Capitolo 31

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Aprii gli occhi lentamente e mi portai una mano sulla fronte. Era ghiacciata.
Mi ritrovai sul letto della camera in cui Louis mi aveva portata,ricoperta da almeno tre piumoni pesantissimi. Mossi lentamente il capo verso destra e vidi Louis,comodamente sdraiato accanto a me mentre leggeva un giornalino.
Sorrisi a quella visione. Visto così,sembrava un bambino dolcissimo.
D’istinto,allungai la mano sulla sua e gliela strinsi. Spostò di scatto lo sguardo sul mio e ritrasse la mano,mostrandomi poi un sorriso.
“Cosa mi è successo?” Domandai con voce debole.
Scosse il capo: “Non lo so. Sei caduta per terra improvvisamente mentre ti stavo baciando. Non mi era mai capitato.” Rise divertito.
“Divertente.” Risposi io ironicamente.
“Davvero. Mi è capitato di portarmi a letto la ragazza con cui mi conoscevo da si e no due ore,alcune hanno pianto per me,altre bramavano il mio corpo sul loro … ma nessuna era mai svenuta.”
Mi si strinse il cuore a quelle parole. Detestavo il fatto che aveva avuto tutte quelle ragazze. Ero gelosa,che poi di cosa? Di una cosa che non mi apparteneva,di una cosa che non sarebbe mai stata mia.
Trattenni le lacrime spostando lo sguardo sul soffitto color panna sopra di me. 
“Non rispondi?” mi domandò Louis.
“Cosa dovrei dirti?” Dissi io senza distogliere lo sguardo dal soffitto. Non potevo guardare i suoi occhi,non avrei retto tanta bellezza e sfacciataggine in un colpo solo.
“Non lo so,quello che pensi.”
“Penso che dovresti scendere dal piedistallo,Tomlinson.” Dissi acida.
Spostò una mano sulla mia guancia e cominciò ad accarezzarmi piano,disegnando cerchi immaginari sulla mia pelle fredda.
“Gelosa la bambina,eh?” Sorrise.
A che gioco stava giocando? Cosa voleva da me?
“Non sono gelosa.”
“No?” Avvicinò il viso al mio.
“No.” Affermai titubante,mentre sentivo il respiro farsi pesante. Si avvicinava sempre di più e quella situazione mi spaventava.
“Strano. Prima di svenire mi hai detto di non lasciarti mai.”
Spalancai gli occhi e schiusi la bocca. Sentivo il battito farsi sempre più veloce,non sapevo che cosa rispondere. Davvero mi erano uscite quelle parole dalla bocca? Perché lo avevo detto? 
C’era solo una risposta. 
Era quello che pensavo,quello che volevo. Non volevo che mi lasciasse. Mi rovinava la vita ma era essenziale per me. Era il pezzo che mi completava,era tutto quello di cui avevo bisogno.
“i – io non ho detto nulla.” Balbettai.
Corrugò un sopracciglio: “Non negare l’evidenza piccola.”
Arrossi e abbassai lo sguardo,incapace di reggere i suoi occhi ghiaccio,potenti e sicuri.
“magari stavo pensando ad altro. Non era mia intenzione dirlo.” Dissi sicura.
Sul suo viso si ritrasse un ghigno. 
“Dove sono gli altri?” Domandai sviando il discorso.
Rise.“Sono giù. Harry era davvero preoccupato,gli ho detto di stare calmo e che stavi bene.”
“Cosa cazzo ridi?” Domandai.
“Hai cambiato discorso.” 
Sembrava un bambino. Un bambino terribilmente bello.
“E allora?” Arrossi alzando le coperte e ricoprendomi il naso.
Le abbassò e si sdraiò su un fianco mordendosi il labbro e fissandomi.
“Mi metti tensione.” Dissi sbuffando. 
Sorrise: “Scusa.”
“Avete deciso cosa fare oggi?”
“Mangiamo a casa e poi accendiamo un falò in veranda.” 
“Ah … ottima idea.” 
Rimanemmo in silenzio per qualche secondo e poi,sentimmo bussare alla porta. Sobbalzai al rumore improvviso.
“Avanti.” Disse Louis.
Vidi comparire sullo stipite della porta i ricci di Harry e i suoi occhi,pieni di preoccupazione.
“Piccola …” Disse piano avvicinandosi a grandi passi al letto.
Gli sorrisi debolmente alzando una mano in segno di saluto.
“Vi lascio da soli. Tra un’ora ci vediamo giù che si cena!” Disse Louis alzandosi e uscendo fuori dalla stanza. 
Lo guardai mentre si allontanava continuando a pensare a qualche spiegazione,a qualche motivo per il cui si stava comportando bene con me.
Poi,mi ricordai di Harry.
Avanzò a passo felpato verso il letto e vi si sdraiò piano lentamente,fissandomi. Si passò una mano sui capelli sbuffando:
“Come stai?” Domandò sdraiandosi di fianco.
“Sto bene Harry.” Risposi,mentendo. Nella mia testa balenavano un sacco di domande alle quali non avrei mai trovato risposta.
“Sei svenuta?” 
“Sì.” Dissi abbassando lo sguardo.
La sua mano si posò delicatamente sulla mia guancia e cominciò ad accarezzarmi dolcemente,facendomi tranquillizzare. Gli sorrisi rialzando lo sguardo e puntandolo sui suoi occhi verdi.
“Hai mangiato sta mattina?”
“Sì Harry,ho mangiato. Non so perché sono svenuta.”
“Vuoi tornare a casa?”
La mia risposta,ovviamente era sì. Avrei voluto tornare a casa per il semplice fatto di non vedere Louis,di non averlo ventiquattro ore su ventiquattro nella stessa casa. Ma non potevo,come sempre. Non volevo rovinare il Capodanno ad harry,a Scar e a Niall.
Scossi il capo dopo qualche secondo di silenzio: “No. Ti giuro,sto bene. Quanto tempo ho dormito?”
Alzò gli occhi al cielo: “Molto direi,è ora di cena.”
Sorrisi: “Almeno sta notte resisterò di più.” 
Ricambiò il sorriso e d’istinto,allungai un dito e lo affondai in una delle sue due fossette.
Ridacchiò abbassando lo sguardo e cominciando ad accarezzarmi i capelli:
“Voglio solo proteggerti.” Sussurrò.
Annuii: “Lo so. E vorrei fare lo stesso,ma non posso.” 
“Non devi. So badare a me stesso.” Rispose mettendosi a sedere,appoggiando la schiena allo schienale del letto. 
“E so anche questo.” Sorrisi. 
“Vuoi venire a cambiarti in camera mia?”
Scossi il capo. Non volevo creargli altro disturbo,anche se sapevo che l’unica cosa che voleva era farmi stare bene.
“Non preoccuparti Harry,riesco ad alzarmi.”

Si accigliò: “Non me ne vado se prima non ti alzi dal letto e mi dimostri che sei stabile.”
Risi scostando le coperte che mi ricoprivano il corpo e mettendomi a sedere,riuscendo a guardarlo bene negli occhi.
“D’accordo. Guarda!” Esclamai.
Appoggiai i piedi per terra e strinsi le dita tra le lenzuola. Sentivo ancora la testa girare,avevo bisogno di mangiare qualcosa. 
Cercai invano di alzarmi dal letto ma non appena ci riuscii,persi l’equilibrio e stavo per cadere per terra. Fortunatamente,Harry riuscì a stringere i miei fianchi e mi attirò a sé facendo combaciare perfettamente la mia schiena al suo petto. 
Chiusi gli occhi serrando i pugni lungo i fianchi.
Riuscivo a sentire il respiro irregolare di Harry sul mio collo.
Mi voltai a guardarlo e allungai una mano accarezzandogli i capelli. Chiuse gli occhi al contatto e si rilassò.
“Sto bene. Davvero Harry,credimi.”
“Stavi per cadere per terra!” Esclamò enfatizzando ogni singola parola.
“Perché sono rimasta a letto per troppo tempo. Fidati di me,lasciami.” Dissi guardando le sue mani,fermamente appoggiate sui miei fianchi.
“Sicura?” Mi domandò alzando un sopracciglio.
Annuii decisa e appoggiai le mani sui suoi polsi,scostandoli via dai miei fianchi. 
Harry si allontanò di qualche centimetro dal mio corpo e mi fissò.
“Visto?” Dissi sorridendo alzando le mani al cielo. “Dovevo solo trovare l’equilibrio.” Continuai.
Sorrise scuotendo il capo. 
“Adesso mi sento meglio.” Si avvicinò di nuovo a me e inclinò la testa,lasciandomi un dolce bacio sulla guancia. 
Sorrisi: “Adesso vai a cambiarti.”
Annuì e si avvicinò alla porta.
“A dopo piccola.” Disse chiudendosela alle spalle.
Sospirai pesantemente e mi lasciai cadere sul letto.
Ogni volta che Harry si allontanava o non era con me,mi sentivo incompleta,mi sentivo male. 
Quando c’era lui,mi sentivo bene. Lui non era mio fratello,era la mia felicità. I suoi occhi,riuscivano ad illuminare le mie giornate terribilmente buie. Il suo sorriso,mi riscaldava il cuore.
Raccolsi le forze necessarie per andare a fare una doccia e mi alzai. 
Mentre prendevo i vestiti che avrei messo quella sera dal borsone,mi preparai psicologicamente ad affrontare una serata insieme a Louis. Continuavo a chiedermi il perché di quell’affermazione,poco fa “non lasciarmi mai,Louis.” Perché lo avevo detto? E cosa aveva pensato lui? Rabbrividivo ogni volta che pensavo che per lui ero solo sesso. Per lui ero come uno stupido oggetto senza valore. E invece per me,era tutto. Era qualcosa di indescrivibile,qualcosa che non si può spiegare con delle semplici parole. Qualcosa di cui avevo estremamente bisogno,qualcosa che richiedevo al mio fianco nella mia vita. Ma allo stesso tempo,qualcosa che mi faceva soffrire terribilmente. 
Mi strinsi nella felpa socchiudendo gli occhi e ripetendomi in mente:
“Ce la puoi fare Bree.”
Raccolsi la mia roba e corsi in bagno. Mi infilai sotto la doccia e lasciai viaggiare la mente mentre l’acqua calda ricopriva il mio corpo.

Better Way || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora