrix- domandò Scorpius- Ho conosciuto tutti, ma non so niente di lei.

- Non avresti voluto incontrarla, Scorpius- disse Draco, con l'espressione di qualcuno che aveva appena mangiato qualcosa di avariato- Ero più terrorizzato di lei che di mio padre, e questo dice tutto.

- Voglio ancora sapere.

- Lei era...infantile, in molti modi. Seguiva il Signore Oscuro con un'adorazione infantile e con una completa e cieca devozione. Era incline ai capricci e torturava per divertimento, come un bambino con i suoi giocattoli. Uccideva soltanto quando si annoiava del suo piccolo gioco. Ma era anche una sadica, amava vedere la gente soffrire, sia quando era lei l'artefice che quando non lo era. Non era una persona di cui sono fiero di chiamare famiglia, anche se posso dire lo stesso di molti altri.

- Papà?

- Si, Scorpius?

- Io sono fiero di chiamarti famiglia.

Draco sorrise dolcemente- Grazie, Scorpius. Significa tantissimo per me. Ma non sono venuto qui per intrattenerti con i racconti della nostra lurida storia di famiglia.

Scorpius, a quelle parole, affondò nella sedia.

- Non sono venuto qui neanche per rimproverarti, anche se avresti dovuto chiedere il permesso per aprire. A proposito,come hai fatto?

Scorpius, con uno sguardo colpevole, alzò la forcina.

- Ovviamente non ho considerato questa opzione quando ho sigillato la porta. Ma torniamo alla vera ragione della mia presenza qui. - Draco tirò fuori una lettera- È appena stata portata da un gufo e se non sbaglio è di una certa Signorina Rose Weasley.

Scorpius afferrò la busta dalla mano di suo padre e lesse velocemente l'indirizzo, abbeverandosi della familiare calligrafia di Rose- Grazie, papà.- mormorò lui.

Draco emise una risatina quando il figlio scappò via dalla stanza.

- Scorpius- lo chiamò- restituisci quella forcina a tua madre!

Scorpius Malfoy and the Forbidden FlowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora