Capitolo 33

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“Bree? Svegliati. Dai!” 
Una voce fin troppo familiare,mi fece svegliare nel bel mezzo della notte. 
Mi sembrava quasi un sogno,visto che ero nella fantomatica fase del dormiveglia.
Stropicciai gli occhi con le mani e li aprii pian piano cercando di abituarmi alla penombra della stanza.
“L – Louis?” Domandai con voce roca non appena riuscii a distinguere la figura in piedi accanto al mio letto.
“Sì,sono io.” Rispose lui.
“Cosa vuoi?” Mugugnai rigirandomi sul letto.
Non rispose. Scostò via le coperte che avevo addosso e si insinuò tra le mie lenzuola.
Mi irrigidii non appena sentii il suo corpo caldo a contatto con il mio.
“V – vattene o urlo!” Lo minacciai.
“Ehi,non sto facendo nulla!” Sussurrò alzando le mani in segno di resa.
Sbuffai: “Conosco le tue intenzioni.”
Sapevo esattamente che era venuto in camera mia per farmi sentire di nuovo uno straccio,per rovinarmi anche quella serata. E io? Cosa potevo fare oltre che urlare e rovinare tutto? Harry avrebbe capito,e sarebbe successo il finimondo. Capii che mi conveniva rimanere in silenzio.
“no. Non sai perché sono venuto qui.” Disse lui deciso.
Inclinai il capo: “ah no?”
“Pensi che sono venuto per scopare?”
Quella domanda schietta e tagliente mi fece bloccare e mi lasciò spiazzata. Sospirai pesantemente stringendo i pugni.
“Sì.” Risposi sicura.
Nonostante il buio,riuscivo a vedere i suoi occhi,perfetti e profondi.
Rise appoggiando le mani dietro la sua testa.
“Cosa ridi?” Domandai confusa.
Si avvicinò a me: “Non sono venuto per scopare. Sarai tu a chiedermi di farlo.”
Risi retoricamente affondando la testa dentro al cuscino:
“Non dire cazzate Louis.”
Rimase qualche secondo in silenzio.
“Baciami Bree.” Disse poi lasciandomi senza parole.
Mi voltai lentamente verso di lui. 
I suoi occhi.. Quei maledetti occhi. Ogni volta che li guardavo era come la prima. Avrei voluto farci l’amore con quegli occhi. 
Appoggiai insicura una mano sulla sua guancia,accarezzandogli gli zigomi con il pollice. 
Le sue dita si insinuarono tra i miei capelli e li scostò dietro le orecchie.
Avvicinai lentamente le mie labbra alle sue e socchiusi gli occhi. Non so cosa di preciso mi stava spingendo a fare il primo passo. Fatto sta che avevo voglia di sentire il suo sapore.
Ci baciammo,e mentre le nostre labbra erano unite e si completavano come un puzzle,sentii il suo corpo caldo appoggiarsi sul mio. Sospirai nel bacio,sentendomi quasi confortata da quel gesto. 
Per la seconda volta Louis non era rude e violento, e questo mi piaceva. 
Stringevo leggermente i suoi capelli,spingendogli continuamente il viso,facendogli capire che avrei voluto non se ne andasse mai. 
Lui,teneva le braccia ai bordi delle mie spalle,per non farmi peso. Il suo viso era inclinato e il suo bacino combaciava perfettamente con il mio.
Con una mano,scese a sfiorarmi una gamba e salì pian piano,fino ad arrivare all’elastico del pantalone del pigiama.
Fu strano ma non lo fermai. Non mi lamentai. Per la prima volta ero io a volere lui.
Abbassò velocemente il pigiama e gli slip per poi guardarmi negli occhi.
Mi morsi il labbro guardandolo. Sentivo caldo,eravamo ancora ricoperti dal piumone e dalle lenzuola. Riuscivo a sentire il battito accelerato del mio cuore e i nostri respiri affannati.
Senza distogliere lo sguardo dal mio,abbassò anche la sua tuta e i suoi boxer mostrando la sua evidente eccitazione.
Lo presi per il colletto della felpa che stava indossando e lo attirai a me continuando a baciarlo con voglia e passione.
“Aspetta piccola ..” Sussurrò staccandosi un attimo dalle mie labbra.
Era estenuante e terribilmente strano essere trattata bene da Louis. E nonostante tutto,non nutrivo il bisogno di fermalo,non c’era neanche una minima forma astratta di paura dentro al mio corpo.
Si alzò,mettendosi a cavalcioni su di me e si tolse la felpa. In quell’esatto momento,mosse senza volerlo il suo bacino sul mio,facendo scontrare le nostre intimità. Gemetti portando la testa indietro e lo vidi sorridere soddisfatto. Si abbassò di nuovo sul mio corpo e riprese a baciarmi strusciandosi su di me,lentamente.
Sentivo la mia intimità calda,bagnata. Avevo bisogno di essere posseduta da lui. Immediatamente.
Mentre continuavo a baciarlo,la mia mano si insinuò fra i nostri corpi e scese a sfiorare il suo membro. 
Lo sentii grugnire e ansimare a quel tocco.
“Allarga le gambe o vengo immediatamente.” Sussurrò al mio collo.
“MMMH …” Mugugnai chiudendo gli occhi. 
Divaricai le gambe e appoggiai entrambe le mani alle estremità del letto,ma con grande sorpresa,Louis le prese e le appoggiò fra i suoi capelli.
Si sistemò meglio su di me e prese a sfiorare la mia intimità con la punta del suo membro.
Gemetti stringendo i suoi capelli.
Prese il suo membro con una mano e cominciò a tracciare cerchi immaginari sul mio interno coscia. 
Mi stava facendo impazzire,non ce la facevo più. Tirai forte i suoi capelli,facendolo gemere:
“Basta Lou … ti prego,fammi tua.” Lo implorai chiudendo gli occhi.
Lo sentii ridacchiare e un secondo dopo,mi penetrò. 
Mi morsi il labbro cercando di trattenere le urla. Avrei potuto svegliare qualcuno. 
Ad ogni sua spinta,stringevo i suoi capelli e portavo la testa indietro.
Iniziò con spinte lente e irregolari.
“Forza piccola,voglio sentirti.” Sussurrò ad un soffio dal mio collo.
“N – non posso.”
Sorrise: “Sì che puoi. Questa stanza non è collegata con nessun’altra camera da letto.”
Sorrisi,immaginando che il fatto di trovarmi in quella stanza,non era puramente casuale.
Schiusi la bocca e mi lasciai andare ai gemiti di piacere che Louis mi stava procurando.
Non saprei spiegare la sensazione che stavo provando in quel momento. Non riuscivo a capire nemmeno perché lo stavamo facendo senza problemi. Per una volta,non stavo piangendo,lui non si stava comportando male e tutto questo era molto strano. Non mi chiesi il perché. Tutto quello che volevo in quel momento,era sentirlo dentro di me,essere domata da lui.
Improvvisamente,le spinte si fecero più forti e più profonde. Stavo per raggiungere l’apice del piacere insieme a Louis.
Fu in quel momento che feci il più grande sbaglio della mia vita.
Sentivo il suo cuore battere forte,la sua pelle sudata a contatto con la mia. I nostri corpi erano lucidi,erano un tutt’uno. Vedevo i muscoli del suo petto contrarsi ad ogni movimento,le sue mani appoggiate al capezzale del letto per aiutarsi con le spinte. 
Il piacere e la voglia si erano impadroniti del mio corpo. Riuscivo a vedere i suoi occhi azzurri penetrare nel mio sguardo. I miei occhi socchiusi,i miei e soprattutto i suoi gemiti.
“Ti amo.” Dissi.
In quel momento il mondo si fermò. Gli occhi di Louis si spalancarono come quelli di un lupo non appena adocchia la sua preda preferita.
Sentii il cuore esplodere,il sangue pulsare forte nelle vene.
Non mi aspettavo una risposta da Louis. Non chiedevo niente.
Lo avevo detto per il semplice fatto che volevo dirlo. Non riuscivo più a tenerlo dentro e in quel momento,sentivo quel sentimento come non mai.
L’amore che provavo per Louis,era talmente forte,talmente grande,che il mio cuore non riusciva a contenerlo.
Fu in quel momento che Louis mi diede uno schiaffo.
Non capii più nulla. Il mio mondo si era fermato e aveva ricominciato a girare solo quando Louis aveva stampato la sua mano sulla mia guancia.
Voltai il viso a sinistra chiudendo gli occhi e sentii una lacrima scendere giù.
Louis continuava a spingere,ma non c’era la stessa atmosfera di prima. Era ritornato rude e violento. Le sue spinte si erano fatte forti e non sentivo più piacere,ma dolore.
“Ti amo!” Esclamai nuovamente senza voltare lo sguardo.
Un altro schiaffo.
“Sta zitta!” Esclamò con tono freddo.
Mi morsi il labbro affondando la testa sul cuscino e in quel momento,raggiunsi l’apice del piacere urlando.
Louis si riversò in me sospirando. 
Uscì dopo qualche secondo e si accasciò accanto a me,sul letto,prendendo fiato.
Mi sedetti sul letto incrociando le gambe e legandomi i capelli in una coda di cavallo. Ero sudata come non mai.
Mi voltai a guardare Louis. 
I suoi occhi erano puntati sul soffitto,la sua mascella serrata. Teneva la testa appoggiata alle braccia.
Sembrava un dio. Nudo,sul mio letto,sudato e come al solito perfetto.
“Perché mi hai preso a schiaffi?” Sussurrai.
Si voltò verso di me ammiccando un finto sorriso: “Perché tu dici cazzate.”
“Non dico cazzate.”
Si alzò lentamente dal letto e infilò i boxer e la tuta.
“Ma per piacere! Hai detto – ti amo -.” Disse avvicinandosi terribilmente a me.
I nostri visi erano ad un centimetro di distanza.
“E’ vero che ti amo.” Dissi d’un fiato senza spostare lo sguardo dal suo. 
Posò una mano fra i miei capelli e li strinse forte. Inclinai il viso gemendo dal dolore e socchiudendo gli occhi:
“Lasciami Louis!” Urlai.
Mi tappò la bocca con una mano,stringendo sempre più forte la mia pelle. 
Le sue iridi erano improvvisamente diventate rosse dalla rabbia. Stringeva forte i denti e il suo respiro era irregolare. 
Spalancai gli occhi,spaventata da quel gesto. Non si era mai comportato così male. Non mi aveva mai alzato le mani come in quel momento.
“Ripetilo un’altra volta e ti uccido!” Sputò lasciando andare i miei capelli,per poi darmi un altro schiaffo ancora più forte di quelli precedenti.
Per la troppa forza messa in quello schiaffo,caddi per terra e d’istinto,mi coprii la guancia che bruciava di dolore.
Le lacrime scendevano silenziose dai miei occhi e le mie gambe tremavano.
“Ma perché?” riuscii a domandargli.
Si infilò le felpa e si avvicinò alla porta: “Senti dolcezza,non devo darti spiegazioni.”
“Non ti ho detto nulla di male!” Protestai.
Chiuse gli occhi e serrò i pugni lungo i fianchi:
“Non mi fare incazzare ancora di più.” Disse scandendo bene le parole.
Abbassai lo sguardo. Io lo amavo davvero. Qual’era il problema?
“Guardami,devo dirti un’ultima cosa.”
Alzai lo sguardo per rivederlo ancora e sentirmi morire dentro.
“Hai la guancia arrossata. Molto probabilmente si formerà un ematoma sulla tua pelle,domani.”
Schiusi le labbra incredula,massaggiandomi la guancia dove Louis mi aveva colpita poco prima e sentii un dolore eccessivo rispetto a prima. 
“Sei un mostro.” Sussurrai.
Ridacchiò: “Lo so. Ad ogni modo,cerca di trovare una scusa.” Si avvicinò a passi lenti al mio corpo rannicchiato in un angolo della stanza. “Perché se dici la verità a tuo fratello o a qualcun altro,potrei essere ancora più terribile di adesso. Intesi?”

Annuii,incapace di trovare una frase di senso compiuto per rispondere.
“E ricordati che … chi scopa il primo dell’anno,scopa tutto l’anno.” Rise divertito sbattendo la porta della “mia” stanza e sentii il rumore dei suoi passi farsi sempre più fievole.
Non appena realizzai che se ne era andato,scoppiai in un pianto dirotto.
Mi sdraiai per terra coprendomi gli occhi con entrambe le mani. 
La guancia bruciava,il dolore si faceva sempre più insopportabile. 
Non riuscivo a spiegarmi il comportamento di Louis. Tutto stava andando bene,mi sentivo una principessa e … improvvisamente,era andato tutto a rotoli per due semplici parole uscite dalla mia bocca. Nella mia testa c’era soltanto un mucchio di confusione. Mi sentivo come un naufrago in un’isola deserta,come un bambino in una grande metropoli,come un battello in un oceano.
Sentivo la testa girare e il cuore battere forte. Mi sentivo triste,umiliata,usata. 
Louis mi aveva picchiata,mi aveva trattata malissimo. Per un attimo,rimpiansi il giorno in cui mi aveva violentata per la prima volta. Non era mai stato così cattivo,così perfido,così menefreghista.
Era passata almeno un’ora da quando ero distesa per terra. Avevo smesso di piangere e non perché la tristezza e l’amarezza erano andate via,ma perché ormai non avevo più lacrime. 
Asciugai gli occhi gonfi con la manica del pigiama e mi alzai tremolante da terra. Avevo le labbra secche e il naso rosso. 
Trascinai il mio corpo in bagno e accesi la luce. Alcune ciocche dei miei capelli,che avevo legato poco prima erano bagnate dalle lacrime,impastati e attaccati alle mie guance.
Li scostai lentamente,stringendo i denti per il dolore causato dallo schiaffo.
La mia guancia era gonfia e cominciava ad assumere un colore violaceo. Mi morsi il labbro sciogliendo la coda. Aprii il getto d’acqua fredda e mi bagnai una mano per poi massaggiare delicatamente la guancia. Gemetti per il dolore atroce che mi stava procurando quella ferita.
Ci vollero dieci minuti prima di tranquillizzarmi.
Puntai lo sguardo sulla mia figura allo specchio. Ero ricoperta da cicatrici.
La cicatrice sulla coscia,le cicatrici sulle braccia,l’ematoma ormai visibile sulla guancia …
C’era una sola cicatrice che non riuscivo a vedere malgrado fosse la cicatrice più profonda:
quella che Louis aveva lasciato dentro al mio cuore.

Better Way || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora