Scontrarsi

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[Marc]

<<Allora, quando andiamo a fare questo giro in barca?>> ripete per l'ennesima volta Miguel, mentre spalma della marmellata di ciliege su una fetta biscottata.

<<Non appena avremo finito di fare colazione, sarà la terza volta che te lo dico, Miguel.>> sbuffa mio fratello, scuotendo appena la testa.

Abbiamo pensato di fare una gita in barca, o meglio su uno yacht.
Miguel ne va pazzo, ama stare al timone e sinceramente è anche l'unico che sa come si guida una barca.

Sapendo bene che Angel soffre il mal di mare, ho cercato uno yatch abbastanza grande da impedire che sentisse il movimento delle onde, che le danno la nausea.

Le getto un'occhiata.

Da quando siamo usciti dalla palestra ieri pomeriggio, non abbiamo più parlato.
O meglio, ho avuto la netta sensazione che stesse facendo di tutto per evitarmi.

Non riesco a capire cosa sia successo.

Tutto si era concluso con noi più vicini che mai, con il mio desiderio di fare un ulteriore passo avanti verso di lei.

Poco prima in palestra, avevo osservato Angel, i suoi gesti, la sua reazione, i suoi occhi che non riuscivano a staccarsi da me, che continuavano a cercare il mio corpo.

E avevo perso completamente il controllo, Alex, la paura di rovinare l'amicizia tra me e Angel, ogni più piccolo dubbio o problema era letteralmente sparito.

La voglia di stringerla a me, di baciarla, aveva spazzato via tutto, almeno fino a quando lei non mi aveva richiamato alla realtà.

E le paure erano tornate a prendere possesso della mia testa.

Ma ora, ora non riesco a capire perchè mi sta alla larga.

Come al solito è particolarmente silenziosa.
È qui, presente fisicamente in mezzo a noi, ma in realtà è lontana migliaia di chilometri.
A volte vorrei provare a raggiungerla, ma so che non ci riuscirei mai.
Il mondo in cui si rifugia è un qualcosa che fa parte solo ed esclusivamente di lei.

<<Bene, abbiamo finito, andiamo?>> domanda Miguel, alzandosi da tavola.

<<Stai diventando stressante.>> dice Javier, guardandolo male. Con la coda dell'occhio vedo Angel alzarsi.

<<Bussate alla mia porta quando sarete pronti.>> soffia, prima di scomparire.
Alex si volta a guardarmi.

<<Ma che cos'ha?>> alzo le spalle.

<<Non ne ho idea.>>

Saliamo poi ognuno nelle proprie stanze.
Mi lavo i denti, mentre indosso il costume e una maglietta.
Recupero il telefono e il portafogli, ed esco dalla mia stanza.

Non appena alzo lo sguardo noto, fuori dalla finestra, Alex ed Angel fermi, seduti accanto alla piscina.

Alex le porta un braccio intorno alle spalle e le dice qualcosa che la fa scoppiare a ridere.

Sento una fitta di dolore colpirmi allo stomaco.

Colpisco lo stipite della porta con un pugno, in un moto di rabbia.
Non ho idea di cosa mi stia succedendo.

Davvero sono arrivato a questo punto?
Mi sento un perfetto idiota.

Però non posso negare, né nascondere gli assurdi sentimenti che sto provando.

<<Ehi cugino, che stai facendo?>> mi volto di scatto verso Juan, apparso dal nulla alle mie spalle.

<<Juan, mi hai spaventato.>>

A Fior di PelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora