(QUESTO CAPITOLO CONTIENE SCENE FORTI)
ANGEL - Natale 1980
Jack, è fuori città da ormai una settimana e non si è nemmeno degnato di una chiamata, ma considerato il suo cambiamento repentino, non mi stupisco più di nulla. Mancano solo cinque giorni a Natale e spero che almeno in quella circostanza si degni di tornare.
Matt, sente moltissimo la sua mancanza e ogni singolo giorno che passa mi chiede: "quando torna papà?", e io non so più che inventarmi per non farlo soffrire. «Ometto, sei pronto? Dobbiamo andare al supermercato.»
«Eccomi!» Arriva correndo, con il cappotto semi aperto, le scarpe da ginnastica infilate alla bell'e meglio e il maglione arricciato sopra ai pantaloni. «Matt, ti sei guardato allo specchio?» gli domando, trattenendo una risata. «Perché? Non sono bellissimo come dici sempre tu?» chiede dopo essersi dato una rapida occhiata. «Sì, lo sei, ma in questo momento assomigli più a un clown che al mio splendido bambino. Veni qui che ti sistemo» sorrido dolcemente, scompigliandogli i capelli. «Adesso sì che sei perfetto. Forza, sali in macchina e andiamo.»
In meno di dieci minuti arriviamo al negozio. Faccio scendere il piccolo dall'auto e con il carrello alla mano ci apprestiamo a entrare e a riempirlo con tutto l'occorrente per la cena della Vigilia, che ci vede ospiti a casa Spencer. «Mamma, mi prendi le caramelle gommose?»
«No, tesoro. Hai ancora quelle che abbiamo acquistato al centro commerciale insieme a Melanie e Jesse.»
«Uffa!» borbotta, ma non ci faccio caso, perché se dovessi accontentare ogni sua richiesta, rischierei di finire sul lastrico. Proseguo così con i miei acquisti, cercando di non perderlo mai di vista. Senza accorgermene vado a sbattere contro il corpo solido e statuario di qualcuno. «Mi scusi!» esclamo, porgendo subito le mie scuse al malcapitato. La solita sbadata. «Non si preoccupi. È tutto a posto» risponde gentilmente una voce roca e molto accattivante. Una voce che ho già sentito prima e alla quale riesco ad associare subito un volto, quello di Richard Parker. «Angel? È lei?» chiede lo sconosciuto a mo di domanda e con tono sorpreso. Mentre mi volto verso la voce sexy che ha quasi rischiato di farmi perdere un battito, due bellissimi occhi azzurri mi fissano con interesse. «Signor Parker! Anche lei qui?» domando con un lieve imbarazzo, mentre le mie guance iniziano a tingersi di un acceso color porpora.
Ma che domanda cretina, Angel. È ovvio che anche lui si nutra come un qualsiasi essere umano presente sulla faccia della Terra.
«Sì. La Vigilia di Natale sono ospite a casa di amici e non amo presentarmi a mani vuote, così... Eccomi qui.»
«Capisco. Anche io faccio esattamente come lei» accenno. «E dal momento che ai fornelli sono un vero disastro, preferisco puntare su un articolo che so essere ben gradito: il vino» spiega, mentre sbircio tra i pochi generi alimentari presenti nel suo carrello. «Lei, invece?»
Io? Che diavolo sono venuta a fare? Coraggio donna, tieni a bada gli ormoni e concentrati nel formulare una semplice frase di senso compiuto. D'accordo, la presenza di Mister Testosterone non è di grande aiuto, ma puoi farcela.
«Anche noi saremo ospiti da amici e dal momento che la mia torta al cioccolato sembra essere la più buona della città... Eccomi qui» faccio eco, rispondendo nel suo stesso identico modo, e un piccolo sorriso compare sulle nostre labbra. «Ciao maestro.» Matt, dopo essere sbucato magicamente dalla corsia dei dolciumi, lo saluta educatamente. «Ciao campione! Come stai? Dì la verità: si sta bene in vacanza, vero?» e lui annuisce. «Sai, la mamma è al lavoro e io passo tutto il giorno a casa del mio amico Jesse.» Richard alza gli occhi al cielo. Forse, e dico forse, ha capito anche lui che quei due sono pressoché inseparabili. «E scommetto che vi divertite parecchio.»
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Matt (IN REVISIONE)
Chick-LitMatt é un giovane insegnante di educazione fisica con un passato difficile; un passato segnato da un padre che ha reso la sua breve infanzia e la vita di sua madre un inferno; un passato che lo ha portato a non fidarsi più di nessuno. Grazie all'ai...