RICHARD
Angel è crollata, si è addormentata tra le mie braccia dopo aver pianto ininterrottamente per quasi un'ora. Dopo la violenza subita da Jack è arrivata pure la notizia della morte dei suoi genitori.
Per questa donna le disgrazie non hanno mai fine.
Con le braccia addormentate, perché impegnate a sorreggere il corpo singhiozzante e tremante della donna che mi sta facendo perdere la ragione, appoggio delicatamente la sua testa sul cuscino e lentamente abbandono la stanza. Le ho promesso che avrei fatto il possibile per conoscere le dinamiche dell'incidente ed quello che ho intenzione di fare.
« Allison?» la chiamo, sfiorandole la spalla gentilmente.
È seduta sulla sedia con il piccolo Matt addormentato tra le braccia. Un piccolo sussulto e i suoi occhi si spalancano.
«È successo qualcosa?» mi domanda, sistemandosi meglio su quella sedia plastificata e parecchio scomoda.
« No. Angel si è addormentata. Potresti darle una controllata? Devo fare una cosa» le dico, e lei, annuendo, si alza, dolorante, e raggiunge l'amica in stanza con Matt avvinghiato al suo collo come un piccolo koala.
Guardandomi a destra e sinistra intercetto una giovane infermiera camminare proprio nella mia direzione.
« Signorina?»
« Sì. Posso esserle utile?»
« Stavo cercando il Dottor Martin. Sa se è ancora in reparto?» le domando, ricevendo in cambio un debole sorriso.
«Sta visitando un paziente. Appena si libera gli dico che lo sta cercando, va bene? Lei è il Signor...»
« Parker» dico, e rapidamente annota il mio nome sulla cartellina che ha tra le mani.
« La ringrazio molto.»
« Dovere» dice, e se ne va camminando lungo il corridoio del reparto di traumatologia.
Mentre attendo di parlare con il dottore mi dirigo verso il bar dell'ospedale per prendere un caffè. Ne ho veramente bisogno. Passando tra i corridoi noto alcuni poliziotti fermi davanti ad una stanza: la numero 515. Sembrano attendere il momento giusto per entrare. Ignorando i pensieri che mi frullano in mente, supero gli uomini in divisa e proseguo verso il bar, ma una piccolo dubbio si insinua nella mia testa.
E se in quella stanza ci fosse l'uomo che ha causato l'incidente dei Signori Thomas?
Devo tornare indietro e parlare con loro.
Devo sapere il perché sono qui.
Metto da parte la mia voglia di caffeina e torno indietro. Più mi avvicino ai due poliziotti, più divento ansioso.
« Agenti, posso rubarvi un istante?» domando, mettendomi le mani nelle tasche posteriori dei jeans.
« Ha bisogno di aiuto?»
« No, in realtà volevo chiedervi un'informazione» dico, cercando di mantenere i nervi saldi. Non sono una persona impulsiva, ma ho sempre cercato di seguire il mio istinto. E, ora, il mio istinto mi dice che in quella stanza è rinchiuso il colpevole della strage commessa poche ore fa.
« Cosa voleva sapere» inizia l'agente "uno".
« Siete qui perché questa è la stanza dell'uomo che ha causato l'incidente sulla West Highway 193?» chiedo, stringendo i pugni dentro alle tasche.
L'agente "due" fissa in modo complice l'agente "uno".
« Non possiamo rilasciare nessuna informazione, Signore» commenta l'agente al quale ho formulato la domanda.
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Matt (IN REVISIONE)
ChickLitMatt é un giovane insegnante di educazione fisica con un passato difficile; un passato segnato da un padre che ha reso la sua breve infanzia e la vita di sua madre un inferno; un passato che lo ha portato a non fidarsi più di nessuno. Grazie all'ai...