CAPITOLO 64

722 73 79
                                    

Dicembre, 2013 - Tre mesi dopo

MATT

Ora capisco perfettamente cosa provano tutti quei poveri cristiani che quotidianamente si recano sul posto di lavoro a miglia di distanza da casa. La vita da normale pendolare non è semplice, quella di pendolare in volo ancora meno. Conciliare i miei orari con quelli dei voli presi in questi mesi, è stata una specie di Odissea, ma alla fine sono sempre riuscito a trovare una soluzione che mi consentisse di stare con il mio angelo. Anche se visibilmente potrei avere le sembianze di uno strofinaccio da cucina, non sono comunque pentito di quello che ho fatto fino a oggi. Anzi, rifarei tutto dalla A alla Z, compreso arrivare nel cuore della notte a causa del maltempo e ripartire dopo nemmeno dieci ore dal mio arrivo. Per Sarah sono disposto davvero a tutto, anche affrontare il viaggio della vita, quello che da settimane stiamo programmando per il suo rientro definitivo qui a Salt Lake City, e il merito è solo di due persone dal cuore d'oro: Paul e David Johnson. Purtroppo, nonostante la miriade di curriculum inviati, nessuna, e ripeto nessuna, scuola ha espresso il piacere di conoscermi o valutarmi come insegnante. Ho passato settimane infernali, avvolte dalla più profonda disperazione. Dopo anni di ostacoli causati dalle mie pare mentali, sembrava che pure gli abitanti di New York non ci volessero insieme. Invece... due anime buone ci hanno messo lo zampino, trovando la soluzione più adatta non solo per i loro affari ma anche per i nostri cuori, così Sarah potrà continuare a lavorare per entrambi direttamente da casa.

La nostra.

Gli unici a essere un po' meno felici del suo rientro sono Tyler e Lexy. La loro amicizia, così profonda e pura, subirà, ahimè, un drastico cambiamento, ma sono sicuro che nonostante la lontananza riusciranno tranquillamente a sentirsi e vedersi. Per loro, la nostra porta sarà sempre aperta. In questi mesi ho avuto modo di conoscerli meglio e devo dire che sono davvero due persone speciali; due ragazzi che hanno ben chiaro il concetto di amicizia, di affetto fraterno, anche se nessun legame di sangue li lega veramente. Due ragazzi ai quali ho iniziato a volere molto bene, nulla di paragonabile all'amicizia che mi lega a Jesse e Val, ma comunque qualcosa di simile e di cui vado molto fiero. Poi, con Ty mi diverto come una pazzo. Credeva di essere il numero uno in quanto a figuracce, invece... ha trovato pane per i suoi denti, e lo stesso vale per Lexy. «Tesoro, sei sicuro di voler partire lo stesso? Le previsioni non promettono bene» commenta preoccupata mia madre, convinta che io debba partire per un viaggio di lavoro assegnatomi dalla scuola. «Mà, tranquilla, ho tutto sotto controllo» affermo nel tentativo di calmare la sua ansia. «Ne sei sicuro? Hai fatto controllare l'auto? Le gomme? Hai caricato nel portabagagli le catene da neve?» domanda allarmata, come se dovessi viaggiare fino in Siberia. Domande più che lecite per una madre apprensiva come lei. Altrimenti non sarebbe Angel Thomas Parker, la donna più paranoica e fantastica di tutto lo stato dello Utah. Amo mia madre, con tutto il cuore, e non dirle quello che realmente sto per fare, mi costa davvero tanto. Ma voglio che per entrambe le nostre famiglie, il rientro in patria di Sarah sia una sorpresa. In fin dei conti mancano meno dieci giorni a Natale, quale regalo migliore potrei fare agli Spencer e ai miei genitori? Gli unici al corrente di questa mia follia e al rientro del mio angelo, sono Valerie e mio padre. Ma è principalmente grazie a lei se sono riuscito a tenere a bada la curiosità e l'insistenza di Jesse inerenti a questo mio viaggio. In più, a casa dei suoi genitori ho fatto depositare diversi scatoloni arrivati direttamente da New York, con la maggior parte degli effetti personali di Sarah. Scatole che per ovvi motivi non ho potuto tenere da me causa nipoti e amici ficcanaso. «Mamma, come ho detto prima, è tutto a posto. Ho fatto controllare tutto quello che era necessario».

«Sei andato dall'amico di tuo padre, quello che ti aveva consigliato e che in fatto di motori è il numero uno?»

«Sì, mamma. È stato proprio lui a darmi il nullaosta per partire. La macchina è perfetta e non c'è rischio che possa incorrere in qualche guasto». Spero non siano le mie ultime parole famose, perché dovrò viaggiare per più di trenta ore (solo andata, poi bisogna contare anche il ritorno!) per raggiungere la mia donna. «Ma perché devi andare solo? Non poteva venire anche un collega?». Ah, le madri... «Doveva venire Wilson, ma si è ammalato e ha dovuto rinunciare» mento, inventandomi sul momento il nome di un finto collega. «E non c'era nessun altro che poteva sostituirlo? La strada da percorrere è tanta e...»

Matt (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora