Capitolo 56

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Rientrata in casa,non ci vedo più dalla rabbia. Sono tristissima,nervosa,arrabbiata e chi più ne ha più ne metta. Salgo di corsa in camera mia e mi getto a letto. Sento il telefono vibrare e mi arriva un messaggio. Prendo il telefono e leggo: “Sono da Summer. Spero non ti dispiaccia … ci vediamo a cena piccola. Harry x.” Sorrido lievemente e decido che devo agire. Devo fare qualcosa. Devo iniziare a ribellarmi.

Non posso continuare ad essere la stupida ragazzina che sono sempre stata. Mi alzo dal letto e infilo le scarpe. Prendo il cellulare e scendo di corsa le scale,afferrando per un pelo le chiavi appese accanto alla porta del salotto. Metto il cappotto e sfreccio fuori. Inizio a correre velocemente,ansimando,verso la fermata degli autobus. A Londra oggi c’è un vento gelato e tagliente. Sento le guance e le mani bruciare ma non importa. Arrivo alla fermata degli autobus e mi fermo per qualche secondo,per afferrare il portafogli e prendere i soldi. Faccio il biglietto e aspetto il mio autobus. Voglio sbrigarmi. Batto il piede freneticamente sull’asfalto,guardandomi attorno. Accanto a me,c’è una signora anziana con un nipotino. Vedo sorridere il bambino mentre sua nonna gli da una semplice caramella. Ah,come invidio i bambini. Anche io vorrei accontentarmi di così poco,anche io vorrei avere una vita semplice come la sua. Mi mordo il labbro e cerco di non distrarmi. Arriva il mio autobus,e salgo in fretta. Mi siedo,le mie gambe tremano. Arrivo pochi minuti dopo davanti ad una casa in marmo bianco con un enorme giardino. Scendo e mi fermo sul marciapiede,ad osservare la casa. Il vento mi scompiglia i capelli e il silenzio attorno a me,mi mette paura. Cammino lentamente verso l’entrata della grande casa,stringendo ancora tra le mani il biglietto dell’autobus. Con la mano tremante,suono il campanello e aspetto,respirando forte. Pochi secondi dopo che a me sembrano un’eternità,sento dei passi. La familiare voce di Louis dice: “Chi è?” “Sono Bree …” Dico in un sussurro. Mi accorgo che quasi non riesco a parlare. Ho un nodo in gola che mi impedisce di mantenere un tono alto. E’ come se avessi mal di gola,come se avessi perso la voce. Louis apre la porta e mi guarda con circospezione. Si morde il labbro,incuriosito, e inarca un sopracciglio. “Cosa ci fai tu qui?” Domanda distaccato.

Mi schiarisco la voce e lo guardo nei suoi occhi di quel blu penetrante: “Devo parlarti.” Mi guarda inebetito per qualche secondo prima di aprire del tutto la porta e farmi cenno di accomodarmi. Attraverso l’entrata e mi guardo attorno. Ricordo perfettamente l’ultima volta in cui sono venuta qui. Era il suo compleanno. I miei occhi si spostano a sinistra,verso la grande scala di mattoni chiari dove mi ero seduta piangendo,la vigilia di Natale,mentre Harry veniva portato fuori da Zayn. Scuoto il capo per allontanare quei brutti ricordi e mi volto a guardare Louis che,nel frattempo,aveva chiuso la porta e stava venendo incontro a me. “Siediti.” Dice esitante,indicando uno dei divani di stoffa davanti a me. “Non sono venuta a prendere un the e a chiacchierare della nostra stramba –storia-,se così possiamo definirla.” Dico decisa. Louis fa spallucce e si getta a peso morto sul divano. “D’accordo,come vuoi.” Mi osserva,mentre si accarezza le labbra con l’indice e appoggia i piedi sul bracciolo del divano. Alzo gli occhi al cielo e mi avvicino a lui,infilando il biglietto nella tasca posteriore dei jeans. “Sei solo?” Domando guardandomi attorno. “Sì. Vuoi …” “No!” Lo interrompo. Sento la testa pulsare,il sangue corrermi velocemente nelle vene. Sono nervosissima. “Va bene,ok.” Dice Louis abbassando lo sguardo. “Cosa devi dirmi?” I suoi occhi inchiodano di nuovo i miei e sento un brivido oltrepassarmi lo stomaco e risalire lungo la spina dorsale. “Ho visto Liam sta mattina.” Dico,senza tanti giri di parole. “Ah … e allora?” “Ah e allora?!” urlo stringendo i pugni “Perché cazzo lo hai conciato in quel modo? Sanguinava dappertutto! Le sue mani non riuscivano neanche a stringere bene il volante della macchina!” “Sei salita in macchina con lui?” Socchiude gli occhi e si stringe il labbro inferiore tra il pollice e l’indice. Schiudo le labbra: “Che … che cosa ti importa se sono salita in macchina con lui?” “Non sono affari che ti riguardano!” Appoggia i piedi per terra e stringe il bracciolo del divano con la mano destra. “Oh sì che sono affari che mi riguardano! Noi due non stiamo insieme,non hai il diritto di essere geloso e di prendere a botte ogni ragazzo che mi si avvicina!” Sono fuori di me,quasi non mi riconosco. Louis mi osserva per qualche secondo “Quindi se fossimo fidanzati,potrei farlo?” “No!” Urlo agitando le mani a destra e a manca “Senti,Louis … Non è normale picchiare una persona. Tu hai gravi problemi mentali! Sei troppo violento,sei … sei un mostro!” Il nodo alla gola sta cominciando a sciogliersi per lasciare spazio ai singhiozzi. Con una mano,mi asciugo le lacrime che stanno per rigarmi il viso,decisa a mostrarmi il più forte e determinata possibile davanti a lui. “Io … io avrei problemi mentali?!” Alza il tono della voce e stringe ancora più forte il bracciolo del divano. Con l’altra mano,picchietta nervosamente sul suo ginocchio. Ha gli occhi socchiusi e una ruga gli incornicia la fronte. “Io … non volevo offenderti,naturalmente.” Abbasso lo sguardo e subito mi pento di quello che ho detto. “Ma … quello che fai non è giusto. Non puoi picchiare il mio migliore amico! Louis,se non fosse stato per te,io sarei ancora vergine. Fidati,sono una persona seria. Inutile dirmi che sono una puttana. Lo sai. Tutte le volte che mi hai violentata e hai abusato di me come se fossi una bambola di porcellana,non volevo. Io … io non voglio essere maltrattata da te. Credi che mi piaccia fare sesso con te?! Oh, no. Non mi piace. Io non ci faccio nulla con Liam. Lui è solo il mio migliore amico,non ho intenzione di fidanzarmi con lui! Gli voglio solo un bene dell’anima e tu non hai il diritto di picchiarlo per questo! Picchia me,piuttosto!Io … non posso accettarlo. Sei troppo possessivo, troppo geloso. Io questo non lo sopporto. Noi non siamo fidanzati,non usciamo insieme,non hai il diritto di essere geloso.” Mi accorgo che sto ansimando e che sento caldo. Le mie gambe sembrano fatte di gelatina e per un momento,mi chiedo per quale motivo non mi sia seduta prima. Stringo i pugni lungo i fianchi e aspetto la sua risposta. “Tu sei MIA.” Enfatizza l’ultima parola,digrignando i denti e socchiudendo ancora di più gli occhi. “T – tua?” Boccheggio. Mi muovo da un piede all’altro,confusa. “Io … sarei tua?” Sussurro,quasi singhiozzando. Annuisce,incrociando le mani sotto al mento e fissandomi mentre mi dimeno e lotto con me stessa per rimanere in piedi e per non iniziare a piangere. La sua frase mi ha trafitto il cuore. Sua?! Sua?” “Io non sono tua! Non sono l’oggetto di nessuno.” “Sì,lo sei. Sei mia. Sei di mia proprietà.” “Non è vero!” Urlo e singhiozzo,scuotendo il capo. La mia voce riecheggia tra le mura di casa Tomlinson. “Non è giusto! Tutto questo è ingiusto Louis! Tu … tu puoi …” Improvvisamente gli occhi mi si riempiono di lacrime “Tu puoi scoparti mezza scuola. Tu puoi portarti sconosciute al letto e … e io non posso uscire con il mio migliore amico? Tu puoi nasconderti dietro la scuola a fare chissà cosa con chiunque e io … io non posso guardare un film con il mio MIGLIORE AMICO?!” Louis mi guarda,incapace di rispondere. Continuo con il mio discorso,mentre la mia mente si offusca e vorrei tanto lasciarmi cadere per terra e chiudere gli occhi: “Io non lo posso sopportare! Non ho firmato nessun accordo dove dicevo di essere tua! Non mi sembra di aver mai deliberato questa scelta! E’ ingiusto! Dimmi pure che sono ripetitiva ma io sono stanca. Posso sopportare che tu tratti male me,che mi frusti,che abusi del mio corpo ma … non posso perdonarti per quello che hai fatto a Liam. Non posso far finta di niente … se davvero vuoi che io sia tua,allora tu devi essere mio.” Sta per rispondere,ma non glielo permetto. “E so benissimo che non vuoi essere mio. E a questo punto,sai cosa ti dico? Che anche se volessi essere mio,io non vorrei che tu lo fossi. Non ho bisogno di te. Brutto,sporco,puttaniere.” Socchiudo gli occhi e mi reggo in piedi a fatica. Ho le mani sudate,le nocche bianche. Cerco di non perdere il contatto visivo con lui,che mi guarda sbalordito. “Che problema c’è se mi scopo altre ragazze? Sei gelosa?” Domanda,la bocca schiusa e un briciolo di terrore sul suo viso. Forse,non si aspettava una Bree ribelle,arrabbiata,determinata e pronta ad attaccare. Sospiro: “Sì. Sono gelosa.” Sussurro . Le sue labbra si schiudono ulteriormente e lo sento deglutire. “Gelosa?! Di me?” Ghigna,quasi incredulo dopo quello che ho detto. Annuisco: “Sì. Gelosa. Di te. E inoltre,ripeto,è un’ingiustizia. Non abbiamo nessun trattato,nessun accordo vincolante.” “Se vuoi,lo scriviamo.” Sorride e si morde le labbra. “Smettila!” Urlo,fuori di me “Non voglio avere più niente a che fare con te! Non ti mancano di certo le ragazze da disturbare. Ok che sono una sfigata ma a scuola ne troverai un sacco. Ne esistono moltissime,sai? Non ti permetterò più di darmi fastidio. Io ti odio. Non voglio più vederti,stammi alla larga! E non ti avvicinare a Liam perché potrei anche denunciarti. Eh,sì. LO farò. Non dovrai nemmeno storcergli un capello.” Fumosa di rabbia,giro i tacchi e mi avvicino alla porta,lasciandolo stordito,confuso,inebetito,sconvolto. “Addio,fottuto animale. Addio!” Urlo ed esco fuori,sbattendomi la porta alle spalle. Corro lungo il viale di casa di Louis e mi fermo al limitare della strada. Le ginocchia ormai stanno cedendo,non ce la faccio più. Guardo il cielo e mi accorgo che sta iniziando a piovere. Dentro di me,sto combattendo una battaglia difficile e soffocante. Ho appena detto a Louis che non voglio vederlo più. L’ho minacciato,gli ho detto addio. Sono fiera di me stessa,finalmente mi sono opposta al suo schifoso dispotismo nei confronti del mio corpo,del mio essere e soprattutto della mia anima. Finalmente ho placato quel mostro che c’è in lui. Ma … sono anche pentita. Mi passano per la mente tutti i nostri momenti. Non dovrei definirli “nostri” perché in realtà,il “noi” non è mai esistito. Sono solo una fottuta bambina che fa sogni mentali e aspetta il principe azzurro. Una parte di me odia Louis con tutto il cuore. L’altra parte,lo ama. LO ama per la sua semplicità,per il suo modo di essere,per i suoi occhi,per il suo sorriso,per il suo viso così perfetto,per la sua infima e nascosta bontà. Lo amo perché in fondo,non si decide di chi innamorarsi. Lo fai e basta. Sento lo stomaco storcersi e mi inginocchio per terra. Appoggio le mani sull’asfalto freddo e bagnato. I palmi delle mie mani sono rossi,ho stretto i pugno troppo forte. Questo conflitto interiore mi sta uccidendo più di ogni parola di Louis, più delle sue frustate,più del dolore che mi infliggeva ogni volta che facevamo sesso. Sì,era solo ed esclusivamente sesso ma mi faceva stare bene. Prima di iniziare,soffrivo,è vero. Soffrivo anche dopo aver finito. Mi sentivo inutile,mi sentivo una venduta,una schiava,un oggetto inutile,una marionetta. Ma mentre lui si muoveva sinuoso su di me,beh … provavo una sensazione unica. Toccavo il cielo. Le sue labbra,così morbide seppur violente … il suo respiro affannato che mi faceva rabbrividire. Mi mancherà,certo. Ma quantomeno non disturberà più Liam. Non so se ho fatto bene o no. Non so se potrò resistere senza la sua prepotenza. Mi sento una sadica solo al pensarci. Ma … in fondo,è come se mi avesse stregata. Non sono io,non posso essere io ad avere problemi. Troppi pensieri affollano la mia mente. Non so se essere felice o meno. Sono stanca di tutto,mi sento chiusa in una bolla. Devo …. Devo andare via da qui. Alzo gli occhi e vedo che sull’uscio di casa,Louis mi sta guardando. La sua espressione è indecifrabile. La pioggia oscura il mio viso. Non so cosa stanno dicendo i suoi occhi,in questo momento. Mi alzo lentamente,le ginocchia e le scarpe infangate. Sento ancora le ginocchia fatte di gelatina e le mani bruciano a contatto con il vento tagliente. Guardo Louis. Lui è immobile,davanti alla porta. Gli occhi fissi sui miei. Ne vale la pena,Bree? Ne vale la pena di rimpiangere un ragazzo che,vedendoti soffrire in ginocchio per terra,non si muove per darti una mano? Mi volto a sinistra e vedo un autobus che sta per raggiungermi. E’ arrivata l’ora di andare. Non stacco gli occhi da Louis fino a quando non salgo sull’autobus e quest’ultimo parte. Neanche lui smette di guardarmi e la sua espressione è ancora indecifrabile. Mi accascio sul sedile,affondo le mani dentro la felpa e metto il cappuccio. Mi sento più libera,ma il dolore che mi trafigge il cuore,non andrà via facilmente.

Oddio! Mancano gli ultimi due capitoli, non ci credooo.

Anyway, grazie per i voti e i commenti  al capitolo precedente vi adorooo :*

Al prossimo capitolo belle <3

Better Way || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora