Capitolo 2

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Aprii lentamente gli occhi e realizzai di trovarmi nel comodo divano del mio salotto,avvolta dalle coperte pesanti. C’era un silenzio tombale attorno a me e all’inizio,mi fece paura. Aprii del tutto gli occhi e sentii dei passi. Era Harry.
“Piccola,finalmente ti sei svegliata..” Disse sedendosi accanto a me. Mi porse una tazza di cioccolata calda. “Bevi.” Mi ordinò.
Annuii prendendo fra le mani l’oggetto di porcellana e assaporando la cioccolata. Harry era bravissimo a cucinare. Aveva imparato a fare le pulizie in casa, visto che i miei non c-erano e io non ero molto d-aiuto. Mi sentivo cosi inutile.
“Ti piace?” Domandò sorridendo.
Amavo le fossette che gli si dipingevano in viso ogni volta che sorrideva. 
“Sì.” Risposi ricambiando il sorriso.
“Avevi bisogno di zuccheri.”
“Già..” farfugliai.
“Potrei sapere cosa mi è successo?” Domandai poi.
Si accigliò: “Non mangi mai Bree… hai avuto un calo di zuccheri. Per fortuna stanno per cominciare le vacanze natalizie. Ti porterò da un dottore.”
“Non voglio andare da un dottore!” Esclamai. Odiavo i dottori,gli ospedali e tutto quello che aveva a che fare con la medicina. Loro non erano riusciti a salvare mia madre.
“Devi essere visitata tesoro.” Il pollice di Harry disegnò il contorno del mio profilo. “Stai male e ti si legge negli occhi. Io non posso sopportare tutto questo.”
Prese il mio polso fra le mani sfregando l’indice sulle mie ferite,dolcemente,senza farmi male. I miei occhi scesero a guardare le sue mani calde avvolte al mio polso. 
“Vuoi che metta una benda?” Mi domandò.
Scossi il capo: “No Harry non c’è bisogno.”
Sbuffò e si alzò dal divano correndo in bagno. Aprì la porta violentemente e ritornò in salotto con una benda e dell’alcool.
Sentii gli occhi appannarsi: “No Harry ti prego… fa male.”
“Se ti importasse davvero che fa male,non useresti quelle maledette forbici!” Ringhiò.
Scoppiai a piangere e lui venne a sedersi di nuovo di fronte a me prendendo il mio viso fra le sue grandi mani.
“Guardami negli occhi Bree…” Sussurrò.
“Cosa c’è?” Domandai tra un singhiozzo e l’altro.
“Ti chiedo scusa. Ma mi fai incazzare quando ti fai del male da sola.”
Abbassai gli occhi: “Lo sai che è una dipendenza. Puoi portarmi da uno psicologo,se ti va.” Dissi rialzando gli occhi per incrociare le sue iridi piene di rabbia.
“Io non ti porto da uno strizza cervelli ok? Devi guarire da sola.”
I suoi occhi si rifletterono su i miei e mi sentii protetta. Abbassai lo sguardo non appena sentii il campanello suonare. 
“Chi è?” Domandai. “Aspettavamo qualcuno?” Ero confusa,forse avevo sbattuto la testa.
“E’…” Harry esitò un attimo prima di rispondermi e si fermò davanti la porta. “… è Louis.” Disse senza distogliere gli occhi dai miei.
Sentii le guance avvamparsi e una strana sensazione incombere sul mio corpo. Non sapevo cosa fosse,fatto sta che cominciai a tremare. Feci per alzarmi ma Harry mi fermò: “Non puoi muoverti. Resta qui,noi andiamo a studiare in cucina.”
Annuii preoccupata.
Harry andò ad aprire la porta e riscontrai quei bellissimi occhi. Il respiro mi si bloccò e sentii il sangue scorrere velocemente. Cercai di ricordarmi di respirare ma era troppo per me. Louis mi faceva impazzire. L’odio che provavo verso di lui,verso il suo spregevole carattere si contrapponeva all’insopportabile desiderio che avevo di lui. Entrò sorridendo e io mi voltai a guardare un punto vuoto della stanza,consapevole che non mi avrebbe considerata nemmeno sta volta. 
“Andiamo in cucina a studiare Lou.” Gli disse Harry indicandogli la porta della cucina.
“D’accordo.” Rispose lui. 
“Vado un attimo sopra a prendere i miei libri. Aspettami qui.” Disse Harry salendo le scale.
Con lo sguardo lo seguii. Mi stava lasciando da sola con Louis e non andava bene. Avevo paura,troppa. Cominciai a respirare affannosamente mentre il mio viso si riempiva di nuovo di sudore freddo e il mio stomaco sentiva delle lame affilate oltrepassarlo. Evidentemente,Louis si accorse del mio disagio.
“Ehi,stai male?” Mi domandò.
Lo guardai e mi persi nella stupefacente bellezza del suo corpo. Era perfetto. Era la prima volta che mi rivolgeva la parola ed era una cosa bellissima. Tutto l’odio che provavo per lui sparì improvvisamente e risposi:
“Non tanto.”
Si avvicinò a me: “Ehm,io non so cosa fare.” Disse guardandosi attorno. 
Tossii: “Chiama Harry.”
“Ok ma … tranquilla,non preoccuparti.” Era agitato. 
Chiamò Harry che scese subito le scale e venne a soccorrermi.
“Piccola,stiamo andando di la,ok?” Mi sussurrò accarezzandomi. Aveva capito tutto. Non avrebbe dovuto lasciarmi con Louis.
Annuii: “Buono studio.” Dissi.
“Se hai bisogno d’aiuto,chiamami.” Continuò Harry raccogliendo la cartella e facendo strada a Louis verso la cucina.
“Certo Harry.”
Rimasi sul divano immobile per almeno dieci minuti. Non riuscivo a non pensare a Louis, al suo essere perfetto. Non mi aveva mai rivolto la parola e intanto … beh intanto il sentimento che provavo per lui era inspiegabile. Davvero, non riuscirei a spiegare quello che provo per lui. Ero assorta dai miei pensieri quando sentii il cellulare di Harry squillare. In quel momento, chiusi gli occhi e mi addormentai per l-ennesima volta.

Better Way || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora