Capitolo 21

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BREE’S POV
Vedere mio fratello soffrire,per me,era una cosa terribile. Lui era la mia roccia,la mia forza e a vederlo in quello stato,mi sentivo male anche io. Avevo appena finito di pulire il disastro che Harry aveva combinato in salotto,aprii l’acqua del lavabo e la feci scorrere sulle mie mani sospirando. 
Sentivo le voci di Louis e Zayn provenire dal salotto. Ecco,ci mancava anche Louis quella sera. Non sembrava nemmeno la vigilia di Natale. 
Rientrai in salotto e mi ritrovai Scar davanti con le coperte e il pigiama: “Queste ti sono cadute poco fa.” Mi disse.
Aveva uno sguardo assente,pensieroso. E avevo già capito il motivo. Non smetteva di fissare Zayn da quando eravamo rientrati in casa. 
Le sorrisi debolmente prendendo in mano il pigiama e le coperte. Pensai che ormai era inutile mettere il pigiama ad Harry,visto che stava dormendo beatamente. Non volevo disturbarlo. Presi le coperte e le posai sul corpo tremante di m io fratello prima di chinarmi,spostargli i ricci che gli ricoprivano la fronte,e lasciare un bacio sopra questa.
“Noi andiamo.” Disse Louis.
Al suono della sua voce,sussultai e mi voltai in fretta.
“Scar,accompagnali alla porta.” Dissi fredda.
Scar fece per alzarsi dalla poltrona quando Louis la bloccò: “Aspetta.” Poi rivolse lo sguardo a me “Bree,devo parlarti.”
Mi si strinse il cuore in una morsa e mi venne naturale spalancare gli occhi per la paura. Mi resi conto che non dovevo avere paura,d’altronde in casa c’erano Scar,Zayn e Niall che dormiva e avrebbe anche potuto sentire le mie urla.
“D’accordo,dimmi.” Risposi dopo qualche secondo di esitazione.
Mi prese per un braccio,stringendolo forte. Cercai di non far sentire il gemito di dolore che era appena uscito dalle mie labbra stringendo i denti. Louis mi trascinò in cucina.
Non appena entrammo,si chiuse la porta alle spalle e mi strattonò al muro circondandomi con le sue braccia. Mi massaggiai il braccio ancora dolorante mordendomi il labbro.
“Che cosa vuoi?” Gli domandai.
Sorrise sghembo: “Adesso dimmi perché ti sei tagliata sulla coscia.”
“S- sono affari miei.” Risposi.
Mi prese per le spalle facendomi sbattere una seconda volta contro il muro. Cominciai a piangere silenziosamente.
“E invece non sono affari tuoi perché tu sei mia.” 
Alzai lo sguardo,fissandolo con disprezzo.
“Non sono tua Tomlinson!E mai lo sarò.” 
Appoggiò le mani sui miei fianchi,stringendomi forte un lembo di pelle.
“L- lasciami.” Mugugnai.
“Non provare mai più a dire una cosa del genere. Se dico che sei mia,sei mia.” Sorrise.
“Perché Louis? Perché?”
“Cosa perché?” Si accigliò.
“Perché mi fai questo?”
Spostò lo sguardo verso sinistra prima di ritornare a puntare i suoi occhi color cielo sui miei.
“Non sono dovuto a darti una spiegazione.” Disse furioso.
“E invece si! Mi stai rovinando la vita Louis..” Cominciai a singhiozzare “… e non riesco a capire perché. Per quale motivo? Cosa ti ho fatto?”
Sorrise: “Sei così debole,così indifesa.”
“Appunto. Allora non ce la fai a prendertela con gente della tua portata.”
“no. Adoro le ragazze sensibili e deboli.” Sorrise soddisfatto,come se avesse appena detto una cosa giusta.
“Allora ti mancano le ragazze? Non vuole scoparti nessuno,eh Tomlinson? Forse per questo te la prendi con me.” Dissi raccogliendo tutta la dose di coraggio contenuta nel mio corp.

Vidi nei suoi occhi dipingersi la rabbia. Alzò un pugno e d’istinto,mi coprii il viso aspettando che mi colpisse. Non sentii nulla,e dopo qualche secondo,tolsi pian piano le mani dal mio viso facendole scivolare lungo i fianchi.
Louis aveva gli occhi chiusi e una mano tra i capelli. Bellissimo,come sempre.
“Non mi picchi?” Domandai titubante.
“Non alzo le mani ad una ragazza.” Rispose serio.
Risi ironicamente: “Adesso vuoi fare l’uomo comprensivo?”
Mi guardò prima di spingermi nuovamente al muro e farmi gemere dal dolore.
“Senti Styles,adesso mi stai proprio facendo incazzare.” Sibilò ad un centimetro dalle mie labbra.
Lo guardai spaventata,convincendomi del fatto che sarebbe stato meglio non parlare e subire.
Rimasi in silenzio a guardarlo mentre si allontanava di qualche centimetro dal mio corpo.
Infilò una mano dentro la tasca dei suoi jeans ed estrasse un pacco di pillole,credo.
Lo guardai accigliata,cercando di trovare un senso a quello che stesse facendo. Mi porse il pacchetto di pillole sorridendo:
“Prendile.”
“C – cosa sono?”
“Pillole anticoncezionali.” 
Lo guardai sbalordita,socchiudendo le labbra per la sorpresa. 
“Ma …” 
“Niente ma.” Mi bloccò “Odio mettere il preservativo e non voglio avere problemi.”
“In che senso?”
Si avvicinò di nuovo pericolosamente a me:
“Nel senso che potresti rimanere incinta. E non voglio un bambino con te.” Pronunciò quelle parole in maniera talmente cattiva che quasi scoppiai a piangere. Neanche io volevo avere un bambino con lui,ma non avrei mai e poi mai usato quel tono di disprezzo e disgusto.
Trattenni le lacrime,mentre prendevo il pacchetto di pillole in mano.
“Ok.” Risposi sospirando.
Quelle pillole segnavano la mia condanna a morte. Prenderle,significava subire le sue torture ogni volta che voleva lui,sentire la sua presenza disgustosa e cattiva dentro di me,sentire lo sporco nel mio corpo.
Si passò una mano tra i capelli:
“E smettila di tagliarti per me.” Continuò.
“Non capisco dov’è il tuo problema.”
“Quella che ha problemi qui sei tu. Non è normale tagliarsi.”
Le lacrime cominciarono a scendere lente dal mio viso.
“E adesso perché cazzo piangi?” Alzò il tono della voce ringhiandomi contro.
“Niente Louis,lascia stare.” Risposi asciugandomi le lacrime con le maniche della felpa. Non capiva. Era inutile parlarne. 
Sbuffò: “D’accordo,non ne vuoi parlare? Non sono cazzi miei.” Si allontanò e aprì la porta della cucina.
Io rimasi immobile,con la schiena attaccata al muro e quelle orribili pillole in mano. I miei occhi seguivano il corpo di Louis.
“E comunque,non mi mancano ragazze stronza. C’è chi pagherebbe per venire a letto con me.” Socchiuse gli occhi passandosi la lingua in mezzo alle labbra.
Dio,se fremevo dalla voglia di baciarlo. Solo che non avevo il coraggio. 
“Buon Natale Styles.” Concluse andando via dalla cucina.
Sentii la porta d’ingresso sbattere e mi accovacciai per terra,avvolgendo le braccia attorno alle ginocchia. Abbassai il viso,ricoprendolo dei miei capelli e feci scivolare via dalle mie mani le pillole.
Non ce la facevo più. 
Qualche secondo dopo,sentii la porta aprirsi.
“Bree?” 
Alzai lo sguardo in direzione di quello di Scar,che mi guardava preoccupata.
“Lascia stare Scar,non ho nulla.”
Si avvicinò a me e mi prese per mano aiutandomi ad alzarmi.
“Stavi piangendo.”
“Si.”
“Non era una domanda. La domanda è: perché stavi piangendo?” 
Indicai la scatola delle pillole che avevo lasciato cadere per terra. Scar si accigliò e si abbassò per prenderle in mano. 
“P – pillole anticoncezionali? Insomma … la cosiddetta pillola del giorno dopo?” Mi guardò schiudendo le labbra e spalancando gli occhi.
Sospirai e annuii abbassando nuovamente lo sguardo.
“Te le ha date Louis?” Domandò poi.
“Ovvio. Non le avrei mai comprate di testa mia. Non avrei mai venduto il mio corpo a uno che nemmeno mi vuole bene. Non chiedo amore da parte sua,ma almeno potrebbe volermi bene!” Cominciai a singhiozzare e Scar mi bloccò in un abbraccio cominciando ad accarezzarmi i capelli.
“Stai tranquilla amore. Stai tranquilla ti prego.”
Sciolsi l’abbraccio e mi asciugai le lacrime con le maniche della felpa.
“Andiamo a dormire.” Dissi a Scar prendendola per mano.
“D’accordo.”
Salimmo su per le scale e ci rinchiudemmo in camera mia. Mi cambiai velocemente e mentre Scar infilava il pigiama,chiusi gli occhi ancora inumiditi dalle lacrime e mi addormentai.

Better Way || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora