Capitolo 47

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BREE’S POV
Mio fratello era uscito da poco. A breve,sarebbe arrivato Liam. Avevamo deciso di passare un pomeriggio insieme,a casa mia. Fortunatamente,non avevo nulla da studiare e così,decisi di sdraiarmi a letto e aspettare.
Mi persi a guardare il soffitto mentre pensavo a quanto fosse strano aspettare un amico a casa. Non avevo amici da chissà quanto tempo. Non riuscivo a socializzare con nessuno,non riuscivo a stabilire un rapporto né con una ragazza né con un ragazzo. Mi era così estraneo pensare che un ragazzo dolce e simpatico come Liam,si fosse offerto di essere mio amico. Già; perché è una condanna capirmi e starmi dietro. Io sono difficile e particolare … ma esiste gente che lo è di più. Ad esempio Louis. Non riuscivo a capire il perché tenesse il muso ogni volta che mi vedeva con Liam. Per caso,era geloso?
“Io davvero non lo capisco quel ragazzo.” Dissi tra me e me realizzando qualche secondo dopo che stavo parlando da sola.
Sentii suonare il campanello,sgusciai fuori dal letto e scesi le scale velocemente. Aprii la porta e mi ritrovai davanti,un Liam sorridente con un barattolo di Nutella in mano.
“Ciao.” Disse.
“Accomodati.” Replicai scostandomi di lato per farlo entrare.
“Ti piace la nutella?” Domandò entrando.
“Beh … a chi non piace?” Risi lievemente.
“Hai ragione.” Posò il barattolo di nutella su un mobile all’entrata e si avvicinò a me allargando le braccia.
In risposta,mi intrufolai dentro di esse stringendomi sul suo petto. Faceva un buon profumo e amavo il calore protettivo delle sue braccia.
Mi allontanai facendo un passo indietro: “Cosa vuoi fare con quella?” Domandai indicando la nutella.
“Avevo voglia di crepes. Che ne dici?”
Sorrisi: “Direi che hai avuto un’idea originale,James.”
“Non chiamarmi James!” Disse alzando l’indice,come se volesse rimproverarmi.
Risi portando la testa indietro: “Ma è il tuo nome!”
“Il mio secondo nome!” Specificò.
“Ma ti chiami comunque James.”
“Io odio il nome James.”
Presi la nutella e mi diressi in cucina: “Ma come?James I,uno dei più importanti re del nostro paese!”
Entrai in cucina.
Liam mi raggiunse subito ridendo: “Ricordi a memoria tutte le parole dei prof?”
Feci spallucce: “no. Certo che no. Solo che oggi le sue urla,mi hanno tenuta sveglia. E ricordo questo particolare.” Sorrisi.
Parlammo del più e del meno mentre preparavamo le crepes. Liam friggeva e io spalmavo la nutella. 
Nel girarle,una,è caduta per terra. Ho riso,tanto,come poche volte nella mia vita. E a lavoro terminato,avevo anche fame. Dunque è stato bello assaporare il gusto del nostro lavoro.
“Davvero buone.” Commentò Liam.
“Sei sporco di zucchero.” Dissi ridendo.
Diventò rosso e con un gesto veloce,si ripulì le labbra.
Passammo un pomeriggio davvero bello. Mi sentivo protetta,voluta bene. Credo che Liam sia una delle persone più buone della terra,che ti fa ridere,ti fa sentire a suo agio.
Ci ritrovammo seduti sul divano,a bere una tazza di the e a parlare di cose varie come libri,film e …. Passato.
Non avrei mai voluto toccare quel tasto dopo il divertente pomeriggio che avevamo speso insieme. Ma lui ha iniziato a parlarne e di certo,non potevo fermarlo.
“Sai … è davvero bello avere una persona al mio fianco che mi capisce e mi faccia divertire …” Comincia a parlare fissando un punto vuoto della stanza.
“ … non ho avuto un passato felice. Alle scuole medie mi ..” Rimase per qualche secondo in silenzio e io lasciai che la tensione si appropriasse dell’aria nel mio salone “ … mi picchiavano.”
Schiusi le labbra emettendo un suono che non riesco a spiegare,ma che comunque,segnava incredulità. 
“M – ma Liam tu sei …”
“… muscoloso?” Mi interruppe.
Annuii.
“Ho fatto kick boxing. Mi alleno tutti i pomeriggi. Voglio difendermi.”
“Perché ti picchiavano?” Domandai con un filo di voce.
“Perché sono – strano -“ 
Scossi il capo “Tu non sei strano.”
“Per loro si.” Replicò. “Per loro sono stranissimo. Perché non fumo,non mi ubriaco,non mi drogo. Ecco perché sono strano.”
Mi avvicinai a lui e gli strinsi la mano: “Tu vai bene così. Io ti voglio bene.”
Mi abbracciò stringendomi forte: “Anche io ti voglio bene.”
Sorrisi allontanandomi di qualche centimetro. Riuscivo a percepire ancora di più la tensione e la tristezza. Cominciai a sudare nel pensare a Liam che veniva picchiato nei meandri della scuola,nei posti bui,a ora di pranzo o nel cortile,quando la lezione terminava.
Presa dal panico,mi alzai le maniche della felpa e mi tirai i capelli indietro sospirando.
“Mi … dispiace tanto Liam. Davvero. Sono sconvolta.”
“Tranquilla Bree. Voglio solo che tu non ne parla con nessuno.”
“Puoi fidarti di me.”
“E’ stato un periodo orribile per me. Davvero. Non riuscivo a trovare un motivo per alzarmi e andare a scuola. Come facevano tutti. No. Io volevo rimanere a letto e a piangere,a soffrire. Non ce la facevo più e decisi di chiedere a mia madre di andare in palestra. Non le dissi mai nulla di quello che mi succedeva a scuola.”
“Io avrei fatto lo stesso.”
“Sei la prima a dirmi che ho sbagliato a farlo …” Disse lui sorpreso.
Rimasi a fissarlo per qualche secondo. Mi avvicinai di qualche centimetro cercando le parole giuste. Non volevo sembrare un’esibizionista,ma lui mi aveva appena confessato una cosa molto intima. Voleva dire che si fidava di me. E io,mi fidavo di lui. Perciò,guardandolo nei suoi occhi color nocciola dissi:
“Anche io ho un segreto”
Liam alzò i suoi occhi marroni e li puntò sui miei.
“Quale segreto?”
Abbassai lo sguardo,incapace di reggere il suo e cominciai a giocherellare con le dita,spezzettandomi i fili di pelle che uscivano da esse.
Mi fermò con un gesto rapido della mano:
“Bree. Dimmelo.” Disse pacato,ma visibilmente preoccupato.
Mi morsi il labbro nervosamente e mi ricordai che avevo tirato su le maniche della felpa che indossavo. Così,senza dire nulla,allungai un braccio nella sua direzione,mostrando la svariata quantità di cicatrici sul mio polso.
Liam rimase in silenzio,cercando di mantenere la calma. Si morse anche lui fortemente il labbro e si passò una mano tra i capelli sospirando. I suoi occhi rimasero incollati al mio braccio per qualche secondo. Mi aspettavo un “sei pazza”, o “perché lo fai?” oppure “Dovresti smetterla,io ti voglio bene.”
E invece,Liam riuscì per la millesima volta a stupirmi. Allargò le braccia e mi invitò a sprofondare tra di esse. Obbedii a quel gesto dolce e invitante,lasciandomi accarezzare i capelli dalle sue mani grandi e calde. 
“Scusami …” Dissi piano.
“Scusarti per cosa? Per essere debole? No Bree. Non voglio le tue scuse. Voglio la tua forza di volontà.”
Annuii “Ci sto provando.”
“Lo so che è difficile e non voglio di certo dirti di smetterla. Sarei il centesimo a dirtelo. No?”
“Si.”
“Quindi non voglio perdermi in chiacchiere inutili. Non so come si smette. Ma se hai bisogno,io sono qui.”
Sorrisi: “Lo so. Sei un amico fantastico.”
“Il tuo migliore amico?”
Quella domanda mi colse di sorpresa. Lo consideravo senz’altro un migliore amico. Ma non sapevo che per lui fosse lo stesso.
“Per me sì. Sei il mio migliore amico. Quello che non ho mai avuto.”
Sorrise dolcemente: “E tu sei la mia migliore amica.”
Non riuscivo a vedermi allo specchio ma,ero certa che le mie guance erano diventate rosse. Non avevo un migliore amico dai tempi dell’asilo. E in quel momento,era l’unica cosa di cui avevo realmente bisogno. Perché davvero,non c’è niente di meglio di un amico in certe situazioni. Liam non mi domandò il perché mi tagliassi,non mi chiese di raccontargli la mia storia. Fu un gesto davvero carino nei miei confronti. Ma decisi che un giorno,magari non molto lontano,gli avrei raccontato tutto. Era bellissimo togliersi un peso da dosso.
E lui mi capiva. Con lui avrei parlato di Louis,cosa che non potevo fare con mio fratello. Forse lui,mi avrebbe aiutato a smettere di danneggiarmi.
Passammo un bellissimo pomeriggio insieme,a parlare,a raccontarci storie,a commentare i nostri libri preferiti e a continuarci a dire che siamo forti e possiamo farcela.
Però purtroppo,si fece tardi,e Liam dovette andare via. Lo accompagnai alla porta con malincuore. Lo salutai con un bacio sulla guancia e aspettai che la sua auto uscisse fuori dal mio isolato prima di rientrare a casa.
Decisi di andare in cucina a prendere qualcosa da bere. Avevo parlato a lungo e sentivo le labbra secche.
Ero appena entrata in salotto con il mio bicchiere di succo d’arancia quando il suono del campanello mi fece sobbalzare.

Better Way || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora