Capitolo 58

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HARRY’S POV 
Guardo il cielo mentre con il manubrio sterzo lungo il viottolo che porta a casa mia. Sta per piovere. Schiaccio il pulsante del telecomando alla mia destra e la saracinesca del garage si innalza lentamente. Picchietto nervosamente il dito sul cruscotto mentre aspetto. Finalmente,riesco ad entrare con la macchina in garage e sbuffando,scendo. E’ stata una giornata davvero pesante. Ho dovuto fare dei lavori per quello sconsiderato di mio padre e inoltre,Summer si è arrabbiata perché passiamo poco tempo insieme. Ho voglia di prendere il muro a pugni ma mi trattengo. Chiudo gli occhi e torturando le chiavi,mi dirigo verso casa. Apro la porta e i miei occhi scrutano il salotto. “Bree?” Chiamo mia sorella,quasi annoiato. E’ davvero una brutta giornata. La finestra del salotto mostra un cielo grigio e triste. Ci mancava solo questa. Noto che mia sorella non è neanche in cucina. Salgo su per la scala e scopro con rancore, che non si trova neanche in camera sua. In casa non c’è nessun rumore. Magari è uscita. Mi dispiace che non posso parlarle. Avevo voglia di sfogarmi con lei. Tolgo le scarpe e mi siedo su una poltrona in salotto. Con sguardo assente,guardo il camino spento di fronte a me. Sono immerso nella penombra ma la fievole luce che penetra da fuori,mi fa accorgere di un pezzo di carta proprio sul tavolino a due piedi accanto al camino. Socchiudo gli occhi e mi avvicino con circospezione. Chi mai avrebbe dovuto lasciare una lettera qui? La afferro e la scruto attentamente da diverse angolature,come se fosse utile. Poi, marchiato a penna sul dorso della lettera, vedo un nome “Da Bree.” I miei occhi si dilatano e con mani tremanti,apro la lettera. “Caro Harry” Leggo. Le prime parole già non promettono niente di buono. “Quando leggerai questa lettera,probabilmente,sarò già lontana da qui. Non voglio che tu abbia paura,non voglio che tu ti preoccupa per me. Hai già fatto abbastanza per me,anche troppo. Sei stato il mio fratello maggiore,il mio migliore amico,il padre che non ho mai avuto.” Le mie labbra si increspano in un sorriso amaro. E’ difficile continuare,ma devo finire. “Ora,voglio che tu sappia che sono al sicuro. Ho deciso di partire per Mullingar. Quindi,se mi cerchi e trovi il cellulare irraggiungibile,chiama a casa degli zii. Sono con Scar,con Niall,lontana da Londra e da tutti i miei incubi. Spero che mi perdonerai. Non volevo lasciarti da solo e … oh,no,Harry,non ti ho lasciato per sempre. Mi serve solo un po’ di tempo per riflettere e per allontanarmi,per respirare aria pulita. E’ arrivato il momento di dirtelo … te l’ho tenuto nascosto per mesi ma adesso non riesco più a custodire questa sorta di segreto (se così possiamo chiamarlo). Louis abusa di me. Hai capito bene. Louis, mi ha trattata nei peggiori modi possibili. Mi ha frustata,mi ha violentata,si è preso gioco di me. Mi ha usata come se fossi una delle sue tante bambole. Tu lo sai,Harry,come tratta lui le ragazze. E non ti sei accorto che proprio sotto il tuo naso,faceva le stesse cose con tua sorella. Non sai quanto ho sofferto quando hai creduto che fosse stato Liam … io,non volevo dirtelo. Quindi,ti chiedo scusa se ti ho mentito,ma so che mi perdonerai. Liam è solo un amico,una persona di cui ci si può fidare. Sai perché non ti ho detto mai di Louis? Non volevo rovinare la vostra amicizia. Lo so, sono una stupida. Ho ripetuto mille volte in mente che ero stata,che SONO STATA una stupida. Mi dispiace Harry. Ma … meglio tardi che mai,no? Spero di essere stata abbastanza chiara. Se vuoi fare una denuncia contro Louis, puoi farla pure. Altrimenti,rispetterò la tua scelta. So che cosa fai e ti ho sempre stimato. Avevo bisogno di allontanarmi dai miei incubi peggiori,di viaggiare,di andare via per un po’. Ma tornerò presto Harry,non ti lascio da solo e non ti ringrazierò standomene lontana da te per tutto quello che mi hai dato e fatto,no. Io tornerò per stare di nuovo con te,perché sei la mia roccia. Credo che questo possa bastare,chiamami appena puoi. Mi manchi già (e non sono ancora partita). Ti amo,fratellone.” Inspiro profondamente mentre con i pollici faccio scorrere la carta su e giù. Mi accorgo solo adesso che ho le labbra schiuse e che i miei occhi sono annebbiati. Le mani mi tremano e per la prima volta,dopo tanto tempo mi sento debole e rabbioso. Ho voglia di fare qualcosa di pericoloso,di spaccare tutto. Mi alzo e lancio la lettera per terra,mentre versi gutturali sconosciuto anche dal sottoscritto fuoriescono dalla mia bocca. Mi passo una mano tra i capelli e cammino avanti e indietro per la stanza. Louis, il mio migliore amico … che fa questo?! A mia sorella! Un’ondata di odio nei suoi confronti mi bagna il corpo. Non è possibile. Non riesco a crederci. Urlo e lancio i cuscini contro il muro. Possibile che sia stato così stupido? Possibile che non sono riuscito a capire cosa succedeva a mia sorella? “Ti. Odio. Tomlinson.” Scandisco bene le parole e lancio vari oggetti in aria,cercando di placare la mia rabbia ma è quasi un’impresa impossibile. In questo momento,vorrei uccidere Louis. Penso a tutti i momenti che ho passato con il mio migliore amico. E’ un falso. Un ipocrita. Prendo la lettera ed esco fuori. Fortunatamente,le buone maniere mi tengono a posto e cerco di reagire all’istinto di andare da Louis e prenderlo a pugni. Ogni cosa a tempo debito. Avrà quello che si merita non appena questo dissidio interiore mi sarà passato e non appena le fiamme che mi bruciano dentro si spegneranno. Se la vedrà con un Harry più lucido e capace di ragionare e di calpestarlo fino a sotterrarlo. Corro in macchina e subito la metto in moto. Affondo il piede sull’acceleratore. In realtà,non ho una meta. Non so dove andare ma continuo a muovermi sinuosamente e con eleganza fra le altre macchine. Digrigno i denti ad ogni semaforo e lancio occhiate furtive alla lettera che ho appoggiato sul cruscotto. Dopo un’ora di camminare in macchina,mi ritrovo in un vecchio campo fuori Londra. C’è silenzio,molto silenzio. Scendo dalla macchina stringendo forte tra le mani la lettera e cammino a passi lenti verso una vecchia ciminiera lasciata lì,in mezzo al campo. Mi siedo per terra e incrocio le gambe. Subito le mie forze mi abbandonano. Affondo le mani tra i capelli e inizio a piangere,come non avevo mai fatto. Appoggio il mento sulle ginocchia rannicchiate. Sono troppi i pensieri che ho in mente. Sento il mio viso bagnarsi e capisco che ha iniziato a piovere. Mi infilo il cappuccio e stendo la lettera davanti ai miei occhi. Grandi gocce la sfiorano e la bagnano,la rovinano. Ma non m’importa. Penso a quanto sia stata stupida Bree per non avermelo detto. Sono arrabbiato con lei ma non quanto con Louis che mi ha fatto buon viso a cattivo gioco per tutto questo tempo. Mi domando,cosa farò adesso? Mi mordo freneticamente il labbro e penso che l’unica cosa da fare,in questo momento,sia aspettare. Devo attendere prima di azzardare mosse sbagliate. Rimando a fissare la lettera per una,due,tre ore. E’ già buio e io sono ancora qui. “Mi manchi già.” Leggo l’ordinata calligrafia di mia sorella e mi si stringe il cuore. Alzo gli occhi e noto che il cielo si è rischiarato. Non ci sono più i nuvoloni che c’erano pomeriggio. “Ti amo anche io,sorellina.” Mi alzo,deciso, e ritorno a casa per chiamarla.

Fine.

Better Way || Louis TomlinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora