Capitolo 3

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Quando aprii gli occhi la prima cosa che riuscii a dire fu: 
“Harry?” 
Esatto. Avevo di nuovo sognato la mia morte. Cercai di trattenere le lacrime visto che Louis era a casa nostra. Per quanto tempo avevo dormito? Alzai lo sguardo verso l’orologio e realizzai che avevo dormito abbastanza. Erano già le otto di sera. 
“Harry?” Aumentai il tono della mia voce. Evidentemente era in cucina e non mi aveva sentita.
“Tuo fratello è uscito.”
Sobbalzai,voltando il capo verso la zona in cui avevo sentito la voce di Louis. Lo vidi appoggiato allo stupite della porta che giocherellava con una matita e mi guardava fissa,con quegli occhioni blu che mi facevano venire la pelle d’oca solo a guardarli.
“Oh…dov’è andato?” Domandai.
Louis fece spallucce: “Ha chiamato tuo padre. Non ho capito bene dove sia andato. Mi ha chiesto di rimanere qui e adesso mi tocca fare il baby setter.”
“Sei libero di andartene Tomlinson. Non ho bisogno di te.” 
Rise divertito nel vedere la mia espressione spaventata. Insomma,da dove ero riuscita a tirare fuori quelle parole? Cominciai a tremare e abbassai lo sguardo cercando di non perdermi nella perfezione che era quel ragazzo. O meglio,solo esteticamente. 
Lo sentii avvicinarsi piano al divano e il cuore cominciò a battermi forte. 
“Respira Bree,respira.” Dicevo nella mia mente.
A passi lenti,trascinando il peso del suo corpo da un piede all’altro,arrivò ad un centimetro dal divano e sorrise sghembo. 
“Potrei anche andarmene. Ma ci sono due buoni motivi per non farlo.” Disse sorridendo maliziosamente.
Alzai lo sguardo cercando di combattere contro il suo: sfacciato,malizioso e come al solito,perfetto. I muscoli del mio corpo si contorcevano ogni volta che lo guardavo. Come potevo essere innamorata di lui? Era uno stronzo.
“E quali sarebbero questi motivi?” Domandai sfacciatamente richiedendomi da dove fosse uscito quel coraggio di rispondere alla gente. Mi avevano drogata forse?
Louis si sedette accanto a me sul divano e io indietreggiai circondandomi il petto con le mani,in segno di protezione.
“Ehi piccola non ti mangio mica.” Disse ridendo. 
Si passò una mano fra i capelli mordendosi il labbro.
“E’ bello sapere che hai paura di me. Mi diverte.” Rise di nuovo.
“Cosa c’è di divertente?” Domandai,sta volta spaventata. 
“Non so. Lo trovo divertente e basta.”
Rimanemmo in silenzio per qualche secondo. In testa mia pregavo che Harry ritornasse in fretta.
“Q-quando torna mio fratello?” Domandai insicura.
Louis scosse il capo allungando una mano verso il mio viso e cominciando a giocare con una ciocca dei miei capelli.
“Non saprei. Ha detto che ci avrebbe messo due o tre ore.” Rise di nuovo. Quel ghigno non mi piaceva,mi faceva paura. “Sei così innocente Bree…così indifesa…” Sussurrò mentre le sue dita scorrevano lungo i miei capelli. “E sei anche carina.” Disse aumentando il tono di voce e sorridendo di nuovo. 
“C-cosa vuoi,Tomlinson?” Domandai in preda al panico.
Con una mossa veloce,mi fece sdraiare imprigionando il mio fragile corpo sotto la sua forte presa. Afferrò le mie spalle con le mani e avvicinò il bacino al mio cominciando a strusciarsi su di me. Urlai per la paura e per la sorpresa cercando di sfuggirgli,ma era impossibile.
“Stai ferma piccola Bree. Voglio solo divertirmi un po’..” Sussurrò avvicinando le labbra alle mie. 
Mi sentii soffocare. Il suo imponente corpo premeva sopra il mio,senza lasciargli modo di respirare. Il mio petto si alzava e abbassava velocemente,il mio cuore batteva forte per la paura.
“Ehi…rilassati.” Disse avvicinando le labbra al mio collo. 
Cominciò a baciarlo avidamente mentre i miei occhi cominciavano ad appannarsi di nuovo,mentre il mio cuore si straziava di dolore interno. Avrei tanto voluto tagliarmi in quel momento,prendere la forbice e farla finita una volta per tutte con la vita. Lui,Louis Tomlinson,il ragazzo che amavo,mi stava violentando. Un gemito di dolore uscì dalle mie labbra non appena lui cominciò a succhiare avidamente il mio collo,lasciando un segno violaceo su di esso.
“Lo dirò ad Harry.” Riuscii a dire mentre ammirava il suo capolavoro,soddisfatto.
Rise: “Inutile dirlo al fratellino piccola Bree. Non ti crederebbe e poi…la tua tortura non finirebbe.” 
“Louis basta ti prego.” Lo implorai chiudendo gli occhi.
“Sshh..”
Le sue mani si spostarono sui lombi della mia maglia,togliendola e lanciandola via. Poi,abilmente,sbottonò i miei jeans e in pochi secondi mi ritrovai nuda. Il mio corpo tremava per la paura e per il freddo,le lacrime scendevano lentamente sulle mie gote mentre guardavo Louis spogliarsi. 
“Non piangere.” Disse risistemandosi sul mio corpo. “Non ti ho ancora fatto niente.” Detto questo,rise di nuovo. 
Odiavo il modo in cui rideva ma amavo il suo sorriso. Era meraviglioso.
Le sue labbra premettero sulle mie e cominciò a muoverle. Io rimasi impassibile,con gli occhi aperti a guardarlo. Ansimava e fremeva dalla voglia ma io non volevo perdere la mia verginità con un ragazzo che non provava nulla per me.
Rise allontanando le labbra dalle mie: “Non ti sto chiedendo il permesso di baciarti piccola. E’ un ordine. Baciami.”
Scoppiai a piangere.
“Ho detto baciami!” Urlò. Il suo sguardo si tramutò in qualcosa di feroce e accanito facendomi spaventare ancora di più.
Chiusi gli occhi e avvolsi le braccia attorno al suo collo,schiudendo le labbra e dandogli il permesso di esplorare la mia bocca con la sua lingua. Mi baciava in modo violento,non riuscivo a respirare e continuavo a piangere,disperatamente. Evidentemente ormai era fatta. Non potevo sottrarmi a tutto quel dolore. Louis non era abituato ad essere snobbato da una ragazza,tantomeno da me che ero solo un essere inutile. 
Con le mani,allargò le mie cosce.
“Cercherò di far piano piccola Bree.” Imprecò fra un gemito e l’altro.
Quanto era bello. In un certo senso,ero contenta di essere io la causa della sua eccitazione. Sentivo la sua erezione premere sulla mia intimità e non era del tutto una brutta sensazione,anche se avrei preferito morire in quel momento.
“Io non…. Non sono una puttana.” Dissi tremando.
“Nessuno aveva chiesto il tuo intervento stronza.” Disse Louis infilando un dito nella mia intimità. 
Urlai,inarcando la schiena dal dolore. Chiusi gli occhi e mi morsi il labbro,cercando di non urlare ancora più forte,cercando di trattenere il dolore.
Louis cominciò ad eseguire movimenti rotatori dentro la mia intimità.
“Sei una verginella del cazzo Styles. Ma da sta sera,non lo sarai più.” Disse sorridendo di nuovo,maliziosamente.
Nonostante tutto il dolore,sentivo piacere. Non avevo mai provato piacere come in quel momento. Mi trovavo in una situazione molto strana. 
Louis uscì da me avvicinando il suo dito alla mia bocca.
“Lecca.” Disse sorridendo.
Non potevo farne a meno. Infilai il suo dito in bocca succhiando tutto il liquido che vi era posato sopra.
“Sei eccitante piccola.” Disse insinuandosi fra le mie gambe.
Non risposi. Aprii gli occhi per guardare i suoi. Improvvisamente,senza preavviso,mi penetrò. Spinse violentemente dentro di me facendomi urlare come mai avevo fatto prima. 
“Zitta puttana!” Mi ordinò.
Portai le mie mani alla bocca mentre lui,continuava a spingere ostinatamente dentro la mia intimità. Quel dolore durò esattamente dieci minuti. Dieci minuti di lacrime e agonia,di dolore insopportabile. Piangevo,piangevo disperatamente mentre mordevo le mie mani,per soffocare il dolore. Lui continuava a spingere,senza fermarsi. 
Dopo quei dieci minuti,il dolore si tramutò in piacere. Lasciai cadere le mie mani giù,a toccare la stoffa morbida e calda del divano. Chiusi gli occhi e portai la testa indietro gemendo per il piacere.
Sentii Louis sorridere: “Amo vederti godere sotto le mie spinte.” Disse Louis baciandomi il collo. “Amo qualsiasi ragazza godere sotto di me.”
Egocentrico. Stronzo. Bastardo.
Non riuscivo a non gemere,il piacere era troppo forte. Avrei voluto chiedere di più,ma non osai farlo. Mi avrebbe uccisa.
“Urla il mio nome puttana.” Ordinò.
“no…” Dissi piangendo e ansimando allo stesso tempo.
Mi morse il seno: “Ti ho detto… urla..i-il m-mio… nome, cazzo!”
Continuò a mordermi,a premere sempre più forte le sue labbra sul mio seno e non potei fare a meno di ubbidire:
“Oh…Louis!” Urlai sentendo i muscoli contrarsi e una vampata di calore dentro la mia intimità.
“Merda.” Imprecò Louis uscendo da me. “Sono venuto sui miei jeans.” 
Non gli diedi ascolto. Rimasi sdraiata,mentre continuavo a piangere disperatamente,mentre stringevo forte la stoffa del divano fra le mie dita. Ero sudata,stanca ma soprattutto sporca. Sporca non fuori,ma dentro. 
Louis si alzò infilando i pantaloni e abbottonandoseli.
“Che fai li impalata? Vestiti.” Mi ordinò.
Mi alzai a fatica dal divano. Infilai i calzini,le scarpe,i pantaloni della tuta e la mia felpa velocemente. Mi alzai per andare in bagno e sciacquarmi la faccia. 
Chiusi la porta a chiave e mi guardai allo specchio. Cos’ero io? A cosa servivo? Non volevo più vivere. Non volevo. Ero appena stata violentata dal ragazzo che amavo. Ero sola,mia madre era morta. Non ce la facevo più. Mi sciacquai la faccia e subito dopo aver posato l’asciugamano al suo posto,presi la forbice.
Senza distaccare lo sguardo dalla mia figura tremante allo specchio,affondai la forbice sul mio polso sinistro,dove i lividi erano scomparsi. Continuai a farmi del male. Più sangue vedevo,più ero felice. Sorrisi soddisfatta mentre il sangue macchiava il pavimento ma improvvisamente,vidi il vetro appannarsi. Sentii il mio corpo indebolirsi e un bruciore doloroso provenire dal mio polso. Mi accasciai sul pavimento e chiusi gli occhi.

Better Way || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora