Hurt

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[Oh I know that this love is pain
But we can't cut it from out these veins, no
So I'll hit the lights and you lock the doors
We ain't leaving this room 'til we bust the mold
Don't walk away, don't roll your eyes
They say love is pain, well darling, let's hurt tonight]

[Marc]

<<No! No! Smettila, non la toccare!>>

Mi sveglio di soprassalto, il cuore che mi balza in gola per lo spavento, e vedo Angel, seduta sul letto, la luce calda della lampada che va a disegnare lunghe ombre sulla sua schiena nuda. Le gambe sono ancora coperte dalle lenzuola.

<<Angel, che succede?>> chiedo, in un primo momento, la voce impastata dal sonno. Angel non risponde, ma la sento singhiozzare, i capelli arruffati che vanno a coprirle il viso, su cui anche le mani sono posate.

L'attiro a me, stringendola il più forte possibile.

<<Fue solo un mal sueño, mi amor, se acabó, ahora estás aquí conmigo.>> mormoro, al suo orecchio, cercando di calmarla.

Si aggrappa alle mie spalle come se potessi sparire da un momento all'altro, ma io non ho intenzione di andare da nessuna parte. La sento tremare, e decido di avvolgerle le lenzuola intorno al corpo. Faccio per allontanarmi da lei, e i suoi occhi, grandi come due fanali, mi guardano allarmati.

<<Non vado da nessuna parte, mio amore, ti prendo solo una maglia da indossare.>> le poso un bacio sulla fronte e sento il suo sguardo su di me mentre mi dirigo verso l'armadio. Prendo la prima maglietta che mi capita, e quando torno a letto, l'aiuto ad indossarla. Ha smesso di piangere e singhiozzare, ma è ancora scossa.
Mi si stringe il cuore, perché vorrei poter fare qualcosa di utile e concreto per lei, qualcosa che le lavi via il dolore.
Vorrei poterglielo strappare via dal cuore, poterle strappare via i ricordi che continuano a farla soffrire.

Le cingo il bacino con le braccia, e la faccio stendere insieme a me. Angel posa la guancia sul mio petto, mentre stringe un braccio intorno ai miei fianchi.

<<Sono qui, pequeñita, sono qui, non preoccuparti. È tutto finito.>> non ci metto molto a capire che deve aver fatto un incubo su lei e sua madre, che deve aver sognato, per l'ennesima volta, quel che ha visto da bambina.

Mi sento impotente, mi sento inutile.
Che cosa posso fare per lei? Nulla.
Starle semplicemente accanto. E non è abbastanza.
Non è abbastanza per me.
Accarezzo la sua guancia e poso dei baci leggeri tra i suoi capelli finché non la sento rilassarsi contro di me, finché non vedo le sue palpebre chiudersi lentamente.
Quando noto che si è nuovamente addormentata, mi lascio andare ad uno sbadiglio e cerco di riprendere sonno.

Quando riapro gli occhi, il mattino seguente, Angel non è più al mio fianco. Mi sollevo dal letto, stirando le braccia. Che sia in bagno?

<<Angel?>> la chiamo, ma non arriva nessuna risposta. Solo in quel momento noto la mia maglietta, la maglietta che le avevo fatto indossare stanotte, posata sul letto, al suo posto. La prendo, e noto l'impronta della schiena di Angel tra le pieghe delle lenzuola. L'unico indizio della sua presenza questa notte.

Recupero il telefono e le mando un messaggio.

"Perché te ne sei andata? Comunque, buongiorno."

A Fior di PelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora