JACK
"Comunicato ufficiale: dal prossimo 1 Novembre la ditta chiude".
Non posso credere ai miei occhi. Chiude? E per quale cazzo di motivo? «Hai letto anche tu, Jack?» mi domanda Steven, un collega e amico. «Ne sapevi niente?»
«No, amico. Ne sono venuto a conoscenza solo ora» confessa. «Perché non andiamo dal capo a chiedere spiegazioni? Credi possa riceverci?»
«Proviamo. Tentar non nuoce.»
Così, con Steven e altri cinque colleghi al seguito, ci dirigiamo ai piani alti dell'azienda per chiedere spiegazioni. «Purtroppo, il signor McCallister non può ricevervi» ci liquida la segretaria. Io non penso proprio, dolcezza. Sono venuto fin qui per dei chiarimenti e lui me li darà. «Senta, signorina Lawson. Forse non ha capito bene la gravità della situazione. Stiamo per andare tutti con il culo al vento, lei compresa, e se entro cinque minuti McCallister non mi darà udienza, facendomi entrare da quella cazzo di porta, la sfonderò con le mie mani, sono stato chiaro?» l'avverto, con il viso quasi incollato al suo. Non è un atteggiamento da gentleman, lo so, ma poco importa. Esigo delle spiegazioni e il bastardo me le darà. Nonostante il bell'aspetto, il suo sguardo è terrorizzato. Forse, ora, ha compreso bene le mie parole. «Mi dispiace, signor...»
«Moore», aggiungo, «ma ho l'ordine di non far passare nessuno.» Non ci siamo.
Decisamente, non ci siamo.
Senza darle modo di aggiungere altro, mi incammino a passo deciso verso l'ufficio di quel figlio di puttana. «Dove va, signor Moore!» grida preoccupata alle mie spalle. Ma non le rispondo,
al posto della voce ci pensa il mio dito medio. In fondo... cos'altro ho da perdere, no?
Senza bussare apro la porta, facendola sbattere vigorosamente contro la parete.
La scena che i miei occhi sono costretti a vedere è a dir poco vomitevole: il mio capo, un uomo sulla sessantina, calvo e piuttosto grassoccio, si sta facendo succhiare l'uccello da una delle ragazze che lavora nell'ufficio risorse umane.
Sempre che lo abbia trovato sotto quello strato di lardo. Che schifo.
«Ma che cazzo!» esclama imbarazzato non appena mi vede sulla soglia.
La giovane impiegata, Martha se non erro, dalla vergogna tenta inutilmente di abbassarsi la gonna, cercando di non mostrare più di quanto i miei occhi non hanno già visto. Patetica. «Ora capisco perché ha dato ordine di non essere disturbato» inizio, avanzando passo dopo passo, mentre i suoi occhi mi scrutano con timore. Fai bene a fartela sotto, vecchio maiale, perché non me ne andrò da qui finché non mi avrai dato una cazzo di risposta. «Moore! Che diavolo ci fai qui?» Ha pure il coraggio di chiedermelo? «Mi sta prendendo per il culo? Lo sa benissimo. Esigo delle spiegazioni e le voglio ora» affermo serio, avvicinandomi alla scrivania. «È tutto scritto nel comunicato. Non ho altro da aggiungere.» Anche lui come Martha tenta di ricomporsi, di rendersi per lo meno presentabile, ma con scarsi risultati. «So fare a leggere, ma non è questo che le ho chiesto. Voglio sapere il perché» ribadisco, ma lui ancora non spiaccica parola. Al contrario, rimane sulla difensiva. «Il perché è semplice: la ditta sta andando a rotoli e non c'è nulla che possa fare per risollevarla» spiega tranquillo, come se la situazione non fosse piuttosto delicata. «Si rende conto che più di cento operai si ritroveranno senza un lavoro?» Il grassone mi studia. Dal suo sguardo, privo di qualsiasi preoccupazione capisco che non gli importa proprio un bel niente di noi e delle nostre famiglie. «Non è un problema mio, Moore. Ora vattene. Ho da fare» mi liquida, alzandosi dalla poltrona e spostandosi verso il mobiletto dei liquori. Se pensa di cavarsela con questa risposta del cazzo, non ha proprio capito con chi ha a che fare. «Ascoltami bene, grandissimo figlio di puttana» dico, avvicinandomi rapidamente. Sono incazzato, e parecchio.
STAI LEGGENDO
Matt (IN REVISIONE)
ChickLitMatt é un giovane insegnante di educazione fisica con un passato difficile; un passato segnato da un padre che ha reso la sua breve infanzia e la vita di sua madre un inferno; un passato che lo ha portato a non fidarsi più di nessuno. Grazie all'ai...