ANGEL
La villetta nella quale si è trasferito Richard è molto carina, spaziosa e tremendamente in ordine. «Wow!» esclamo, «devo dire che sei un perfetto uomo di casa.»
«Non sono un vero e proprio maniaco dell'ordine, ma, sì, mi piace tenere tutto al proprio posto.»
«Aspetta di avere figli» commento sarcastica. Non so se un giorno deciderà mai di averne uno, ma nel caso... dovrà farsi il segno della croce. «Con un terremoto come lui» aggiungo, indicando Matt ancora addormentato tra le sue braccia, «potrai dire addio al tuo tanto amato ordine.» Richard sorride. «So perfettamente a cosa ti riferisci; ho un nipote poco più grande di lui e tutte le volte che mia sorella e mio cognato, per impegni di lavoro, lo portavano da me, dovevo nascondere qualsiasi oggetto fosse alla portata delle sue mani e di conseguenza della sua bocca» racconta con un velo di tristezza nello sguardo. «Ti manca?» gli chiedo sottovoce. «Molto. Nonostante la sua vivacità è un bambino sveglio e molto intelligente e Matt sotto certi aspetti me lo ricorda parecchio.» Sento chiaramente quanto tiene al nipote e mi dispiace vederlo così in pena. «Come si chiama?»
«Robbie, ma per tutti è semplicemente Bob.»
«Hai una sua foto?» Richard, senza mai lasciare mio figlio, mi fa cenno di seguirlo e di recuperare un piccolo album rimasto ancora negli scatoloni del trasloco. «Prendi quello» indica con la mano libera. Prendo l'oggetto che tanto sono curiosa di sbirciare e accomodandomi sul divano inizio a sfogliare i suoi ricordi. «Ma è un'amore!» esclamo, ritrovandomi a fissare l'immagine di un bambino paffuto e dalla pelle dello stesso colore dell'ebano. «Ha cinque anni e non è un terremoto, ma un vero tornado.»
«Immagino, guarda che occhioni vispi! Ha proprio l'aria di essere un vero birbante.»
«E lo è, credimi» confessa tra i sospiri, ma sempre con il sorriso sulle labbra. «Tra qualche giorno verrà a trovarmi e se ti va potremmo fare in modo che lui, Matt e Jesse si conoscano, che ne dici?»
«È una bellissima idea. Saranno felicissimi, vedrai» dico, accompagnando queste ultime parole con uno sbadiglio. «Scusa, ti sto distraendo con delle inutili chiacchiere quando è palese che sei stanca morta.»
«Non preoccuparti. È piacevole parlare con te.»
«Vieni, ti mostro la mia stanza così tu e Matt potrete dormire lì, mentre io mi accomoderò sul divano.» Non è giusto che sia lui a dormire su quell'affare dall'aria decisamente scomoda. «Richard, io...» Lo chiamo, seguendolo nel corridoio che porta alla zona notte. «Angel, non dirmi che non è giusto che io dorma là perché non ti ascolterò, chiaro?» dice perentorio. Lo guardo negli occhi e la paura provata poco prima sembra essere svanita improvvisamente. Qui, con lui, mi sento tranquilla, protetta. La sicurezza che mi trasmette, nonostante la severità nel tono di voce, non è paragonabile al terrore che provo tutte le volte che mi ritrovo a discutere con l'uomo che amo. Richard è completamente l'opposto: è dolce, gentile e, che Dio mi perdoni, tremendamente sexy, cavoli! Passare la notte sotto lo stesso tetto sarà un vero inferno per le mie povere ovaie. «D'accordo, ma solo per questa notte. Domani, una volta che avrò sistemato il disastro lasciato dai ladri, torneremo a casa» puntualizzo.
«Potete restare quanto volete, Angel. La villetta è sufficientemente grande per tutti e tre» mormora, puntando i suoi dolci occhi azzurri nei miei.
Perché non riesco a distogliere lo sguardo dal suo?
Perché ho come l'impressione che riesca a leggermi dentro?
Perché quando lo guardo mi sembra di soffocare?
«Una notte» ribadisco, superandolo e addentrandomi nella sua stanza. Devo allontanarmi un istante per riprendere fiato. Lo conosco da poco meno di un mese e tutte le volte che le nostre strade si incontrano, mi sento strana, nuda e con lo stomaco in subbuglio. Con Jack non è stato così. Perché?
STAI LEGGENDO
Matt (IN REVISIONE)
ChickLitMatt é un giovane insegnante di educazione fisica con un passato difficile; un passato segnato da un padre che ha reso la sua breve infanzia e la vita di sua madre un inferno; un passato che lo ha portato a non fidarsi più di nessuno. Grazie all'ai...