CAPITOLO 21

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RICHARD

Trovare Matt davanti alla porta di casa mia disperato e in lacrime, è stato straziante. Niente ci lega, ma quel bambino in pochissimo tempo è riuscito a perforare quella piccola corazza che avevo costruito attorno al mio cuore. Con i suoi modi buffi, la sua generosità e il suo perenne istinto di protezione nei confronti della madre e degli amichetti del cuore, mi ha letteralmente conquistato. 

Non ho mai voluto sapere il perché di questa sua morbosità verso le persone che ama, per capire mi è bastato vedere la violenza con la quale Jack, suo padre, l'uomo che dovrebbe amarlo incondizionatamente e proteggerlo dal mondo intero, si scagliava sul corpo ormai esausto e quasi privo di sensi di Angel.
Una violenza simile non l'ho mai vista in vita mia, nemmeno agli incontri per il titolo mondiale di kickboxing che da ragazzo ho disputato a Chicago. Non tutti lo sanno, ma non sono solo un semplice insegnante di ginnastica, sono anche un esperto in arti marziali, disciplina che insegnerò nella palestra che sto per rilevare a pochi passi dal centro città.

Mentre dico a mia sorella di chiamare il 911 e di badare a Matt e Angel, almeno fino a quando non arrivano i soccorsi, mi avvento su colui che non definirei un uomo ma una vera e propria bestia. Fortunatamente polizia e ambulanza arrivano giusto in tempo, o i suoi connotati avrebbero subito un brusco e doloroso cambiamento.

Salt Lake Regional Medical Center

Più tardi...

Arrivati in ospedale, Angel e Matt vengono sottoposti subito ai primi accertamenti. Mentre attendo qualche notizia dai medici chiamo Allison e Samuel e li informo di quanto accaduto. 

«Che cosa?» grida la voce sconcertata di Alli. «Hai capito bene. Ci pensi tu ad avvisare i genitori di Angel?» Allison, senza perdere minuti preziosi, mi saluta rinquorandomi sul fatto che avrebbe contattato subito i signori Thomas. «Signor Parker?» una voce femminile, gentile e garbata mi chiama. «Sì, sono io. Ci sono novità?» domando all'infermiera che si trova proprio di fronte a me. «Sì. Il dottor Queen mi ha mandato a cercarla. Vorrebbe parlarle» afferma la giovane. Così, passando per i reparti del pronto soccorso, la seguo lungo il corridoio che porta verso quello di ortopedia. Una volta arrivato, a aspettarmi trovo Rebecca con in braccio il piccolo addormentato e un signore di mezza età con una cartellina nera tra le mani. «Il Signor Parker?» 

«Sono io».

«Dunque, ho qui i referti della signorina Thomas. Diciamo che a parte qualche graffio e livido, può ritenersi molto fortunata. Non ho riscontrato nulla di rotto, solo qualche costola incrinata che come ben sa si sistemerà con il passare del tempo». Le parole del dottore mi rincuorano. «E del piccolo, che mi dice?». Dopo un lungo sospiro e una piccola imprecazione, probabilmente dovuta a quello che i suoi occhi hanno dovuto esaminare sotto la maglietta chiazzata di sangue, mi conferma che anche lui con il passare del tempo starà benissimo.

Forse fisicamente, ma mentalmente?
Chi mi assicura che questo episodio non avrà ripercussioni nel suo futuro?

«Alcune ferite sono superficiali, altre...» 

Ecco, lo sapevo.

«Altre?» lo esorto a terminare la frase anche se so che mi farà incazzare. «Vede, signor Parker, non so se lei ne è al corrente» inizia, e io nego con il capo.

Matt, era troppo sconvolto per parlare. Lamentava, sì, dolore alla schiena, ma mai avrei immaginato quello che il dottore stava per dirmi. «La schiena del piccolo è stata presa brutalmente a cinghiate e la maggior parte delle lacerazioni che si sono formate saranno permanenti. Quel bambino è stato marchiato a vita con tagli e abrasioni che quel figlio di puttana si è divertito a incidere sulla sua carne come fanno i contadini con il bestiame» conclude, lasciandomi completamente senza parole. 

Matt (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora