Admission (THE END)

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"Albus Severus Potter, se non cancelli quel sorrisetto untuoso dal tuo viso, ti troverai a viaggiare verso il San Mungo domani e non verso l'addestramento da Auror!"
Albus si limitò a ghignare.
"Ma Rose, cara," la derise lui, spostando lo sguardo da lei a Scorpius e poi sulle loro mani intrecciate, "questa è una situazione che sicuramente merita un sorrisetto!"
"Davvero, Al," sospirò Elsie, alzando gli occhi dalla rivista e fissandoli sul suo ragazzo, "lasciali stare."
"Grazie, Elsie," disse Scorpius, incapace di trattenere un sorriso alla vista dell'espressione preoccupata della sua ragazza.
Rose tirò sul col naso e lanciò un'occhiataccia al cugino.
"Rosie," sospirò lui, raddrizzandosi e fissandola, "non incolpare me per questo tuo problema. E neanche Scorp, perché lui sarà pure uno stupido, ma ti ha consigliato di dire tutto dall'inizio."
"Grazie, amico," disse Scorp secco.
"Cosa avrei dovuto dire?" strillò all'improvviso Rose. "Oh, mamma, papà, immaginate un po', dopo anni passati a protestare che Scorp è solo un mio amico e niente più...adesso siamo fidanzati?"
Albus sbuffò. "Suona bene," disse, "Ma ora puoi aggiungere 'e lo siamo da circa quattro mesi."
"Oh, Godric," gemette Rose, "sono una sciocca."
"Rose," disse Elsie gentilmente, "non può andare poi così male! Sono sicura che capiranno! Già conoscono Scorpius, dopotutto, e a loro piace. Sono sicura che non si arrabbieranno."
"No," corresse Albus, "non si sarebbero arrabbiati con lei quattro mesi fa. Saranno arrabbiati con lei per aver mentito per quasi metà anno."
Elsie strinse le labbra, come per dire che aveva ragione.
"Se fossi nei vostri panni," continuò Albus, "non lo direi di persona. Avrei mandato un gufo immediatamente e anche se la cosa non gli fosse piaciuta, avrebbero avuto tutto l'anno per accettarlo, prima che tornaste da scuola. Non so perché glielo vogliate dire di persona. È molto più difficile essere maledetti per posta."
Rose impallidì visibilmente e Scorpius lanciò ad Albus un'occhiataccia.
"Giusto," disse, "grazie."
"Forse dovremmo andare," suggerì Elsie velocemente, "Lily ha detto che voleva che ci sedessimo con lei per un po' e siamo quasi a Londra."
"Davvero vicini a Londra," ripeté Al con un sorrisetto maligno.
"A dopo!" li salutò Elsie e trascinò Al fuori dallo scompartimento.
Scorpius strinse un po' la mano di lei e stettero seduti in silenzio, ascoltando il ritmo del treno.
"Rose?" Hugo sbirciò all'interno. "Ho appena incontrato Albus...starai bene?"
"Hugo," disse Rose seria, "se mi uccidono, puoi avere le mie cose. Beh, non i miei vestiti, quelli li può avere Lily."
"Davvero, non credo che Lily voglia i tuoi vestiti."
Scorpius alzò gli occhi al cielo e Hugo si corresse velocemente. "Cioè, non li avrà, perché è impossibile che ti uccideranno."
"Lo credi davvero?" 
"Come l'unica altra persona al mondo che è stata cresciuta da mamma e papà, giuro solennemente che non penso che ucciderebbero davvero la loro unica figlia."
"Seriamente, credo che tu stia facendo un po' troppo la drammatica." si intromise Scorpius.
Rose sospirò profondamente. "Non credo davvero che mi ucciderebbero," concesse, "ma hanno comunque il potenziale di essere molto, ma molto arrabbiati con me. E con te. E con noi."
"Giusto," disse Hugo velocemente, "quella è una cosa...molto probabile? Ad ogni modo, ero venuto a dirvi che eravamo a cinque minuti da King Cross quattro minuti fa. Evviva!"
Sentirono il treno fischiare mentre entravano dentro Londra e il mezzo rallentava sempre di più.
"Bene," disse Rose mestamente, una volta che il treno aveva smesso di muoversi e che sentivano i ragazzi correre per i corridoi, "ci siamo."
"Sembra che tu stia andando in guerra," rise Scorpius, tirando giù le loro borse, "non a vedere i tuoi genitori."
Seguì Rose nella folla di persone fino alla piattaforma, bypassando la massa di studenti che portava le loro valigie.
"Che gentile Al ad essersi offerto di prendere i nostri bagagli," commentò Rose.
Scorpius mormorò in segno di assenso. Sapeva che quando Albus si era offerto, ghignando apertamente, di trovare le loro valigie e di vederli più tardi, voleva solo che l'incontro di Rose con il clan Weasley non fosse ritardato, sperando che le urla sarebbero iniziate al suo arrivo.
"Rose," disse Scorpius serio, portandola via dalla vista delle persone che stavano aspettando, dietro un pilastro, "ti amo e sarò lì con te qualsiasi cosa succeda."
Rose sorrise, un po' timidamente. "Anch'io ti amo," sussurrò, sporgendosi per catturare le sue labbra.
Era molto facile dimenticare, anche se c'erano miriadi di persone che correvano intorno a loro, dov'erano e il loro bacio stava diventando velocemente più passionale.
"Scorp," sussurrò Rose in gola mentre lui la premeva contro il pilastro e la baciava dal viso alle clavicole. Lei intrecciò le dita nei suoi capelli di seta e portò di nuovo le labbra di lui sulle sue.
Lui fece scivolare una mano sul suo corpo, passando oltre il suo seno, il fianco e il bacino, per afferrare la caviglia, che lei aveva attorcigliato intorno alla gamba di lui, e portarla intorno al suo bacino. 
Lei sospirò felicemente e allungò il capo per baciarlo di nuovo.
E poi una mano grande e pesante afferrò la spalla di lui e, non troppo gentilmente, lo allontanò dall'abbraccio di Rose.
"Papà!" esclamò lei, scarmigliata e spaventata.
Ron guardò la coppia, diventando sempre più rosso con il passare dei minuti. Dietro le sue spalle, Scorpius poteva vedere Hermione, preoccupata.
"Bene," ringhiò alla fine Ron, "tieni le mani lontane da mia figlia in pubblico, capito?"
"Sì," disse Scorpius, annuendo ferventemente, "scusi."
Ron sembrava voler dire qualcos'altro ma, con grande difficoltà, si stava trattenendo.
Hermione fece qualche passo esitante verso suo marito, prendendogli la mano. Lui buttò fuori il fiato con forza e sembrò rilassarsi, anche solo di pochissimo.
"Rose?" chiese Hermione interrogativa.
"Mamma, ti devo dire una cosa."
"Già, penso che l'abbiamo già capito," esclamò Ron rudemente.
Ci fu una pausa piena di imbarazzo.
"Non posso dire che non me l'aspettavo," brontolò Ron improvvisamente, "ma giuro su Merlino, se la ferisci, manderò ogni Auror disponibile a farti male."
"Non succederà," disse Scorpius piano.
"E... e tenete le mani al loro posto in pubblico!" concluse trionfalmente. "Ora, dove sono le vostre valigie?"
Hermione aprì le braccia verso sua figlia e Rose, sollevata, quasi ci si buttò dentro.
"Sono molto felice per te, tesoro, "le sussurrò Hermione nell'orecchio, "Gli piacevi da un'eternità."
"A me piaceva da un'eternità!" rispose Rose, allontanandosi e sorridendo gioiosamente, "È solo che non sapevo come dirvelo!"
Il viso le divenne più serio. "Mamma," chiese a bassa voce, "papà è davvero tanto arrabbiato con noi?"
Hermione rise. "No, ma farà finta di esserlo per un po'. Sei sua figlia, dopotutto, l'unica che ha. Gli piace Scorpius, però."
Hermione chinò il capo per sussurrare nell'orecchio della figlia. "È più che altro arrabbiato che non sia successo prima di Natale, perché adesso deve a tua zia Ginny dieci galeoni!"
Rose rise e poi, con la sua famiglia e i suoi genitori affianco a lei, lasciò il Binario Nove e Tre Quarti per l'ultima volta. 

Scorpius Malfoy and the Forbidden FlowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora