CAPITOLO 22

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STEVEN

Ho deciso di rientrare insieme a Jack; temo che quel pazzo voglia combinarne una delle sue. Da quando ha abboccato al mio finto test del DNA è diventato molto silenzioso e cupo. 

Sta tramando qualcosa, ne sono più che sicuro

Dopo aver disfatto il borsone e essermi fatto una bella doccia rigenerante, il telefono di casa inizia a squillare. 

« Pronto?» 

« Steven, sono Jack. Ho fatto un casino e ho bisogno del tuo aiuto» dice, con voce avvilita. 

"Che cazzo ha combinato questa volta?" penso tra me e me, mentre mi siedo sul divano in attesa di scoprire in che guaio si è cacciato.

« Sei rientrato da poche ore e sei già nella merda. Me cazzo ti dice il cervello! Dove sei? Così posso venire a prenderti» gli domando, sbuffando. 

Dall'altro lato della cornetta, oltre alla voce stanca di Jack, si sente un leggero trambusto. 

« Sono al fresco, Steven. Mi hanno arrestato per violenza domestica e ho bisogno che il tuo avvocato mi salvi il culo». 

Che cosa? Violenza domestica?

 « Che stai blaterando, Jack?» 

« Non so cosa mi è preso. Quel test mi ha letteralmente mandato in pappa il cervello e, una volta rientrato, me la sono presa con Angel e Matt» confessa, e dal tono di voce capisco che non sta mentendo. 

« Ma come cazzo ti è saltato in mente di fare una cosa del genere! Rischi davvero grosso, cazzo!» sbotto. 

« Lo so, ed è per questo che ho bisogno dell'avvocato di tuo zio per limitare i danni» bisbiglia tra i denti. 

« Moore, il tempo è scaduto. Riaggancia il telefono» sento dire in sottofondo dalla voce di uno dei portantini.

« Provo a fare qualche telefonata ma tu, nel frattempo, vedi non fare altre cazzate. Sono stato chiaro?» e riaggancio. 

Cazzo! Non credevo che la mia sete di vendetta nei confronti di Angel portasse a tutto questo. Volevo renderle un po' della sofferenza che mi ha inflitto da ragazzini, ma non immaginavo che quell'imbecille reagisse a quel modo.

Esasperato, mi passo una mano tra i capelli umidi. 

Forza Steven. Chiama Connor e falla finita una volta per tutte. 

Vado nella mia stanza e dal comodino recupero la rubrica telefonica. Trovato il numero di Connor McBride, il miglior avvocato penalista della città, lo contatto subito. 

« Perfetto. Grazie mille, Connor. A più tardi.» 

Dopo aver deciso di incontrarci alla stazione di Polizia, controllo l'orologio a parete e cazzo! È tardissimo. Velocissimamente, mi vesto e a bordo della mia Ford Mustang III GT spingo a tavoletta sull'acceleratore per raggiungere Jack e Connor al SLC Police Department.

OLIVER THOMAS

Non posso credere alle mie orecchie! La telefonata di Angel è stata peggio di una doccia gelata. Sapere che la mia bambina e il mio nipotino sono in ospedale per mano di quel delinquente... 

« Oliver, avevi ragione tu. Non dovevamo fidarci di quel disgraziato» commenta Barbara tra i singhiozzi. 

« Lo so, tesoro. Ma ora non dobbiamo pensare a quel figlio di puttana. È dove deve essere e questo è l'importante. Forza, raggiungiamo Angel e Matt.» 

Matt (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora