CAPITOLO 38

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MATT

Sono giorni che la mamma è strana. Il suo bellissimo viso non sorride più come prima; è sempre triste e imbronciato. Richard, mi ha detto che non è nulla, solo un po' di stanchezza. Ma io la conosco molto bene e sono sicuro che qualcosa la preoccupa, anche se non so cosa. Certe volte odio essere ancora piccolo. Vorrei essere già adulto per aiutare i grandi a non essere più tristi e infelici, ma la strada è ancora lunga. Ora ho cinque anni; chissà quanto ci vorrà ancora prima che io possa diventare un vero adulto. Forse a dieci anni? Devo chiederlo a Richard; lui sa sempre tante cose. Sicuramente saprà anche questa risposta.

ANGEL

È passata una settimana dall'incontro con il diavolo in persona.

Una settimana dalla mia sconfitta.

Oggi, nel primo pomeriggio, ci sarà la famosa udienza che mi vedrà strisciare ai piedi di quel lurido bastardo. Proprio come desidera. Verso le quattordici, io e Richard accompagniamo Matt a casa di Allison e Samuel; non voglio che assista a tutta questa assurda messa in scena. Ma soprattutto, non voglio che veda in faccia l'uomo che ha ammazzatoi suoi tanto amati nonni. «Sei pronta, mamma?» grida Matt dal piano di sotto. Nonostante la stanchezza e la faccia da zombie, sono pronta. «Arrivo!». Dopo essermi infilata un paio di stivali neri e legata i capelli in una semplice coda alta, mi avvio verso le scale per andare incontro ai miei due uomini di casa. Matt, buffo come sempre, è carico come una molla. Sono giorni che, con l'aiuto dell'altro teppista, Jesse, sta confabulando non so cosa. Ieri, mentre lo aiutavo a sistemare alcuni vecchi giocattoli da portare all'associazione per cui lavora la mamma di Melanie, mi ha detto: «non vedo l'ora arrivi domani».

«Perché? Non è la prima volta che vai a giocare a casa di Jesse. Praticamente, sei più là che qua» gli ho fatto notare, ma con un sorriso sulle labbra. Sono davvero felice di aver trovato due amici d'oro come Alli e Sam. Amano mio figlio come fosse loro, e non posso che esserne orgogliosa. Lo stesso vale per Matt. Anche se ha sono cinque anni, ha capito che sulla famiglia Spencer potrà sempre fare affidamento. «Lo so, mamma. Ma domani sarà un giorno speciale» bisbiglia. «Perché parli sottovoce? Cosa state tramando voi due furfantelli?» gli domando a mia volta sottovoce. Perché mi sono messa a bisbigliare anche io? 

«È un segreto segretissimo, mamma. Anche se ti voglio bene, ho promesso a Jesse che non lo avrei detto a nessuno. Nemmeno Richard lo sa» dice facendo spallucce. Il cuore mi si riempie di gioia. Lui e Richard hanno legato tantissimo e non mi stupirebbe se un giorno decidesse di chiamarlo papà. Quel ruolo gli calza proprio a pennello. 

«Un segreto segretissimo, eh? La cosa mi puzza.»

«Tranquilla, mà; non faremo danni. Promesso», e con quelle parole dubbiose nella testa, esco di casa e vado incontro al mio destino.

In tribunale

«Signori, tutti in piedi. Il Giudice Silver entra in aula». "Troia", penso tra me e me, mentre la osservo varcare l'aula con passo fiero ma elegante. «Mettetevi pure comodi» annuncia, guardando con fare complice il suo compagno di complotti: Steven. «Bene. Cominciamo l'udienza. A lei la parola, avvocato Parker». Rebecca, più tesa del solito, si alza e con educazione chiede di potersi avvicinare a Karen. «Prego, avvocato. Si avvicini pure». Con la nuova documentazione tra le mani, Rebecca si appresta a mettere fine alla mia possibilità di vendetta. E la colpa è solo mia e delle mie maledette paure. «Vostro Onore, questa che le porgo è la nuova richiesta di archiviazione del caso». Karen, fintamente sbalordita, fissa Rebecca con occhi sgranati. Falsa ipocrita che non sei altro.

«Come dice?»

«La mia cliente, la signorina Angel Thomas, ha deciso di ritirare le accuse nei confronti del qui presente Steven Craig. Dopo aver riesaminato attentamente la documentazione in nostro possesso, ha convenuto che le prove contro il sospettato sono del tutto veritiere e non manomesse come da precedenti sospetti.»

Matt (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora