Affirmation

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"Signor Malfoy!"
Scorpius alzò gli occhi, strappato dai suoi pensieri.
"Scusi?" balbettò lui.
La professoressa Chase sospirò e strinse le labbra. "Le ho chiesto se gentilmente può informare la classe sull'ingrediente necessario della pozione Infuocante." ripeté lei secca.
"Lingua di drago," rispose Scorpius, vergognosamente.
Lei gli lanciò uno sguardo lungo e interrogativo. "Bene," disse, dopo un momento. "Ora, signor MacGuffin..."
Scorpius incontrò lo sguardo di Rose e lei gli fece una piccola smorfia, una che chiaramente diceva 'questo é quello che ti succede quando non presti attenzione'.
Lui ne fece una di rimando, una che sperava dicesse 'dobbiamo parlare'.
Lui torreggiò sopra di lei mentre prendeva gli strumenti di pozioni, sperando di poter trovare il momento giusto. Erano passati tre giorni... dall'incidente e o entrambi erano stati assurdamente impegnati, o Albus era stato più intrusivo che mai, oppure l'universo stava cospirando contro di loro. O forse tutte e tre. 
Non aveva avuto neanche un minuto da solo con lei e stava lentamente impazzendo.
"Allora," disse lui speranzoso mentre lei si metteva la bretella della borsa sulla spalla e cominciava a dirigersi verso la porta.
"Allora," ripeté lei, sorridendo come faceva sempre intorno a lui.
Beh, non lo stava ignorando. Era un buon segno, no? Ma era un buon segno che diceva 'sono innamorata di te quindi mettiamoci insieme' o invece 'ignoriamo quello che è successo perché non voglio rovinare la nostra amicizia'?
"Speravo che potessimo—" cominciò lui, ma la professoressa McGranitt arrivò improvvisamente di fronte a loro.
"Salve, professoressa," disse lui rigidamente. Sempre la sua solita, dannata fortuna.
"Signor Malfoy," disse lei secca. "Signorina Weasley, una parola..."
"Certo," disse lei, lanciando a Scorpius uno sguardo di scuse. "Parliamo dopo," gli sussurrò mentre seguiva la Preside su per le scale.
Scorpius sentì il familiare brivido di speranza alle sue parole, ma subito lo allontanò. Poteva essere un discorso da 'troveremo un modo perché niente può tenere nascosto il nostro amore', vero? Più probabile che sarebbe stato un discorso da 'ti lascerò andare velocemente, così non sarà imbarazzante quando ci vedremo più tardi'.
Sospirò. Adesso stava pensando al vero amore e alle sue barriere come un maledetto poeta. Giurò che non sarebbe arrivato sano all'ora di cena.
— — —
Rose sembrava sorpresa e un po' allarmata quando lui arrivò da un corridoio secondario dopo cena, la prese per mano e la trascinò di nuovo nel corridoio deserto.
"Scorp?" chiese mentre lo seguiva, quasi correndo per mantenersi al passo, "Stai bene?"
"Fantasticamente. Tu?"
"Sto bene," rispose un po' senza fiato mentre lui la girava e la spingeva contro il muro dietro di lei, lasciando tra di loro un metro di distanza.
"Come è andata con la preside McGranitt?" gli chiese in tono di conversazione.
"Bene," rispose lei, "Voleva solo sapere se pensavo che mia madre fosse interessata a prendere il posto di insegnante temporaneamente."
"Magnifico."
"Perché mi hai trascinata in un corridoio deserto nel bel mezzo della notte?"
Lui le lanciò un'occhiata scrutatrice. "Credo che tu lo sappia."
"Non essere criptico."
"Non essere ottusa."
"Vuoi parlare del ba...di cosa è successo nel treno?"
Scorpius lasciò scappare un sospiro tremante. "Sì," disse piano, "penso che dovremmo parlarne."
Lei chiuse gli occhi e quando si aprirono di nuovo, erano di un sorprendente celeste scuro, "Concordo," disse dolcemente.
"Allora?" chiese.
Ci fu un momento di silenzio. Sentì il cuore battergli due volte.
"Mi hai baciata," disse lei senza mezzi termini.
"Già," concordò lui.
Poteva vedere le domande formarsi negli occhi di lei.
'È stato un errore? Avresti fatto di più, se Albus non ci avesse interrotto? Cosa è significato per te?'
"Perché?"
"Non lo...io..voglio dire...Rosie, devi sapere che non è stato un errore."
"Davvero?" chiese lei con una voce piccola.
"No! Certo che no!"
"Eri curioso?"
"Sì. Cioè, lo ero, ma non dovevo proprio immaginarmelo. Penso che lo sapessi già."
"Sapevi che...ti piacevo?" Sembrava confusa.
"Beh, certo che sapevo che mi piacevi, non ci vuole un genio per capirlo. Sapevo già che non mi piacevi e basta. È solo che non lo volevo ammettere."
Fece un passo in avanti verso di lei, controllando attentamente la sua reazione. Erano stati in questa situazione così tante volte ormai.
"Ammettere cosa?" La sua voce era quasi un sussurro, ma lui le era così vicino che non ci volle uno sforzo per sentirla.
"Lo sai."
"Ammettere che...mi volevi?" sussurrò lei.
Lui fece un sorrisetto e fece un altro mezzo passo in avanti. Istintivamente, lei fece un passo in dietro e sul suo viso si dipinse un'espressione di sorpresa quando si trovò con le spalle al muro.
"Come ho detto, già sapevo di volerti."
"Allora perché?"
Lui ridacchiò.
"Forse volevo avere la prova che tu volessi me."
Lei imitò il suo sorrisetto.
"Già sapevo di volerti," disse lei, a pochi centimetri dal suo orecchio,
Lui si lasciò scappare un un profondo respiro.
"Beh," disse lui, il suo coraggio che vacillava all'ammissione di lei, "forse volevo solo avere la prova che mi piacessi davvero."
E poi, prima che lei potesse aprire la bocca per replicare, prima che potessero essere interrotti da un professore o da un altro dannato Weasley, la prese per le spalle e coprì le labbra di lei con le sue.
Era un bacio dolce, gentile, profondo. Sentì il cuore battergli forte, tre volte, e poi si allontanò.
Rose era stordita e rossa in viso. Gli sbatté le palpebre e lui allungò la mano e le mise un boccolo ribelle dietro l'orecchio, accarezzandole la mascella con le dita.
"Allora?" ripeté lui, cercando di nascondere l'ansia nella voce.
"Credo che tu abbia appena provato che ti piaccio," disse lei, senza fiato.
Questa volta fu lei a iniziare il bacio, ma lui ricambiò entusiasticamente.
Facendo scivolare le mani intorno al bacino di lei, premette il corpo contro il suo e sentì il battito accelerare. Accarezzò con la lingua il suo labbro inferiore e, quando lei aprì la bocca, lui si trovò a pensare che sarebbe annegato in lei, nel profumo di biscotti al cioccolato e rose e pioggia.
"Scorp," sospirò lei, allontanandosi, ed era più un'affermazione che una domanda.
"Rosie," rispose lui. "Non dovremmo farci trascinare troppo."
E comunque, era difficile lasciare il suo abbraccio, offrirle la mano e accompagnarla alla Torre di Grifondoro.
Ma dormì profondamente quella notte, felice e sicuro di sapere che avrebbero, in effetti, avuto un domani.

Scorpius Malfoy and the Forbidden FlowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora