Capitolo 36

1.7K 84 12
                                    

Mi lasciai cadere sul divano,proprio accanto al camino. Incrociai le gambe e coprii i miei capelli con un cappuccio. Tolsi il cappotto e i guanti per avvicinare le mani al fuoco che Louis e Zayn avevano appena accesa. La fiamma si propagò per tutto l’abitacolo del camino in pochi secondi e mi sentii sollevata.
“Vado a farmi dei pop-corn!” Disse Niall alzandosi dalla poltrona.
“Vengo anche io.” Disse poi Harry “
Anche Louis e Zayn si alzarono e seguirono Niall in cucina.
Rimasi in silenzio,accanto a Scar,a guardare le piccole fiamme che brulicavano dentro al camino. In un certo senso,quelle fiamme mi ricordavano Louis. Il fuoco è affascinante,ma pericoloso. Il fuoco è simbolo della passione,ma anche il simbolo dell’Inferno.
“Bree?” 
Fui distratta dal sussurro quasi inudibile di Scar.
Mi voltai verso di lei: “Si …?”
“Penso ancora a quello che mi hai detto poco fa.” Allungò una mano e sfiorò il livido che avevo sulla guancia,senza farmi male.
Abbassai lo sguardo: “Ti ho già detto che non devi preoccuparti.”
Scosse il capo: “Non posso non preoccuparmi. Posso anche fare finta di niente,solo perché me lo dici tu. Ma non chiedermi di non preoccuparmi perché mi preoccupo. Mi preoccupo eccome. Giuro che spezzerei quel bastardo con le mie stesse mani!” Strinse forte a sé il cuscino che teneva in mano e si morse il labbro come per liberare tutta la rabbia che aveva dentro.
“A volte mi chiedo come fai a non odiarlo e ad essere così tranquilla!” Continuò poi.
“Lo sai già.” Risposi voltandomi di nuovo a guardare il fuoco.
“E’ una cosa folle.”
“Inutile ripeterlo. Lo so. Evidentemente mi piace la follia.” 
Scar sbuffò e si alzò: “Vado sopra a fare una doccia. Se vuoi dopo,ti raggiungo in camera e parliamo … ti va?” Sorrise debolmente.
Annuii: “D’accordo,ti aspetto in camera mia.”

Scar accennò un saluto e salì su per le scale. 
Rimasi sola e un’altra volta mi immersi in quello che era il fuoco. Dei brividi percorsero il mio corpo per il variare della temperatura che aveva subito: da un freddo glaciale a un caldo confortante. 
Scostai lo sguardo fuori dalla finestra e vidi come un muro bianco avanti a noi. La nebbia si era fatta ancora più fitta di prima. Era spaventoso e agghiacciante. 
“Dobbiamo parlare.”
La voce fredda e pacata di Louis mi fece sobbalzare.
Alzai lo sguardo in direzione della porta e lo trovai lì,proprio sull’uscio che divideva il corridoio dal salotto in cui mi trovavo.
“Ehm … non credo.” Risposi confusa.
“Io credo di sì.” Ringhiò “Hai da obiettare?”
Deglutii,nervosa e spaventata.
“No Louis,non ho da obiettare. Cosa vuoi?”
Si avvicinò a passi lenti verso di me e di nuovo vidi la rabbia farsi spazio nei suoi occhi. Le sue iridi blu,incutevano terrore in quel momento.
“Non qui. Alzati!” Mi ordinò.
Mi alzai tremolante dal divano e mi avvicinai lentamente a lui.
“D – dove?” Domandai balbettando.
“Segui me.”
Si girò di spalle e mi fece salire le scale. Lo seguii e rimasi in silenzio tutto il tempo. Guardavo la sua imponente schiena davanti a me,i suoi muscoli che si contraevano mentre camminava. Era comunque uno spettacolo meraviglioso anche se tutto ciò mi metteva ansia,paura e preoccupazione.
Non appena arrivammo in cima alle scale,voltò a destra e mi condusse in un corridoio in cui non ero mai passata. Man mano che camminavamo,il corridoio si faceva più buio,visto che non c’erano finestre da cui poteva trapelare anche un briciolo di luce. 
Mi guardavo attorno spaventata. Avevo sempre avuto paura del buio.
Louis si fermò improvvisamente e diede un pugno ad una porta che si aprì. Guardai all’interno di essa e vidi una semplice stanza. C’era un tavolo,un divano e una stufa antica.
“p – perché siamo qui?” Domandai.
“Per parlare.” Rispose lui brusco invitandomi ad entrare.
Parlare? Parlare in una stanza vecchia,impolverata,lontana da tutte le altre stanze? Dove nessuno poteva sentirci? 
Per un attimo mi passò per la mente l’idea che volesse uccidermi.
Feci per scappare ma mi fece lo sgambetto,facendomi cadere per terra. Gemetti di dolore non appena sentii il pavimento freddo e duro sbattere contro le mie costole.
“Dove credi di andare?” Urlò Louis arrabbiato.
“Ho … ho paura.” Sussurrai appoggiando il viso sul pavimento.
“Di cosa hai paura?” 
Di te. Di te,Louis. 
Avrei voluto alzarmi,voltarmi per vederlo in faccia. Era ancora più spaventoso essere voltata di spalle. E se avesse avuto un coltello in tasca e voleva colpirmi sulla schiena? Rabbrividii a quel pensiero e sgranai gli occhi.
La stanza era buia e questo mi rendeva ancora più debole.
“Ho paura del buio.” Dissi.
Lo sentii ridere. Scavalcò il mio corpo,fortunatamente senza farmi male e si avvicinò all’interruttore. Premette e accese la luce. Sospirai. Adesso l’atmosfera era meno paurosa di prima.
“Vuoi rimanere per terra ancora per molto?” Disse lui sedendosi sul tavolo al centro della stanza.
Lo guardai. Mi alzai lentamente e strofinai le mani sui miei leggins per togliere via la polvere.
Rimasi a fissarlo. Non sapevo cosa dire,tremavo.
“Ti sei chiesta per quale motivo sono così arrabbiato con te?”
Scossi il capo. 
“Pensaci.” Disse brusco.
“Non ne ho la minima idea.” Risposi di rimando.
“Ah no?” Scese dal tavolo e si avvicinò a me. 
Indietreggiai a passi lenti fino a quando non sentii il muro contro la mia schiena. Sussultai e mi sentii bloccata. 
Louis sorrise sghembo prima di appoggiare entrambe le mani ai lati della mia testa e avvicinare le labbra al mio collo.
Lasciò baci umidi per tutta la lunghezza per poi cominciare a morderlo avidamente. Strinsi i denti e chiusi gli occhi.
“Si dia il caso che …” Cominciò senza smettere di baciarmi e mordermi. “ … tu abbia fatto la cattiva.” Con una mano scese a sfiorare l’orlo dei miei leggins. Li scostò e infilò una mano dentro i miei slip. 
Schiusi le labbra e riaprii gli occhi per guardare la sua mano che si muoveva abile su di me. 
“C – cosa ho fatto?” Domandai titubante.
Di colpo,infilò due dita all’interno della mia intimità facendomi gemere.
“Sta zitta,troia. Da questa bocca voglio sentire solo gemiti di piacere.” Sibilò e denti stretti,ad un centimetro dalle mie labbra.
Mi morsi il labbro inferiore senza rispondere. Non volevo provocarlo.
Cominciò a roteare le dita dentro di me. Portai la testa indietro e richiusi gli occhi,cominciando ad ansimare.
“Hai parlato di noi alla tua amica,puttana!” 
“Non è vero …” Mentii.
Fu un attimo. Un secondo dopo la mia affermazione,Louis mi spinse forte al muro e abbassò contemporaneamente i miei leggins e i miei slip. Rimasi in silenzio a fissarlo mentre si allontanava di qualche centimetro da me.
Strinse forte i pugni lungo i fianchi e serrò gli occhi.
“Odio quando mi prendi per il culo,Styles.” Disse quasi in un sussurro. 
Riuscivo a vedere le vene evidenziarsi sul suo collo. Le sue nocche erano bianche e una goccia di sudore stava scendendo dalla sua fronte. Era uno spettacolo a dir poco spaventoso. Si stava arrabbiando e non mi conveniva mentire.
“Lei non lo dirà a nessuno.” Dissi piano,spaventata.
Aprì gli occhi e corse verso di me,strattonandomi forte contro il muro.
Mi lamentai cominciando a piangere.
“Ti avevo detto di non dirlo a nessuno!” Sputò.
Con quasi tutta la forza che aveva addosso,mi prese per i glutei e mi fece circondare il suo bacino con le gambe. 
In testa mia pregai che Harry si accorgesse della nostra mancanza e che venisse a salvarmi. 
Chiusi gli occhi e appoggiai la testa sulla spalla di Louis,singhiozzando. Mi preparai al peggio.
Slacciò velocemente i suoi pantaloni e li tirò giù. 
“Fammi eccitare,stronza!” Disse.
“N – non so come fare.” Risposi ingenuamente.
Mi fece sbattere per l’ennesima volta contro il muro: “Senti,prima mi fai eccitare,prima ti mando via. Perché non posso scoparti se non sono eccitato.”
Lo guardai con disprezzo. La sua volgarità,il suo essere rude mi davano il voltastomaco. Intanto,non avevo altro da fare. 
Insinuai la mano tra i nostri corpi e presi in mano il suo membro. Mi strinsi ancora di più a lui,facendogli sentire il mio bacino a contatto con il suo. Strinsi il suo membro tra le mani e cominciai a massaggiarlo lentamente. Mi morsi il labbro e abbassai lo sguardo. Mi facevo schifo,di nuovo, un’altra volta.
“Così … continua.” Mi incitò lui posando una mano sulla mia e dettandomi il ritmo del movimento.
Portò la testa indietro e schiuse le labbra lasciandosi trasportare dal momento.
Improvvisamente,lo sentii irrigidirsi e mi fermai.
Mi guardò sorridente: “Vedo che hai capito.” Disse.
Si avvicinò al tavolo e mi fece sedere su di esso. Avevo ancora le gambe allacciate attorno al suo bacino,come se non avessi potuto staccarmi più da lui.
“Voglio sentirti puttana!” Imprecò entrando con una spinta forte e decisa in me.
Urlai dal dolore portando la testa avanti e appoggiandola nuovamente sulla sua spalla. Cominciai a piangere mentre lo sentivo dentro di me. Mi faceva sussultare ogni volta che entrava. 
“Urla!” Mi ordinò ansimando.
Schiusi le labbra lasciandomi andare ai gemiti ed esprimendo tutti i brividi che avevo sul corpo con un linguaggio volgare.
“Sei una puttana”
“Non dovevi farlo”
“Ti odio.”
“Mi fai schifo Styles.”
“Sei buona solo a scopare.”
Tutte quelle frasi stavano per farmi svenire. Ogni sua frase,era più forte di ogni sua spinta. 
Ogni sua parola,trafiggeva il mio cuore e lo frantumava in mille pezzi.
Cominciai a piangere e ad urlare dal dolore,dalla disperazione.
“Non piangere sulla mia spalla! Mi macchi la maglietta!” Mi ordinò.
Alzai la testa e sentii le lacrime infilarsi tra le mie labbra. Avevano un sapore salato,amaro. 
Sentii che stavo per venire e graffiai la schiena di Louis. 
“V – vengo!” Dalla bocca di Louis uscì un gemito soffocato. 
Venni anche io e mi lasciai cadere sul tavolo. Aspettai che il mio respiro si facesse regolare prima di alzarmi. Sentii un dolore invadermi lo stomaco. Louis era stato più violento del solito. 
Stavo per alzarmi gli slip e i leggins quando vidi del sangue gocciolare per terra. Mi morsi il labbro e ricominciai a piangere,silenziosamente. Sentivo un dolore pulsante e fastidioso alla testa,il naso bruciava e le labbra erano crespe. 
“H – ho il sangue.” Dissi singhiozzando.
Louis si voltò verso di me alzandosi i pantaloni.
“E allora? Che cazzo vuoi?” 

Abbassai lo sguardo e mi rivestii senza dire nulla.
“S- sei arrabbiato con me?” Domandai ingenuamente.
Mi fulminò con lo sguardo: “Non sono stato abbastanza chiaro?” 
“Sì.” Annuii “Scusami …”
“Scusami un cazzo,puttana.” 
“Louis, ti giuro,non dirà niente ad Harry.”
“Sta zitta. Non voglio sentirti parlare più.”
“Stiamo litigando?”
“Ti importa qualcosa?”
“Credo di sì,se te lo sto chiedendo.”
“Sì,stiamo litigando.” Sibilò.
“ma io …”
“… prova a dirmi che mi ami e giuro che ti spezzo con queste mani!” Disse serrando i pugni.
“Scusami.”
“Fottiti Styles.”

Rimasi in silenzio a fissare il pavimento. Louis era arrabbiato a morte con me. Tutto sarebbe cambiato. Sarebbe diventato ancora più violento di prima. Niente abbracci,niente sorrisi,niente chiacchierate,anche se corte. Non potevo sopportare tutto quello. Mi aveva trattata malissimo. Mi sentivo uno straccio,mi sentivo distrutta.
La mia pelle era fredda anche se ero sudata. Il mio sguardo era vuoto,assente. Stavo provando un tutt’uno di emozioni diverse,contrapposte,che mi rendevano debole e mi portavano a sentirmi inutile. 
Non c’è cosa peggiore che essere odiati e maltrattati dalla persona che si ama. E quella volta,aveva veramente esagerato. 
Quello che era successo in quella stanza mi aveva traumatizzata,mi aveva spaventata,mi aveva segnata. Per quel motivo,mi alzai di scatto con una sola intenzione: andare via. Farmi del male per soffocare il dolore dell’anima e lasciare posto a quello fisico. 

Better Way || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora