Break Down

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Gli ci vollero tre giorni per riuscire a raggiungerla.
Era un sensazione strana, dato che avevano virtualmente tutte le lezioni insieme, condividevano il loro spazio vitale, pranzavano e cenavano insieme e avevano gli stessi amici, ma lo stava più che sicuramente evitando.
Durante le lezioni, lei cambiava velocemente argomento se si arrivava a parlare di altro rispetto all'incantesimo su cui dovevano lavorare. Nella sala comune durante le sere e i pasti, parlava per la maggior parte del tempo con Lily, Albus ed Elsie. Quando doveva assolutamente parlare con Scorpius, evitava attentamente i suoi occhi, arrossendo furiosamente per tutto il tempo.
Era perplesso.
Loro due non erano mai in imbarazzo l'uno con l'altra. Avevano le loro piccole litigate, raramente, e c'era stata quella volta durante il primo anno in cui lei aveva virtualmente smesso di parlargli, ma anche allora, non era in imbarazzo.
Erano ormai passati tre giorni ed era totalmente stufo del suo comportamento.
Lei di solito si nascondeva nella biblioteca quando voleva evitare qualcuno, quindi marciò lì risolutamente e si piazzò di fronte a lei, aspettando che alzasse lo sguardo. Lei non lo fece, ma divenne di un bel rosso brillante, quindi era sicuro che sapesse che lui era lì.
Si sedette pigramente mentre lei continuava ad ignorarli, facendo girare la bacchetta tra le dita. Per divertimento, faceva svanire i libri di Incantesimi di lei e poi li faceva riapparire, ancora e ancora. Fece fluttuare la penna di lei, facendole scrivere parole senza senso in aria. Fece nevicare, solo un po' di polvere bianca che si andò a posare sulle spalle e i riccioli della ragazza.
Lei finalmente alzò gli occhi, irritata, un fiocco di neve attaccato alle ciglia.
"Ciao," disse lui.
"Sto studiando."
"L'ho notato."
Lei sospirò. "Allora perché sei qui?"
"Perché sei TU qui?"
"Come ho detto," sospirò ancora lei, intingendo la penna nel calamaio, "sto studiando."
"Che cosa divertente," disse Scorpius a bassa voce, usando la bacchetta per far alzare il libro di lei e farlo ricadere di botto sull'altro lato. Thump. Thump. "Di solito studi nella sala comune."
Thump. "La biblioteca è più silenziosa. O almeno lo era."
Thump. "Comunque," disse Scorpius, lasciando finalmente la bacchetta, "vieni qui solo se stai evitando qualcuno."
"Beh, non è così."
"Sei sicura?"
Rose arrossì di nuovo e la voce le suonò più stridula del solito quando parlò. "E chi starei evitando?"
Scorpius incontrò il suo nervoso sguardo celeste. "Me?"
Rose rise, ma suonava forzato. "Perché ti dovrei ignorare?"
"Sai, mi sto facendo la stessa domanda. Sembra che tutto porti ad un certo incidente di tre giorni fa...ti ricordi qualcosa del genere?"
Rose sospirò e lasciò perdere tutte le pretese. "Sì, mi ritorna in mente qualcosa," disse con voce sconfitta.
"Senti, Rose, ti senti bene?" le chiese preoccupato, poiché era di nuovo impallidita.
"Sto bene," replicò lei automaticamente. "È solo che non ci riesco ad affrontare tutto questo adesso. Si avvicinano gli esami, sono proprio impegnata..." Era quasi in lacrime.
"Cosa non riesci ad affrontare?" le chiese velocemente, chiamando per lei un fazzoletto.
"Te!" Tirò sul col naso, asciugandosi gli occhi, "Noi, non riesco....non riesco ad affrontarlo."
"Rose," disse Scorpius, diviso tra confusione e preoccupazione, "di cosa stai parlando?"
"Oh, Scorp," sussurrò lei, "dovresti averlo capito. Dopo tutto questo tempo, dovresti averlo capito..."
Doveva sembrare ancora completamente sconcertato, dato che lei gli fece un sorriso lacrimoso e tirò di nuovo su col naso.
"Che odore ho sentito in quella dannata pozione?" continuò lei, "Dovresti averlo capito."
"Io...beh, io..." balbettò lui, "Beh, immaginavo che fosse il motivo per cui sei stata distante, ma non ero sicuro."
"Limoni," disse lei, gli occhi che le si riempivano di nuovo di lacrime, "Limoni e cannella e pino. Sembra orrendo, ma era buonissimo. Eri tu." Adesso stava piangendo, più forte di quanto l'avesse mai vista piangere.
"Rose," disse lui, spostandosi vicino a lei e prendendola tra le braccia. "Andrà tutto bene, lo prometto."
"No, non andrà tutto bene!" strillò lei, appoggiandosi al petto di lui, "È così stressante! Già ho gli esami e i doveri da prefetto e adesso devo anche affrontare questo, scoprire che tu dovresti essere la mia dannata anima gemella? Io non...non ci riesco. Non posso perderti, non posso e basta."
"Chi lo dice che mi perderai?"
"Certo che ti perderò!" singhiozzò lei, il corpo scosso dalle convulsioni. Era preoccupante, il modo in cui il suo corpo tremava. Era tentato di portarla in infermeria. "E se...e se succede qualcosa tra di noi? Qualcosa di orribile? Non posso non averti nella mia vita, Scorp, ho bisogno di te, Godric, ho bisogno—"
Si interruppe di nuovo, piangendo così forte che lui non riuscì a sentire la fine della frase. La strinse istintivamente a sé e la cullò lentamente avanti e indietro. "Lo so, Rosie," mormorò lui, senza sapere cosa fare, "Ti farebbe sentire meglio sapere cosa ho sentito io nel calderone?"
Lei non rispose, ma lui continuò comunque, "Profumo di rose, pioggia e biscotti al cioccolato. Rose, anche io ho sentito te." Sembrava piangere di meno adesso, ma non sapeva se fosse per le sue parole o perché era troppo esausta per continuare in quel modo.
"Non dobbiamo fare questo, Rose," disse dolcemente e lei smise di piangere, anche se sembrava ancora tremare incontrollabilmente, "Questo non deve necessariamente significare....beh, potrebbe solo voler dire che..."
Si fermò, insicuro su come terminare la frase.
"Potrebbe semplicemente essere un indicatore di cosa troviamo fisicamente attraente," disse Rose, la voce roca, ancora non convinta completamente.
"Certo," replicò lui, allo stesso modo, "Ho sempre pensato che tu fossi....attraente."
"Davvero?"
"Certo, sei bellissima."
"Anche tu lo sei."
Ci fu silenzio. Lei stava ancora tremando.
"Non che mi piaccia la tua personalità, o cose così," disse lui un po' stupidamente, "ma non significa che sono, tipo, innamorato di te." Non sembrava convincente, anche a se stesso.
"Già," concordò lei debolmente," Siamo solo amici."
"Solo amici." ripeté lui.
Sospirarono entrambi.
"È anche un brutto momento." disse velocemente Rose, ancora appoggiata a lui.
"Già," disse lui, "un momento schifoso."
Lei si raddrizzò e riempì la borsa con le sue cose, le mani che le tremavano così forte da non riuscire quasi a mettere il tappo sul calamaio.
Scorpius sospirò di nuovo. Certo che non l'amava, il solo concetto era ridicolo. Erano amici, dopotutto, e gli amici potevano sentire tutto questo, questa preoccupazione, questa premura, questo calore.
"Forza," le disse, ignorando attentamente la voce in un angolo della sua testa che gli ricordava che alle persone non veniva l'improvviso desiderio di baciare i propri amici quando smettevano di piangere, per baciare via le loro lacrime, e poi baciarli di nuovo solo per sicurezza, "ti porto in infermeria."
E lo fece, nonostante le sue proteste, informò Madam Pope che Rose aveva subito un esaurimento nervoso e se ne andò, sentendosi non meglio di quella mattina.

Scorpius Malfoy and the Forbidden FlowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora