Non giocare col fuoco

1.2K 37 28
                                    


[Come on baby light my fire]

[Angel]


Non mi piace fare colazione insieme agli altri.
Io appena sveglia sono una specie di yeti, ho voglia solo di stare per conto mio, senza nessuno che mi parli o mi stressi.

L'unica cosa che accetto è la musica, che lentamente, fa risalire il mio umore nero e il mutismo tipico della sottoscritta non appena apre gli occhi al mattino.

Evidentemente, nessuno qui è come me.

Non hanno fatto altro che parlare di non so cosa, di ridere e poi non so perchè mi sono persa.

L'unica cosa che consideravo era il mio croissant al cioccolato e il mio latte bianco, per il resto potevano pure sparire tutti e non me ne sarei accorta.

Marc e Alex, che mi conoscono bene, mi hanno lasciata in pace, e devono aver informato anche gli altri, perchè neanche Juan e Javier mi hanno stressato.

<<Bene, torno in camera!>> esclamo, alzandomi, subito dopo aver finito di mangiare.

<<Ma dove vai, dobbiamo andare al mare!>> colgo subito il tono deluso della voce di Alex e gli rivolgo uno sguardo di finta sorpresa.

<<Davvero? Beh, io non ho nemmeno indossato il costume, ancora! Tranquillo Alex, vi raggiungerò appena avrò finito!>>

<<Ma se non sai neanche dove siamo diretti!>> ribatte Javier ridacchiando. Lo fulmino subito con lo sguardo.

<<Andrete alla spiaggia che c'è a pochi passi dalla villa, immagino, no?>> il sorrisino dalle labbra di Javier sparisce, e si limita a sospirare, annuendo.

<<Ecco, non ci voleva molto.>>

<<Io starò in palestra per la prossima ora, magari vi raggiungeremo entrambi quando avrò finito!>> esordisce Marc, voltandosi a guardarmi e accennando un sorriso. Sto per rispondergli, quando Alex inizia a parlare.

<<Se vuoi Angel, ti aspetto, che dici?>> domanda, alzandosi in piedi. Gli rivolgo un sorriso.

<<Non ce n'è bisogno Alex, davvero. Nel caso, ti chiamerò, va bene?>> Alex annuisce, ma vedo un lampo di delusione passare nei suoi occhi, mentre torna a sedersi.

Ho bisogno di stare un po' da sola.

In realtà io ho sempre bisogno di stare da sola, stare in mezzo agli altri mi mette terribilmente a disagio.

Sentire i loro discorsi sulle loro vite, sui loro divertimenti, mi fa sentire ancor più aliena di quanto già non sia.

Io non ho mai avuto niente di tutto ciò, io ho avuto solamente l'odio e il dolore.

Sbuffo, tirando fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloncini e gettandolo sul letto.

Accendo il pc portatile che mi sono portata dietro, mi tolgo la maglietta restando in reggiseno e mi stendo sul letto, per poi sistemare un cuscino contro la spalliera del letto in modo da stare più comoda.

Le inconfondibili note musicali della sigla di apertura di Sherlock riempiono la stanza, e io mi sento già più elettrizzata solo a sentirne le note.

Sì, Sherlock ha un effetto incredibile su di me.
Oltre a ricordarmi quanto siano alti i miei livelli di "esseri umani maschili ideali".
O sono morti o sono personaggi di fantasia.
In questo caso geniale e talmente stronzo da farti innamorare.

Ovviamente ho deciso di partire dalla prima puntata della prima stagione.

Quanto sono pazza di Benedict Cumberbatch con quei ricci neri, quegli occhi di ghiaccio e quella pelle diafana, mi manca solo che mi scappi un sospiro.
Quando guardo Sherlock difficilmente mi rendo conto del tempo che passa, così, quando sento il cellulare squillare, quasi non ci faccio caso.

A Fior di PelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora