Capitolo 38

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LOUIS’POV
Bree uscì di casa sbattendo forte la porta,lasciandomi spiazzato sulle scale. Che intenzioni aveva? Dove voleva andare? Dovevo andarla a cercare. Non so per quale stupido motivo ma dovevo andarla a prendere. 
Mi soffermai un attimo a pensare alla scena di poco prima. Dio,non avevo mai avvertito brividi così forti dentro di me. Vedere una persona,una ragazza così debole e indifesa farsi del male da sola …
In quel momento,mi ero sentito io quello debole. Ci vuole davvero del coraggio per poter fare del male a sé stessi. Rabbrividii per l’ennesima volta in quei dieci minuti per poi accorgermi che stavo solo perdendo tempo.
Corsi giù per le scale e presi il cappotto appeso accanto alla porta d’entrata. Mi passai una mano fra i capelli prima di uscire fuori e prepararmi al contatto con l’aria gelata di gennaio. 
Che cazzo ti passa per la mente? 
Domandai più a me stesso che a chiunque altro.
Non riuscivo a realizzare che io,Louis Tomlinson,stessi uscendo fuori casa con il buio,la nebbia,la neve,il gelo e mille pericoli,solamente per salvare una ragazza.
Lasciai da parte i pensieri e le domande convincendomi del fatto che mi sarei sentito in colpa se fosse morta o sparita. 
Presi una torcia e uscii velocemente di casa cercando di muovermi il più abilmente sulla neve che ricopriva anche il viale di casa mia. 
“Cazzo …” Mi guardai attorno ma senza ottenere risultati. La nebbia era troppo fitta,non riuscivo a vedere nulla. 
Come avrei dovuto trovare quella sconsiderata di Bree Styles?
Avanzai lentamente guardandomi attorno attentamente,scrutando con i piedi ogni centimetro del terreno.
Misi il cappuccio e socchiusi gli occhi: prevedevo una bufera di neve.
I fiocchi che ricadevano per terra si facevano sempre più grossi e io sentivo sempre più freddo.
Non avevo tempo però di ritornare in casa a prendere qualcosa di più pesante. Bree era in pericolo di morte. Si stava avvicinando la notte e insieme a lei,tutti i pericoli del mondo.
Mi si strinse il cuore in una morsa al solo pensiero che potesse sentirsi male o essere aggredita da un lupo o qualsiasi altro animale. 
Sempre e solo per il semplice fatto che dopo mi sarei sentito in colpa,ovvio.
“Bree?” la chiamai in vano.
“Bree,rispondimi! Dove cazzo sei?” Aumentai il tono della voce ma quello che riuscii a sentire,fu solo il mio eco. 
Muovevo la torcia da destra a sinistra,da sinistra a destra,velocemente.
Quanto si era allontanata da casa? In che direzione,soprattutto?
Continuai a chiamarla utilizzando tutto il fiato che avevo in gola. 
La mia voce però,dopo poco,si fece rauca. Tossii bruscamente lasciando cadere la torcia per terra.
Subito mi ripresi,mi chinai per riprenderla e continuai a camminare sempre con più fatica. La neve era troppo alta. 
Per un attimo,pensai di ritornare in casa e avvisare gli altri,ma era una follia. Non avevo tempo da perdere.
Vagai a vuoto per qualche minuto quando finalmente,vidi una figura rannicchiata per terra a dieci metri da dove ero io.
“Bree!” Esclamai sgranando gli occhi. 
Corsi il più velocemente possibile verso di lei e mi sedetti per terra,in modo da poterla svegliare. Stava dormendo. E dentro di me,sperai,che stesse realmente dormendo.
La strattonai violentemente continuando a chiamarla fino a quando non aprì leggermente gli occhi e mi guardò,inerme e impassibile. 
Il suo sguardo era assente come poco prima. 
“Bree,stai bene?” Domandai preoccupato.
Mugugnò qualcosa e richiuse gli occhi.
Sospirai pesantemente e decisi di non perdermi in chiacchiere o in stupidaggini. Mi rialzai e la presi in braccio facendole appoggiare il capo sul mio petto. La strinsi forte e mi avviai verso casa. 
“E’ tutto apposto. Adesso ritorniamo a casa. Va tutto bene.” Continuavo a ripeterle. 
Fortunatamente,trovare la via di casa fu molto più facile di trovare Bree.
La sentivo tremare,mugugnare e lamentarsi per il troppo freddo.
“Siamo arrivati.” Le sussurrai.
Mi sentii confortato non appena vidi le luci di casa mia. Mi affrettai a raggiungere il portone e infilai la chiave nella fessura,tremante e spaventato che qualcuno potesse vederci. 
Non volevo che Harry si preoccupasse per sua sorella. Non volevo essere visto e basta.
Aprii piano la porta e con grande sollievo,mi accorsi che in salotto non c’era nessuno. Erano ancora tutti in cucina.
Salii le scale velocemente,appoggiando solo le punte dei piedi per terra,evitando di farmi sentire. 
Arrivai in fretta davanti la porta della camera di Bree e la aprii con un calcio. Subito,appoggiai il corpo ghiacciato e inerme di Bree sul letto e corsi a chiudere la porta a chiave.
Mi appoggiai su di essa portando la testa indietro e chiudendo gli occhi per qualche secondo.
Sospirai,stanco e stremato da quella lunga giornata.
Quando riaprii gli occhi,mi soffermai a guardare Bree. Mi sentii in colpa per quello che le avevo fatto prima. Ero stato troppo cattivo nei suoi confronti.
D’altronde,non avrei dovuto trattare male una ragazza per cui non provavo assolutamente niente.
Non avrei MAI PIU’ provato niente per nessuna.
Corrugai la fronte e tolsi mi avvicinai al letto. Tolsi il cappotto decidendo come fare per farla risvegliare e ripeterle nuovamente che avrebbe dovuto inventarsi una scusa. In fin dei conti,ero stato io a indurla ad uscire fuori di casa.
Mi sedetti accanto al letto e con delicatezza,le tolsi di dosso tutti i vestiti fradici che indossava. Mi morsi il labbro cercando di trattenere la voglia che avevo di possederla,ancora.
Era come una droga quella ragazza per me. 
Aprii il suo borsone e presi l’intimo e il pigiama. La vestii come fossi stato suo padre,quel padre assente che lei non vedeva mai. Quell’uomo che io non chiamerei padre,ma mostro. Quell’uomo che aveva lasciato lei,così dolce e indifesa,così sensibile,così debole,incapace di affrontare qualsiasi pericolo. Quello stesso uomo che aveva abbandonato il mio migliore amico.
Mi morsi di nuovo,il labbro inferiore che cominciò a sanguinare. Leccai via il sangue cercando di tranquillizzarmi e mi concentrai solo e unicamente su Bree.
Mentre le infilavo il maglione,vidi i tagli freschi che aveva sul polso. Socchiusi gli occhi e cominciai a tremare. Non mi era mai piaciuto il sangue,mi faceva schifo.
Andai in bagno e presi il disinfettante e delle bende. 
Ritornai ai piedi del letto e cominciai ad armeggiare con quegli affari.
Dovevo guarirla,necessariamente. 
Harry non doveva sapere di quei tagli.
Non appena appoggiai il disinfettante sulla prima ferita,Bree sussultò. Inarcò la schiena e strinse forte i denti.
“Maledizione!” mugugnò.
“Abbi pazienza.” Dissi io continuando con il mio lavoro.
Sfregai delicatamente il fazzoletto bagnato di disinfettante sul resto delle sue ferite.
Bree,aprì pian piano gli occhi e voltò lo sguardo verso il mio.
“L – Louis?” Domandò quasi incredula di trovare proprio me,la causa dei suoi incubi,ai piedi del suo letto a medicarle le ferite.
Annuii: “Non vedi?”
Sorrise debolmente allungando il braccio,in modo tale che potessi medicarla meglio.
Richiuse gli occhi e si lasciò trasportare nuovamente dal sonno.
Io continuai con il mio lavoro. Medicai tutte le sue ferite,una ad una. 
I tagli erano abbastanza profondi ma fortunatamente,era inverno ed Harry non avrebbe visto nulla grazie ai maglioni e alle felpe pesanti che indossava.
Posai il fazzoletto pieno di sangue sul comodino accanto al letto e presi le bende. Accarezzai il suo polso dolcemente,senza fare pressione,per poi bendarlo. 
Lo lasciai ricadere sul letto e mi fermai un attimo a scrutare la sua figura. 
Dal sorriso che aveva stampato in volto,sembrava stesse meglio di quando l’avevo trovata rannicchiata sulla neve. Perché? Perché a me? 
Aveva detto che mi amava e la cosa non andava bene. Non doveva innamorarsi di me. Per me lei non era nulla. Non ero un tipo da amare io. Le ragazze non dovevano avvicinarsi a me se non per scoparmi. 
Quando mi risvegliai dai miei pensieri,mi alzai e le rimboccai le coperte.
“Domani starai bene.” Le sussurrai prima di lasciarle un bacio sulla fronte.
Presi un pezzo di carta e le lasciai un biglietto
“inventati qualcosa,come al solito. Louis.” Scrissi.
Lo appoggiai sul comodino,sotto il suo cellulare,in modo che lo avesse visto in un modo o nell’altro.
Spensi la luce ed uscii dalla stanza preparandomi psicologicamente ad affrontare le mille domande che mi avrebbe fatto Harry non appena mi avesse rivisto. 
Mentre scendevo le scale,pensai ad una scusa e fortunatamente,la trovai.
“Amico,dove sei stato?” la voce di Harry irruppe nella mia mente.
Ecco,lo sapevo.
“Sono stato in camera mia. Avevo bisogno di riposare.”
“E mia sorella?” Domandò il riccio guardandosi attorno.
Scrollai le spalle: “Non lo so.” 
Aggrottò le sopracciglia.
“L’ho vista andare in camera sua … mi ha detto che aveva bisogno di riposare.”
“Sicuro che sta bene?”
“sì.” Mentii “E’ in ottima forma.”
“D’accordo …” Disse poi il mio migliore amico,con sguardo alquanto assente “noi stavamo giocando a carte. Ti aggiungi anche tu?”
Annuii pensando che giocare a carte sarebbe stata una distrazione da tutta quella confusione che avevo in mente.
In una giornata,avevo: violentato per l’ennesima volta la sorella del mio migliore amico,le avevo fatto del male,l’avevo vista tagliarsi davanti ai miei occhi e poi … l’avevo salvata dalla morte.
Non riuscivo a spiegarmi per quale motivo fossi così strano e lunatico. Quella ragazza mi mandava in tilt. Non volevo ammettere che in fondo,mi piaceva. 
Impossibile. L’amore non esiste. Per me,non è mai esistito l’amore. O almeno … una volta credevo di averlo vissuto … ma era solo un’illusione.
Quella che provavo nei confronti di Bree,era assoluta attrazione. Ma non m’importava di lei. Volevo solo essere aggressivo e rude nei suoi confronti. Volevo sentirla godere ogni volta che la possedevo,che la domavo.
Entrai in cucina cercando di non pensare più a nulla se non ai miei amici.
Mi sedetti accanto ad Harry e Zayn,che mi passò le carte mostrandomi un sorriso a trentadue denti.
“Cominciamo.” Dissi.
Dopo di che,Niall appoggiò una carta sul tavolo segnando così,l’inizio del nostro gioco.

Ciao ragazze! Finalmente eccovi l'attesissimo Louis's pov ahah Vi ringrazio per i voti e i commenti al capitolo precedente. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo ;) Ci "vediamo" al prossimo capitolo! 

Better Way || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora