ANGEL - 25 Aprile 1977
«Spingi Angel! Sappiamo tutti che sei esausta, ma ancora un piccolo sforzo e potrai abbracciare il tuo bambino» mi incitano le ostetriche. «Ma fa un male cane!» grido in preda alle contrazioni. «Piccola, sei bravissima. Ancora un piccolo sforzo» mi sussurra dolcemente Jack, ma in questo momento niente mi sembra dolce, tanto meno le sue parole. «Se osi avvicinare ancora il tuo affare alla mia vagina, giuro su Dio che te lo taglio!» lo minaccio, usando un tono di voce che potrebbe far invidia a Linda Blair in L'Esorcista, mentre le contrazioni si intensificano sempre di più.
Sono passate sedici estenuanti ore da quando mi hanno ricoverata e sono davvero allo stremo delle forze. Se il piccolo non si dà una mossa ad uscire...
«Vedo la testa signorina Thomas!» esclama improvvisamente la dottoressa Sullivan. Parole che mi rincuorano. Almeno un po'. Grazie al cielo! Non ne posso più di starmene a gambe aperte. «Ancora un paio di spinte e il piccolino sarà fuori.» Eh!? Ma per quanto devo ancora spingere! «Poche storie, Angel. Vuoi vedere il tuo bambino?» mi domanda la mia ginecologa con tono quasi seccato. «Certo, dottoressa» piagnucolo. «Allora, non lamentarti e spingi.» E alle 03:39, dopo altri quindici minuti di spinte, ho finalmente dato alla luce Matt, il mio piccolo ometto.
«Sei stata bravissima, piccola. Mi hai reso l'uomo più felice del mondo.» Le labbra di Jack mi riempiono il viso di baci, mentre la dottoressa mi posa in grembo il mio bambino ancora sporco di umori. È uno spettacolo! Non credevo si potesse essere più felici di così, invece... Questo piccolo esserino, dopo solo pochi attimi, è riuscito a cancellare qualsiasi forma di dolore provata fino a ora. La soddisfazione e la gioia che riesco a leggere nello sguardo commosso di Jack mi riempiono il cuore di gioia. «Grazie a te, amore mio, per avermi donato la gioia più grande che una donna possa desiderare» mormoro stanca ma felice, con lacrime di gioia a rigarmi il viso. «Signori, vi faccio le mie congratulazioni. A prima vista direi che il piccolino è pressoché perfetto, ma attendiamo il responso anche dal collega pediatra, d'accordo?» ci riferisce la dottoressa. «Possiamo stare tranquilli?» chiede allarmato Jack. «Sì, Signor Moore. Suo figlio starà benissimo, lo sente?» lo rincuora, mentre dalla stanza accanto si sentono i suoi potenti vagiti. «Senti quanta energia! Scommetto che da grande farai il cantante» scherza una delle ostetriche, mentre si prende cura del mio piccolino, lavandolo e vestendolo. «Vai da lui» gli suggerisco, ma pare esitare. «Solo se mi giuri che stai bene».
«Sì. Sto bene. Non lasciarlo solo.»
«Non lo farò mai, Angel. Mai». Mezz'ora dopo sono nella stanza assegnatami, con il mio piccolo attaccato al seno. «Siete la cosa più bella che potesse capitarmi.» Jack, è appoggiato allo stipite della porta e ci guarda con amore.
Quanto è bello! Fisico tonico, ma non pompato come quei tizi che fanno body building, capelli dello stesso colore della pece e occhi che hanno il colore del cioccolato fondente. Potrebbe avere la parvenza di un principe azzurro, ma lo sguardo severo e perennemente incazzato non gli rende giustizia. Ma poco importa, del resto... è a me che deve piacere, giusto?
«Dove sei stato?» gli chiedo curiosa, mentre il piccolo vampiro sembra intenzionato a prosciugarmi pure l'anima. «Sono andato al bar dell'ospedale a prendermi un caffè e nel frattempo ti ho preso anche questo.» Davanti al viso ecco comparire magicamente un piccolo sacchetto bianco, leggermente macchiato da alcune chiazze marroncine. È quello che penso? «Li hanno appena portati dalla pasticceria Natural, stranamente la tua preferita.» Lo apre ed ecco che la magia prende vita: un muffin gigante al doppio cioccolato non aspetta altro che essere mangiato. Dio, dimmi che non è un'allucinazione!
«Sai che ti amo, vero?»
«Non lo dici solo perché ti ho portato questa leccornia?»
«No, sciocchino! Sai che è la verità. Solo l'uomo migliore del mondo poteva esaudire il desiderio represso di una ex gestante dopo nove lunghissimi mesi di attesa.» Purtroppo, durante la gravidanza mi hanno diagnosticato un principio di diabete gestazionale e per questo motivo ho dovuto tenere sotto controllo l'alimentazione. Allarme che fortunatamente è rientrato dopo la nascita del bambino, così ora sono libera di potermi gustare il mio dolcetto preferito. «I tuoi genitori non sono dello stesso avviso» mi ricorda tristemente, accomodandosi accanto al letto. È vero, né mia madre né mio padre lo vedono di buon occhio. Secondo loro è un delinquente mascherato da gentiluomo, ma non sanno quanto si sbagliano. Dopo pochi mesi di frequentazione sono rimasta incinta. Ero convintissima mi lasciasse, invece... si è assunto le sue responsabilità, rimanendo al mio fianco e supportandomi per tutta la durata della gravidanza. «A cosa pensi?» gli domando, mentre i miei denti affondano finalmente nel soffice impasto del muffin. È sublime! «Ancora non riesco a crederci, Angel» sussurra, senza mai staccare gli occhi da suo figlio, che nel frattempo si è addormentato con la bocca ancora attaccata al seno.
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Matt (IN REVISIONE)
ChickLitMatt é un giovane insegnante di educazione fisica con un passato difficile; un passato segnato da un padre che ha reso la sua breve infanzia e la vita di sua madre un inferno; un passato che lo ha portato a non fidarsi più di nessuno. Grazie all'ai...