In piscina

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[What is this thrill that runs down my back every time we touch each other?]

[Marc]

Ieri è stata una serata terribile.

Non ho fatto altro che pensare a mio fratello e ad Angel, allo sguardo che si sono scambiati prima di andarsene, a lei, e a quanto ieri sera la sua bellezza fosse ancora più splendente.

Dopo cena siamo andati a ballare e io non mi sono divertito per niente, come potevo con la testa completamente altrove, con la costante domanda che mi girava per il cervello: "cosa staranno facendo?".

Una parte di me temeva che Alex potesse rivelarle ciò che prova per lei, ma poi, mi sono convinto che, conoscendolo, non lo farebbe mai.

Stavo per impazzire.

Volevo solo raggiungerli, e mentre ero a cena con gli altri, ho persino provato a chiamare Angel, come un deficiente.

È così che mi sento, a volte, quando si tratta di lei.

Questa notte non ho chiuso occhio, preda di una crescente agitazione che mi opprimeva il petto.

Non appena è spuntata l'alba mi sono alzato da letto, e ho iniziato a girovagare per la stanza.

Sono persino uscito sul balcone, per sporgermi verso la finestra di Angel.

Ma perché avrebbe dovuto essere già sveglia all'alba?

Mi toccherà aspettare l'ora della colazione.

                             ~·~

Ormai sono le undici e ancora non sono riuscito a vederla.

Angel non è ancora uscita dalla sua stanza, e abbiamo deciso di non disturbarla.

Ho osservato Alex, e non mi è parso particolarmente felice, né triste, o abbattuto.

Non appena finisco di fare colazione però, decido di andare a vedere come sta. Busso contro la porta e dopo qualche istante la sento rispondermi, ma non apre la porta.

<<Angel, noi andiamo in piscina, raggiungici appena sei pronta!>>

<<D'accordo, vi...vi raggiungo tra poco.>> si limita a dire, la voce incerta.

Prima di buttarci direttamente in spiaggia, abbiamo deciso di provare la piscina della villa.

È anche meglio, in fondo, per Angel.

Torno in camera mia, per indossare il costume, e quando mi avvio per il corridoio, sento, o mi pare di sentire, un sussurro, che mi chiama.

Mi volto, e intravedo la porta della stanza di Angel socchiusa, e la sua testa che sbuca da essa.

<<Marc, puoi venire?>> mi dirigo subito verso di lei e mi chiudo la porta alle spalle.

Indossa un prendisole bianco, che la rende ancora più leggiadra ed eterea.

Quanto mi è mancata.

E pensare che sono stato lontano da lei giusto una sera, che a me però è parsa durare un'eternità senza di lei.

I miei occhi si soffermano più del dovuto lungo il suo corpo, e scuoto la testa, cercando di riprendere il controllo.

<<Cosa succede?>>

<<Ecco...l'idea di venire in piscina...non mi piace neanche un po'.>>

<<Oh, Angel, non devi preoccuparti, non rischi di affogare!>> Angel mi guarda malissimo, incrociando le braccia al petto.

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