Capitolo 41

1.2K 84 13
                                    

Il suono assordante della sveglia mi fece cadere giù dal letto.
Urlai per la botta improvvisa,per il dolore che si era espanso lungo la mia schiena e per il contatto con il pavimento ghiacciato.
“Maledetta scuola!” Sputai alzandomi quasi a fatica da terra.
Mi misi in ginocchio e appoggiai i gomiti sul letto notando che Scar stava ancora dormendo beatamente.
Come fa? Mi domandai.
Con un colpo secco,misi a tacere la sveglia e trascinai il mio corpo intorpidito e dolorante verso il bagno.
Quel giorno,sarei dovuta ritornare a scuola. Solite facce,solite storie.
Le popolari della scuola che si prendevano gioco di me,i professori che quasi mi odiavano per il mio essere troppo timida. E in più,Louis che sicuramente non mi avrebbe risparmiata neanche durante le ore di lezione.
Sbuffai. Era inutile essere pignoli. Le mie lamentele non avrebbero di sicuro scontato la mia pena. Avrei preferito andare all’inferno piuttosto che a scuola.
Mi infilai sotto il getto di acqua calda nella doccia e mi insaponai per bene curandomi di non bagnare i capelli.
Mi vestii velocemente con le mie solite cose e scesi le scale.
Trovai Harry alle prese con la cucina.
“Buongiorno.” Dissi sedendomi su uno sgabello.
“Buongiorno piccola.” Mi rispose Harry voltandosi e sorridendo.
Come faceva ad essere così tranquillo e rilassato? Io avrei spaccato la qualsiasi in quel momento. Poi mi ricordai: lui è amato da tutti a scuola.
Siamo fratelli ma abbiamo due caratteri completamente diversi. Siamo come il sole e la luna. Lui ovviamente,è il sole. 
“Vuoi mangiare qualcosa?” Mi domandò.
In realtà,non era una vera e propria domanda. Sapevo che mi avrebbe obbligata a prendere almeno un quarto di tutto il ben di Dio che aveva preparato.
“Prendo un pancake.” Dissi indicando la pila di pancake sul tavolo della cucina.
Harry ne afferrò uno e me lo porse: “Da bere?”
Sorrisi: “Caffè.”
In men che non si dica,mi ritrovai una tazza di caffè fumante davanti agli occhi.
“Grazie Haz.” Dissi.
“Figurati piccola.”
Afferrai la tazza incrociando le dita attorno ad essa: “Stai cucinando per l’esercito Inglese o … cosa?” Scherzai.
“Ci sei andata vicina. Sto cucinando per Niall.” Disse sorridendo.
Non potei fare a meno di ridere.
Finii la mia colazione e posai tutto sul lavabo.
Alzai lo sguardo e mi accorsi che eravamo abbastanza in ritardo.
“Su Harry,muoviamoci.” Dissi afferrando lo zaino.
“Arrivo piccola.” Si asciugò le mani con una pezza e infilò subito il cappotto nero.
“Come siamo eleganti.” Osservai aprendo la porta.
Harry schiacciò un occhio e sorrise incastrando la lingua tra i denti : “Stai parlando con un’icona della moda.”
“Quanto sei modesto!” Scherzai dandogli una pacca sulla schiena.
Sorrise e chiuse la porta alle sue spalle. 
Salimmo in macchina e sospirammo entrambi,sollevati dall’aria calda della Ranger Rover. 
Mi accovacciai sul sedile e mi concentrai sul paesaggio innevato fuori dal finestrino.
Non mi accorsi nemmeno che Harry aveva acceso la radio e stava canticchiando.
“Dimmi come fai ad esse così allegro.” Dissi sbuffando.
“Perché?” Domandò aggrottando la fronte.
“Stiamo andando a scuola,non ad un party!” Esclamai.
Harry sogghignò: “Non è poi così male.”
Spalancai gli occhi: “Non è poi così male?” Ripetei “E’ una TORTURA!Studiare,prendere appunti,fare test … cosa c’è di bello? Odio la mia classe. Odio il ragazzo che si siede accanto a me durante l’ora di biologia …”
“… chi è?” Mi interruppe Harry.
Scrollai le spalle: “Probabilmente un nerd appassionato di scienza e roba varia. Tira su con il naso per tutta l’ora di lezione e il suo accento francese è letteralmente snervante.”
Harry rise: “Stai delirando.”
“Molto probabilmente perché sta mattina quella maledetta sveglia,mi ha fatta cadere giù dal letto.”
“Dai piccola … ci sono io.” Sorrise spostando lo sguardo su di me,che non potei fare a meno di ricambiare il sorriso.
“Vengo a scuola solo perché ci sei tu.”
“Oh, questo lo so.”

Harry lasciò l’auto appena fuori il cancello. Scesi sbattendo violentemente lo sportello dell’auto e sospirai. 
Infilai le mani dentro le tasche del cappotto e mi guardai attorno.
“Matricole.” Dissi sbuffando.
“Magari c’è qualche ragazza carina.” 
Fulminai Harry con lo sguardo: “Non ti farai una matricola.” Dissi camminando a passi svelti verso l’entrata della scuola.
Harry mi affiancò subito cingendomi i fianchi con un braccio:
“E chi me lo impedisce?” 
“Ti ripudierei come fratello. Andiamo Harold,non fare lo stupido!”
“Odio quel nome.”
“E’ il tuo nome.”
Harry rise: “Lo sai che sto scherzando. Sei tu la mia ragazza.”
Risi anche io,la prima e immagino l’ultima volta in quella giornata.
“Certo. E tu sei il mio ragazzo.” 
Entrammo a scuola e subito sentii l’aria mancare. C’era caldo,molto caldo e gente che andava a destra e a sinistra. Come al solito,le più popolari stavano insieme in cerchio,aspettando che qualche matricola si unisse al loro gruppo. Poi c’erano i bulli,quelli asociali,i nerd,gli sfigati. E io? In che “classe sociale” mi trovo? Oh,ma io sono un caso a parte. Sono un essere non identificato.
Guardammo il nostro programma della giornata in bacheca. 
“Cos’hai la prima ora?” Mi domandò Harry.
Feci scorrere il dito sulla tabella che designava la mia classe: “Benissimo! Biologia!” Esclamai sbuffando.
Harry rise: “Io ho letteratura.”
“Ti andrebbe se io facessi letteratura e tu biologia? Magari il tipo strano ti farà simpatia.”
“Lo sai che non si può.” Rispose lui lasciandomi un bacio sulla fronte.
“Styles!” 
Mi voltai non appena sentii il mio cognome. Ma sapevo benissimo che quel “richiamo” non era riferito a me. Insomma,conoscevo la voce di Louis meglio della mia.
“Ciao stupido.” Rispose Harry sorridendo.
Guardai Louis avvicinarsi a noi. Una mano in tasca,lo zaino su una spalla. Dio,quanto era bello. Con la mano libera,si sistemò il ciuffo color bronzo spostandolo a sinistra e mostrò uno dei suoi fantastici sorrisi. Il mio cuore in quel momento perse un battito e rimasi a bocca aperta a fissarlo,mentre nella mia mente cercavo di ricordare come si respirava. Si fermò a qualche centimetro da me per stringere la mano ad Harry.
“Ciao Bree.” Disse poi guardando me.
Accennai un timido saluto con la testa e abbassai lo sguardo mordendomi il labbro. Non lo vedevo da qualche giorno e quasi avevo dimenticato la bellezza che riusciva a contenere il suo corpo. 
Harry e Louis parlarono per un po’. In realtà,non mi accorsi di cosa. Ero troppo concentrata a seguire i suoi gesti,a guardare i suoi occhi e a perdermici dentro.
Fui risvegliata dal suono assordante della campana,proprio sopra la mia testa. In men che non si dica,la gente sparì dai corridoi entrando nelle rispettive classi.
Harry mi diede un bacio sulla guancia: “Ci vediamo a pranzo piccola.”
“A dopo.” Risposi con voce roca. 
Anche Louis mi salutò. Ma non era un saluto dolce,amichevole. No. Mi guardò come se avesse voluto dire: “Più tardi io e te ci facciamo i conti.”
Non gli avevo parlato più dopo quello che era successo a casa sua,in montagna. In cuor mio sapevo benissimo che non avrei dovuto arrabbiarmi. In fondo,lui non era mio e poteva fare tutto quello che voleva. Sentii lo stomaco stringersi in una morsa che mi provocò un dolore fisico atroce.
Chiusi gli occhi e strinsi i denti cercando di pensare a qualcos’altro. Ah,giusto! Dovevo andare a lezione.
A passi lenti mi diressi verso l’aula di biologia. Abbassai lo sguardo e mi persi a guardare i miei piedi che si muovevano quasi automaticamente verso la porta della classe.
Improvvisamente,sbattei contro qualcosa o meglio,contro qualcuno. Scivolai per terra gemendo per il dolore e lasciai cadere il libro di biologia al mio fianco. Mi morsi il labbro per evitare di piangere. Chiunque fosse stato a farmi cadere,avrebbe riso di me se avessi mostrato debolezza per così poco. 
Mi preparai mentalmente ad affrontare la millesima offesa sul mio conto ma quello che sentirono le mie orecchie fu totalmente diverso:
“Ti sei fatta male?”
Non alzai lo sguardo subito ma mi accorsi che era un ragazzo. La sua voce era bassa,calda,pacata. Pronunciava le parole con un’assurda velocità che mi fece sorridere.
“Tutto ok?” Domandò ancora.
Mi resi conto che avrei dovuto alzare gli occhi o mi avrebbe presa per psicopatica,muta o stupida.
“Sto bene.” Sussurrai alzando lo sguardo. Il tono della mia voce si abbassò fino a trasformarsi in un sussurro non appena lo vidi.
Mi tese la mano: “Ti aiuto ad alzarti.” Disse gentilmente e naturalmente,velocemente.
Afferrai la sua mano e mi alzai,continuando a fissarlo.
Era bellissimo. I suoi occhi marroni mi ricordavano tanto quelli di Zayn … ma no. I suoi erano più piccoli ma più profondi. Non erano color nocciola,erano di un marrone chiaro che sono sicura,al sole sarebbe diventato quasi verde. Le sue labbra erano rosee e leggermente gonfie. Il suo viso era pallido e pulito,con un accenno di barba. In ciuffo ondulato gli ricadeva sulla fronte. 
Le sue labbra si curvarono in un sorriso non appena si accorse che lo stavo esaminando.
“Oh,dimenticavo.” Si chinò e raccolse il libro di biologia,che avevo totalmente dimenticato.
Mi ero innamorata della sua voce dolce e del modo in cui le sue labbra si muovevano ogni volta che doveva dire qualcosa. 
“g- grazie.” Balbettai afferrando il libro.
Mi sorrise e si allontanò. Lo guardai fino a quando il suo corpo non sparì dietro gli armadietti del corridoio. Probabilmente era nuovo. Nessuno che non fosse Harry,era mai stato così dolce con me.
Rimasi a fissare il vuoto per qualche secondo prima di accorgermi che ero in ritardo. Corsi velocemente verso l’aula di biologia e mi sentii meglio quando vidi che il professore non era ancora arrivato. Mi diressi verso l’ultimo banco,il posto che mi era stato riservato dai tempi in cui ero una piccola matricola. Lasciai cadere lo zaino per terra e mi sedetti sullo sgabello. Come ero solita fare,cominciai a giocherellare con la matita e mi immersi a guardare fuori dalla finestra accanto a me. Aveva cominciato a piovere. 
Mi domandai anche per quale strano motivo il mio compagno di banco non era ancora arrivato. Magari stava male o forse,aveva deciso finalmente di cambiare posto perché anche io gli sembravo troppo strana e non rientravo nei suoi canoni di normalità. 
Improvvisamente,sentii la sedia accanto alla mia muoversi e mi voltai di scatto,pensando di trovarmi davanti quello stupido che fino a poco prima stavo pensando ma non fu così. Riconobbi i suoi occhi e le sue labbra. Era il ragazzo di prima.

Better Way || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora