ANGEL- Novembre 1986
«Non dire sciocchezze, Allison». La mia amica è decisamente impazzita. Alludere a una possibile gravidanza solo perché ho dei leggeri fastidi allo stomaco, è assurdo. O no? Ho sempre preso la pillola regolarmente e puntualmente. Certo, con Richard ne abbiamo parlato di avere un figlio nostro, ma tra il suo lavoro alla palestra che lo tiene impegnato dodici ore al giorno e il mio nell'ufficio di Albert, chi ha tempo per badare ad un nuovo pargoletto. «Fidati di me, Angel. Io ne ho avuti tre, ricordi?». In effetti... Chi meglio di lei è in grado di poter esprimere un giudizio veritiero. «Aspettami qui» dice prima di lasciarmi sola nella sua cucina. E lo sono davvero: i ragazzi sono tutti a scuola e Sam è al lavoro. Siamo sole solette, ma solo perché Albert mi ha concesso qualche giorno di riposo a causa del mio fastidio. «Tieni». Tra le mani mi ritrovo un test di gravidanza. «Che ci fai con questo in casa?» le domando curiosa e alquanto allibita. Dopo la nascita di Sarah ha chiaramente fatto capire a Sam che avrebbe chiesto il divorzio se l'avesse messa incinta di nuovo. «Non farti strani pensieri, donna. È ancora uno dei cinque test che avevo preso quando aspettavo Sarah».
«Quanti? Cinque test? Non ne bastava uno?»
«Volevo esserne certa» si giustifica facendomi ridere. «Ma adesso basta parlare di me. Pensa a fare il test» insiste. «Non sono incinta, Alli. Quante volte devo ripetertelo».
«Non serve ripetermelo, Angel. Credimi quando ti dico che lo sei, perché è così». Senza più aggiungere altro, mi trascina in bagno e mi chiude dentro. «Piscia sul bastoncino, forza. E non fregarmi, io vedo e sento tutto» le sento dire da dietro la porta. Dopo diversi minuti di esitazione, faccio questo maledetto test. «Accontentiamo la pazza, così si metterà il cuore in pace» farfuglio tra me e me. «Guarda che ti sento!».
Appoggio il bastoncino rosa sul lavabo e apro la porta per farla entrare. Voglio che si renda conto con i propri occhi dell'enorme castroneria detta. «Sei fortunata a non aver scommesso una cena, o avresti perso». La voce di Allison sembra affievolirsi sempre di più. Non è vero. Non può essere vero. Questo test è scaduto. Io non sono incinta. «Deve esserci un errore. Oltretutto, non sono nemmeno in ritardo. Il ciclo deve venirmi tra tre giorni» affermo, ma con quella sensazione che ti attanaglia lo stomaco tanto da non farti quasi respirare. «Qualche settimana fa non hai fatto una cura antibiotica per l'otite?» mi domanda Allison e io annuisco. «Il medico del pronto soccorso non ti ha chiesto se fai uso di anticoncezionali?». Mi limito a muovere la testa a destra e sinistra. «Coglione» borbotta fra sé e sé, Allison. «Vorresti dire che l'antibiotico ha annullato l'effetto della pillola?» dico con un filo di voce. Questa volta è lei a annuire. «Ne sei sicura?»
«Sì, tesoro. È successa la stessa cosa alla mamma di un'amichetta di Jen, ecco perché ne sono certa». E ora? Cosa faccio? Come lo dico a Richard? E Matt... Come la prenderà? «Hey! Guardami. So a cosa stai pensando in questo momento. Ricordi? Ero terrorizzata quanto te quando ho scoperto di aspettare Sarah». È vero, ha ragione. Era tesa e spaventatissima per la reazione che avrebbe potuto avere Samuel. «Richard è un uomo fantastico. Ti ama e ama tuo figlio. Sapere che diventerà padre...»
«Non è ancora sicuro» la interrompo, ricevendo in cambio un'occhiataccia. Okay, come non detto. «Dicevo.... Richard sarà felicissimo. Ormai lo conosco da diverso tempo e ho capito quanto è grande questo suo desiderio di diventare genitore. I suoi occhi si illuminano tutte le volte che lo vedo trascorrere del tempo con Matt, e chi meglio di te può renderlo l'uomo più felice del mondo?». Non so perché, ma le parole di Allison mi commuovono. Mi tuffo tra le sue braccia e piango come non mi capita da tanto tempo, ma questa volta non sono lacrime dovute al dolore inflittomi da Jack. No, queste sono lacrime di immensa gioia. Il Signore mi sta dando la possibilità di dare una nuova svolta alla mia vita, mettendone al mondo un'altra, e non posso che esserne fiera e orgogliosa. «Sono davvero felice per te, amica mia. Lo sono anche per Richard e Matt, ovviamente». Rimaniamo così per qualche minuto, strette e accoccolate l'una all'altra. «Mi è venuta un'idea. Che ne dici se per pranzo tu, Matt e Richard vi fermate qui? Dovrai dirglielo prima o poi». Già, ma come glielo dico? «Non lo so, Allison. Vorrei prima parlarne con la dottoressa Sullivan. Avere una certezza». La sua espressione rammaricata un po' mi rattrista. «Facciamo così: prima ne parlo con lei, poi, quando ho i risultati delle analisi sotto mano, organizziamo una cena per festeggiare. Che ne dici?». I suoi occhi subito si illuminano. Poi, all'improvviso, mi lascia nuovamente sola. «Ecco! Tieni, sta squillando». Ma che diavolo...
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Matt (IN REVISIONE)
ChickLitMatt é un giovane insegnante di educazione fisica con un passato difficile; un passato segnato da un padre che ha reso la sua breve infanzia e la vita di sua madre un inferno; un passato che lo ha portato a non fidarsi più di nessuno. Grazie all'ai...