CAPITOLO 25

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JACK

Sono ore che aspetto, ma di Steven e dell'Avvocato McBride nemmeno l'ombra. 

Ma quanto ci mettono ad arrivare? 

La stanza in cui mi trovo è piuttosto piccola, fredda e decisamente inquietante. Lo specchio che ho di fronte riflette alla perfezione l'individuo che, da ore, guardo vergognosamente: me stesso.
Un giovane uomo che per colpa di un fottuto colpo di testa ha davvero perso tutto.
Angel, questa volta, non tornerà sui propri passi.
Non mi perdonerà.
Nemmeno se le offrissi fior fior di quattrini in cambio della mia libertà.
Temo che un periodo al fresco non me lo toglierà nessuno. A meno che... 

Dalla porta metallica e piuttosto cigolante ecco comparire ed entrare un uomo ben vestito, sulla quarantina e con un aria piuttosto seccata. Anzi, infuriata. 
Mi sa che l'ho fatto incazzare

« È lei il Signor Moore?» esordisce, strisciando la sedia sul pavimento in graniglia, piuttosto malconcio, per accomodarsi. 

« Sì. Sono io» confermo. « Il Signor Craig mi ha velocissimamente informato del casino in cui si trova e mi creda: non sarà facile scagionarla» spiega, mentre il ricordo degli occhi supplichevoli di Angel, che mi chiedono disperatamente pietà, mi tormentano. 

Un tormento che mi porterò dietro per il resto della mia vita.

« Lo capisco, Avvocato. Sono pronto ad affrontare tutto quello che il Giudice deciderà.» 

« Si è già arreso?» 

« No! Affatto, ma sono abbastanza intelligente da capire da solo in che cazzo di guaio mi sono ficcato» ironizzo, a mio discapito, sparando parole una dietro l'altra.

« Sono felice di sentirla riconoscere le proprie colpe. Davvero lodevole. Non è facile collaborare con clienti che negano davanti all'evidenza. Lei è diverso e questo lo apprezzo molto.» 

«Non credo sia questione di diversità, Avvocato. Angel e il bambino si saranno sicuramente sottoposti ad accertamenti. I medici non sono così stupidi da denunciare il falso su una cartella clinica» sottolineo, remando ulteriormente a mio sfavore. 

Mc Bride mi osserva. Sembra quasi stupito delle mie parole. Cosa avrò mai detto di così strano? 

« I medici, in alcuni casi, possono essere i peggiori nemici degli avvocati, ma farò comunque il possibile per limitare i danni. A meno che...» si interrompe fissando la penna che rigira tra le dita. 

Con un impercettibile cenno del capo lo esorto a continuare.

« A meno che la vittima decida di non sporgere alcuna denuncia. In quel caso può considerare il suo culo salvo» conclude, e io lo fisso allibito. 

Mi ha preso per un cretino? 

Secondo la sua ipotesi, Angel, potrebbe non denunciarmi? 

Dopo che ho sfogato la mia ira pure su Matt? Impossibile. 

Ci crederò solo quando vedrò gli asini volare. 

« Non credo, Avvocato. Lei non conosce Angel Thomas e chi le sta intorno» commento, con un sorrisino privo di qualsiasi emozione. 

« Mai dire mai, Moore. La vita ci riserva sempre delle sorprese» commenta, sorridendomi sornione.

Sarà anche come sostiene Connor McBride, ma non sono così fiducioso da riporre ogni mia speranza in quel miracolo. Soprattutto dopo aver deluso tutti quelli che amano Angel e mio figl... Matt.
Ancora non riesco a credere che quel bambino forte, coraggioso e dolce come zucchero filato non è mio figlio. 

Matt (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora