CAPITOLO 43

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La vita in casa Parker procede senza alcun intoppo. I gemelli crescono in perfetta salute, costantemente seguiti dallo sguardo vigile di mamma Angel, papà Richard e del fratellone. Gli anni passano non solo per i piccoli di casa, ma anche per il giovane Matt che all'età di diciannove anni, grazie agli insegnamenti di Richard, ha la possibilità di diventare il campione mondiale di kickboxing.

SARAH – dicembre 1996

Aspettare i comodi di Matt è uno strazio. Lui e mio fratello sono peggio di noi donne: lenti e vanitosi. Dopo l'assurdo tatuaggio fattosi per una altrettanto assurda scommessa, ora devo aspettare che il signorino finisca di farsi la doccia per poi potermene tornare a casa. Anche io e Valerie, la mia amica del cuore, quella che a cinque anni e mezzo ha avuto le palle di mandare letteralmente a quel paese mio fratello, frequentiamo la palestra di Richard. Sono anni che la gestisce e anni che si fa il culo per il tanto lavoro. Non solo è l'allenatore personale di Matt, ma nei giorni in cui il principino non si allena insegna anche ai ragazzini più piccoli. Ci sono corsi di ogni genere e per ogni età. Io e Val frequentiamo semplicemente la sala pesi, ma non per farci fighe agli occhi di alcuni soggetti alquanto arrapati, ma per il semplice gusto di mantenerci in forma. L'adolescenza è tremenda; dopo il ciclo e il brufoli, ci manca solo di diventare delle piccole balenottere. Finalmente, dopo trentatré minuti d'attesa e la presenza costante di Georgia (la ragazza dai facili costumi più famosa del liceo), eccolo sbucare dagli spogliatoi bello come mamma lo ha fatto. Okay, lo ammetto, non è indifferente solo a Georgia. «Angelo, sei pronta?». E ha pure il coraggio di chiedermelo? «È mezz'ora che ti aspetto, playboy. Ma quanto ti ci vuole per farti una doccia?» chiedo spazientita. «Sai, piccola, quando uno ha tanto da lavare...»

«Ti prego non proseguire. Non vorrei vomitare». Mi allontano da Georgia, che con la bava alla bocca sta facendo il raggi x al corpo perfetto di Matt, e mi avvio verso l'uscita. Saluto Roger, il vecchio custode, e non appena fuori la palestra inizio a tremare. «Stai bene, angelo?» mi chiede subito preoccupato. Amo il fatto che tenga parecchio a me e alla mia incolumità, anche se a volte sia lui sia mio fratello sono esasperanti. Non appena un coetaneo si avvicina a me o Valerie per attaccar bottone, come due avvoltoi si fiondano al nostro fianco e iniziano a tartassare il poveretto di turno. «Tenere il cappotto dentro la palestra per tutto quel tempo, non è stato molto intelligente».

«Lo hai indossato per più di mezz'ora nonostante il caldo?» chiede allibito. «Sì, non pensavo ci mettessi tanto».

«Vieni qua, forza», e in un batter d'occhio mi ritrovo tra le sue braccia, protetta e al calduccio, mentre le sue mani cercano di riscaldarmi il più in fretta possibile. «Va un po' meglio?» mi sussurra, e un caldo brivido scivola lungo la schiena fino a fermarsi in un punto che non mi sarei mai aspettata. Potrei dire di essere perfino eccitata. Ma a che diavolo stai pensando, Sarah! In fin dei conti stiamo parlando di Matt, il ragazzo più bello e sexy del mondo. Colui che ti ha vista nascere e che probabilmente ti avrà anche pulito il sedere dopo aver fatto pupù!

«Sì, grazie. È meglio affrettarci, lo sai che mamma e papà si preoccupano se non torno all'ora prestabilita».

«Lo so, ma sanno anche che sei con me e che non permetterei mai a nessuno di farti del male. Quindi, puoi stare tranquilla, piccola». Con il braccio di Matt a circondarmi le spalle e la certezza delle sue parole nella mia mente, raggiungiamo la sua auto e in meno di venti minuti arrivo a casa, dove lui stesso resterà per cena. Tanto per cambiare.

MATT

Tra una settimana esatta e contro ogni pronostico, dovrò sfidare Jackson Logan, l'attuale campione del mondo in carica. È un ragazzo poco più grande di me e con una forza e una potenza da non sottovalutare. Da quando sono stato scelto come emergente per gareggiare nel torneo dello stato dello Utah, mai mi sarei aspettato di vincerlo e di concorrere così per il titolo. Ho passato mesi ad allenarmi come un pazzo, con Richard che mi ha sempre spronato a dare il massimo. Tante volte ho rischiato di arrendermi, ma lui ha sempre trovato il modo per farmi rialzare e tornare più forte e più motivato di prima. Come ora, che dopo quattro ore di calci e pugni al sacco sono completamente sfinito. «Chiedo pietà» dico con un filo di voce mentre mi accascio stanco morto sul tappeto. «Per oggi può bastare».

Matt (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora