CAPITOLO 33

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RICHARD

Quando si dice: essere nel posto giusto al momento giusto. Vederla crollare inerme tra le mie braccia è straziante. «Angel? Piccola?». Con gentili carezze provo a farla rinvenire. Non so cosa le ha detto mia sorella, ma deve essere stata una notizia davvero sconvolgente per farla svenire improvvisamente. Finalmente, dopo alcuni istanti, i suoi occhioni si riaprono, incontrando i miei decisamente preoccupati. «Cos'è successo, Richard?» mi domanda ancora intontita. «Non lo so, piccola. Stavi parlando al telefono con mia sorella e sei crollata a terra improvvisamente. Meno male che ero accanto a te e ti ho afferrato in tempo, o ti saresti ritrovata con un bel bernoccolo in testa». I suoi occhi si spalancano di colpo, sta iniziando a ricordare cosa le è successo pochi minuti prima. «Ora ricordo. Rebecca ha scoperto chi è il colpevole della morte dei miei genitori». Poche parole che mi lasciano impietrito. «Dici sul serio?» 

«Sì. Durante l'estate ha riesaminato i rilievi fatti dalla stradale e da quanto ho capito non combaciano con le dichiarazioni lasciate dal presunto omicida.» 

«Chi è?» domando, ripensando immediatamente a quel tizio disteso immobile su quel letto di ospedale. Non mi ha convinto allora e non mi convince nemmeno adesso. Ricordo ancora le parole origliate davanti alla sua stanza: "non sono stato io ad aver causato l'incidente", aveva ribadito agli agenti presenti nella stanza. Ora, invece, ne sono più che convinto. Dopo qualche secondo di esitazione, Angel mi rivela il nome riferitole da Rebecca. «Si chiama Steven. È un amico e collega di Jack». 
Naturalmente. Non poteva essere diversamente. 
Il mio corpo si irrigidisce e la rabbia inizia a ribollire nelle vene come lava incandescente pronta a eruttare dal vulcano. Angel si accorge di questo mio repentino cambiamento e stringendomi a sé cerca di tranquillizzarmi.
Lei che calma me, è davvero il colmo.
«Gliela faremo pagare, piccola. Vedrai che Rebecca troverà il modo per sbatterlo in prigione» le sussurro stringendola a mia volta. Non le ho mai rivelato di aver incontrato quell'uomo e di averlo quasi aggredito, non volevo sconvolgerla più di quanto già non lo fosse, ma dovrò farlo. Amo tutto ciò che circonda questa donna e continuare a tenerle nascosto questo mio piccolo segreto sarebbe una grave mancanza di rispetto, non solo nei suoi confronti, ma anche verso quello dei suoi defunti genitori. «Lo spero davvero tanto, Richard. Scommetto anche che c'è il suo zampino dietro al cambiamento di Jack».
Jack, la merda di uomo
Udire quel nome mi provoca un forte prurito alle mani.
Se in questo momento me lo trovassi di fronte, potrei commettere un crimine.
Ma devo stare calmo. Non devo trasmettere la mia agitazione a Angel, perché significherebbe agitare anche lei e non è proprio il caso. «Ti va di raccontarmi qualcosa riguardo al loro rapporto?» le domando, mentre l'aiuto a rimettersi in piedi. Stanca e provata annuisce, così la sollevo tra le braccia portandola in cucina. La siedo sopra al marmo bianco dell'isola della cucina e mentre le riempio un bicchiere con dell'acqua fresca, attendo che parli. «Io e Steven ci conosciamo da tempo. Anche se è più grande di me di qualche anno, frequentava comunque il mio gruppo di amici. Andrew, uno dei ragazzi della piccola combriccola, mi ha sempre messo in guardia da lui».

«Questo tuo amico mi piace. Dovresti presentarmelo» la interrompo un'istante, avvicinandomi e mettendomi tra le sue gambe. Ma i suoi occhi si fanno improvvisamente tristi. «Sareste andati sicuramente d'accordo, sai! Purtroppo, a causa di un terribile incidente ha perso la vita». 

«Mi dispiace, piccola. Io...» 

«Non devi scusarti. È tutto a posto. Non potevi saperlo» mi rassicura baciandomi le labbra dolcemente. Un innocuo e casto bacio che risveglia la mia voglia di lei.
Senti amico: non è proprio il caso di agitarsi. So perfettamente che le gambe snelle e toniche della donna qui presente ti fanno arrapare, ma devi startene a cuccia. Intesi? 
«Vai avanti» la incito con un piccolo colpetto sul ginocchio. «Andrew era omosessuale, il gay più gay di tutta Salt Lak City. Una sera, dopo essere rientrati da un'uscita al cinema, mi ha confessato che Steven si era preso una cotta per me». Ecco, questa parte non mi piace. «All'inizio non ci volevo credere, poi, quando un pomeriggio mi ha chiesto di uscire con lui, ho capito che Andrew non mi aveva mentito».

Matt (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora